Una petizione per scarcerare il capoclan
Nel Messinese Nel Messinese Una petizione per scarcerare il capodan MESSINA. Oltre 500 Firme per chiedere la scarcerazione di un boss mafioso. Le hanno poste gli abitanti del villaggio Cep di Messina in fondo ad una petizione che hanno consegnato a un quotidiano locale a sostegno di Sebastiano «Iano» Ferrara, 32 anni. L'uomo è stato arrestato lunedì. I giudici lo accusano di associazione mafiosa e lo ritengono responsabile di alcuni omicidi. All'arrivo della polizia, Ferrara si era nascosto dentro una nicchia ricavata nell'intercapedine del muro di casa. Quando gli agenti lo hanno scoperto, Iano Ferrara si è preso la soddisfazione di entrare nell'auto della polizia sotto gli applausi della gente del quartiere: «Complimentatevi con gli agenti - ha urlato - perché sono stati veramente bravi». L'altra sera alcuni tra parenti ed amici dell'uomo, ritenuto il vice del boss Luigi Sparacio, ora pentito, si sono presentati nella redazione della «Gazzetta del Sud» con 5 fogli protocollo, venti facciate in tutto, colme di firme sotto una lettera: «Abbiamo vissuto lunedì la giornata più brutta della nostra vita per quanto accaduto a Iano Ferrara - scrivono gli abitanti del villaggio Cep -. Per noi è un amico, un fratello affettuoso e premuroso, un punto di riferimento che garantiva con l'onestà la pulizia e l'ordine». Il Cep può essere paragonato a un «paradiso» - sostengono -, «nessuna auto rubata, nessun attentato e soprattutto niente droga». Tutto merito di Iano che ha sempre «vigilato» con la sua cosca. I firmatari della petizione scrivono di essere «amareggiati e preoccupati» perché «Ferrara ha sempre riconosciuto i suoi errori giovanili per i quali ha pagato ed è disposto a pagare i suoi debiti con la giustizia, ma egli ha capito presto quali erano i veri valori della vita». Insomma, una specie di dottor Jekyll e mister Hyde. Per la gente del quartiere un benefattore; per i giudici un boss di spicco accusato perfino di avere dato il suo assenso, come componente della cupola mafiosa, all'omicidio di Giuseppe Vento, esponente del clan avverso. Il processo comincia oggi e gli abitanti del Cep hanno annunciato un «assedio» in tribunale. Anche padre Antonino Caizzone, parroco del quartiere, è intervenuto nella vicenda. In una dichiarazione sostiene che «Iano ha già pagato molto in profonda interiore angoscia, in trepidazione insonne per i suoi familiari, in imbarazzo per avere riconosciuto i propri errori e in rimorso cocente nell'intimo della coscienza». [f. a.l
Persone citate: Antonino Caizzone, Giuseppe Vento, Hyde, Iano, Iano Ferrara, Jekyll, Luigi Sparacio
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