Arafat un complotto esercito-coloni di Aldo Baquis
I Territori occupati sono in fiamme dopo la strage della notte, ancora vittime. Ma il negoziato continua in segreto al Cairo MEDIO ORIENTE I Territori occupati sono in fiamme dopo la strage della notte, ancora vittime. Ma il negoziato continua in segreto al Cairo Aratati un complotto esercito-colon! Sei leaderpalestinesi uccisi a Gaza dai reparti speciali TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO I negoziati fra Israele e Olp hanno resistito anche all'ultimo drammatico fatto di sangue nei Territori: l'uccisione a bruciapelo, lunedì nel campo profughi di Jabalya (Gaza), di sei esponenti locali di «Al Fatah» a opera dei membri di un'unità speciale israeliana. «Un assassinio gratuito commesso a sangue freddo», ha commentato Sufian Abu Zaida, un dirigente locale di Al Fatah, mentre la Striscia era sconvolta da dimostrazioni di protesta e da scontri che ricordavano per intensità l'inizio dell'Intifada. In una giornata di violenze, un altro palestinese è rimasto ucciso, e oltre 60 feriti. «Oggi possiamo solo versare lacrime di sangue», ha detto Abu Zaida. Ma anche se il cuore diceva di abbandonare il tavolo dei negoziati, alla fine è prevalso il calcolo politico e in serata il negoziatore capo palestinese, Nabil Shaat, ha incontrato una delegazione giunta al Cairo da Israele per riparare i danni provocati al processo di pace dalla strage precedente, quella avvenuta alla Grotta dei Patriarchi di Hebron. «Certo, l'incidente di Jabalya può turbare i negoziati - ha convenuto il ministro degli Esteri Peres - ma mi auguro che nelle prossime ore si possa raggiungere con l'Olp un accordo sulla dislocazione a Hebron di osservatori stranieri e di agenti palestinesi, che consenta di riprendere i negoziati su Gaza e Gerico». Ma ormai l'Olp comincia a temere che in Israele esista una cospirazione segreta fra coloni e ufficiali dell'esercito che si prefiggono di uccidere il processo di pace. La tesi, avanzata dallo stesso Yasser Arafat in un'intervista tv, è stata poi elaborata da Shaat. «Fateci caso ha detto ai giornalisti -, tutte le volte che Israele e Olp sono sul punto di raggiungere un accordo, qualcuno salta su e provoca spargimenti di sangue: un mese fa Baruch Goldstein a Hebron, la settimana scorsa ancora a Hebron, ieri a Jabalya». E' stata quest'ultima un'operazione insolitamente cruenta anche per gli standard di lavoro delle unità speciali. Vicino alla stazione di benzina di Jabalya, in un vicolo oscuro, i membri dell'unità di élite si sono imbattuti in palestinesi che vestivano tute mimetiche, avevano il volto coperto e disponevano di due Kalashnikov e di due pistole. «I nostri soldati non hanno fatto troppe domande e hanno aperto il fuoco», ha poi spiegato il ministro dell'Edilizia Beniamn Ben Eliezer. Ma i palestinesi dicono che è stata una vera e propria esecuzione: i sei non erano ricercati, erano anzi noti come esponenti politici moderati, e non avevano fatto alcun gesto ostile verso i militari, che hanno aperto il fuoco per primi. Non solo: l'organizzazione umanitaria israeliana «Betzelem» ha raccolto testimonianze secondo cui i militari hanno finito con un proiettile sparato da distanza ravvicinata cinque attivisti che erano rimasti feriti. Il sesto è stato freddato - secondo queste testimonianze - in un negozio dove si era rifugiato, dopo che si era arreso. «In nessun momento i militari si erano trovati in un pericolo tale da giustificare l'uso delle armi», ha affermato Betzelem, che ha anche chiesto una commissione imparziale di inchiesta. Ieri dunque gli scontri nei Territori hanno avuto una particolare intensità. A guidare le dimostrazioni erano stavolta gli attivisti di Al Fatah che esortavano la popolazione a impegnarsi in una «rivoluzione fino alla vittoria». Incidenti gravi sono avvenuti anche a Nablus, a Hebron e nella Città Vecchia di Gerusalemme dove giovani attivisti dell'Intifada hanno inseguito ebrei ortodossi isolati, aggredendoli poi a pugni e calci. Presso Tel Aviv un anziano ebreo è stato aggredito a colpi di scure. E la febbre continua a salire in Israele - dove oggi circa 800 mila arabi israeliani sono in sciopero - e a Hebron dove oggi i coloni danno vita a una manifestazione di protesta contro il progetto di sgomberare i circa 400 di loro che vi abitano. Nel vicino insediamento di Kiryat Arba sono convenuti noti rabbini, per esprimere solidarietà con i coloni di Hebron. L'ex rabbino capo Abraham Shapira ha incitato i soldati a «non obbedire a ordini che prevedessero l'abbandono di porzioni della Terra d'Israele». li rabbino Zefania Drori, invece, ha prefigurato «una sollevazione popolare» in Israele se il governo Rabin oserà «toccare Hebron, la perla nella corona dell'ebraismo». Aldo Baquis Un'organizzazione israeliana denuncia «Individuati e ammazzati a sangue freddo» Lo scopo sarebbe il sabotaggio della pace Due immagini del pestaggio di un anziano ebreo ultraortodosso da parte di giovani palestinesi nei disordini esplosi ieri a Gerusalemme [foto reuter]
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