«liberate il boss protegge le nostre famiglie» di F. Albanese
Messina, gli abitanti di un quartiere circondano il tribunale: «E' un benefattore, non un killer della mafia» Messina, gli abitanti di un quartiere circondano il tribunale: «E' un benefattore, non un killer della mafia» «liberate il boss, protegge le nostre famiglie» Appello del parroco ai magistrati: aiutatelo, si è convertito MESSINA. «Ma quale boss. E' un benefattore, è l'amico degli amici». Lacrime, rabbia, ma anche molta compostezza ieri mattina, davanti al Palazzo di giustizia, per quattrocento abitanti del villaggio Cep. A pochi metri da loro, dentro un'aula, il giudice delle udienze preliminari aveva convocato Iano Ferrara, 32 anni, accusato di associazione mafiosa, omicidio, estorsione. E loro, quelli del Cep, erano lì davanti proprio per lui. Niente strumenti di pressione contro i giudici, solo una muta presenza dietro le transenne che circondano il Palazzo di giustizia: «Non è un boss - ripetevano -, ha fatto tanto per questo quartiere dove non ci sono scippi, non ci sono furti, non bruciano le macchine e la droga non circola». Anche il parroco, don Antonio Caizzone, ha avvertito: «Non facciamo che paghi più di quanto gli spetti, perché si è ravveduto da tempo». F. Albanese A PAG. 11
Persone citate: Antonio Caizzone, Iano Ferrara
Luoghi citati: Messina
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