La città di Zara cancella gli italiani

La città di Zara cancella gli italiani La città di Zara cancella gli italiani No all'autonomia culturale e a un rappresentante ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il consiglio comunale di Zara ha respinto ieri la richiesta della comunità italiana della città di beneficiare dell'autonomia culturale e di avere un seggio garantito nel Parlamento locale. A detta dei consiglieri, la Costituzione croata garantisce a sufficienza i diritti dei cittadini croati di nazionalità italiana, di conseguenza non è necessario inserirli nello statuto della città. A differenza degli italiani dell'Istria e di Fiume che nell'ottobre scorso hanno ottenuto con un accordo locale lo status di comunità etnica autoctona, gli italiani di Zara non sono riusciti a far passare al consiglio comunale gli emendamenti per l'autonomia culturale. La comunità italiana di Zara, che oggi conta 500 iscritti, è stata fondata e riconosciuta dalle autorità croate nel dicembre del '91. «Come comunità etnica au¬ toctona abbiamo chiesto l'autonomia culturale, ovvero il bilinguismo, nonché un asilo e una scuola elementare nella lingua materna. Abbiamo inoltre chiesto un seggio garantito in Consiglio comunale», spiega Bruno Duca, presidente della comunità italiana di Zara. «Ho chiesto per iscritto di poter partecipare alla riunione del consiglio comunale in cui si sarebbe esaminato lo statuto della città, ma non ho ricevuto nessun avviso in merito. Pochi giorni fa ho saputo che le nostre richieste sarebbero probabilmente state respinte». Anche se gli italiani di Zara non raggiungono l'8% della popolazione locale (la città conta circa 50 mila abitanti), cifra che garantirebbe loro per legge un seggio nel Parlamento locale, il presidente della comunità italiana ritiene che si tratti di un loro diritto assoluto. «E' vero che oggi siamo pochi, ma le circostanze storiche hanno costretto all'esilio la popolazione italiana di Zara. Sotto le pressioni dei bolscevichi di Tito, gli italiani hanno dovuto abbandonare la loro terra natia. Per questo, per noi non può valere il criterio dell'8%, ma il nostro seggio dev'essere garantito», dice Duca. «Mi dispiace che a Zara non siano stati accolti gli emendamenti proposti dalla comunità italiana, soprattutto visti i risultati positivi ottenuti in Istria», dice Maurizio Tremul, presidente dell'esecutivo dell'Unione italiana dell'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia. L'Unione ha preparato una serie di indicazioni globali per l'inserimento degli italiani nelle comunità locali. «Per Zara non abbiamo ovviamente pensato al bilinguismo totale, come a Pola e Rovigno, ma abbiamo suggerito un livello intermedio di autonomia culturale. Gli emendamenti proposti dalla comunità italiana di Zara riflettevano queste considerazioni», dice Tremul.

Persone citate: Bruno Duca, Maurizio Tremul, Tremul