Del Noce ritorna da «nemico» in Rai di Massimo GramelliniFabrizio Del Noce

Dopo il successo delle destre cresce l'inquietudine per l'ennesima girandola dei mezzibusti Dopo il successo delle destre cresce l'inquietudine per l'ennesima girandola dei mezzibusti Va in onda la resa dei conti Del Noce ritorna da «nemico» in Rai A SAX A RUBRA ASPETTANDO LA «RIVOLUZIONE» ROMA. «Un anno e mezzo fa, all'epoca dei grandi linciaggi, i cattocomunisti conquistarono la Rai». Non è ancora la pagina di un libro di storia berluscona, ma soltanto il deputato di Forza Italia Fabrizio Del Noce che passeggia per Saxa Rubra, omaggiato ad ogni passo da uno stuolo di albertosordi locali. Passeggia e ricorda. Ad esempio di quando, alla caduta di Vespa e di Forlani, Fabrizio l'Italoforzuto lasciò a piedi la palazzina del Tgl ; il viaIone sembrava il mar Rosso e lui Mose: al suo passaggio, la gente girava la schiena o si infilava nel bar. Adesso, invece. Ecco, laggiù, l'inviato Paolo Di Giannantonio si stacca da un gruppetto di resistenti, corre incontro a Del Noce e va a scomparire fra le sue braccia. «Complimenti, Fabrizio». «Ciao negro. Ti stai imbiancando i capelli, eh?». Qui ognuno imbianca e risbianca quel che può. Chi è quel bravo ragazzo che ciondola sulla porta del Tgl? «Piero! Badaloni!». «Fabrizio! Fatti abbbracciare!». E dai abbracciamoci, che siamo tantissimi (lo dice l'inno). E comunque poi Badaloni spiega: «Mi sembra un normale gesto di gentilezza. Qualcuno può leggerci persino un soffio d'ironia. Insomma, bisogna imparare a decodificare il nostro linguaggio. Siamo esseri umani. O no?». Del Noce non può rispondere. E' già in ascensore, che sale verso la gloria. Primo piano, il corridoio del Tgl è deserto e la porta di Federico Sciano chiusa. «Si sarà sbarrato dentro, a piangere sul latte versato». Anche gli Italoforzuti odiano. E Del Noce odia Sciano, grande capo della tribù qattocomunista di Raiuno e candidato sconfitto del Centro: «Il suo è un raro caso di popolarità al negativo», sibila Delnox, implacabile. Ma lo odia? Ma quanto lo odia? «Guardi, Giulietti, e dico Giulietti, sarò persino felice di incontrarlo, in Parlamento. Sciano invece spero proprio di non incontrarlo nemmeno qui». Spalanca una porta e gli risponde un applauso. E' la sala delle riunioni, e sono tutti dentro. C'è Volcic, il direttore, che si alza ad abbracciarlo. Angela Buttigliene, vecchia amica, sorride. Frajese, poi, è felice come se il neodeputato fosse lui. Al lato opposto del tavolo, il vicescianò Paolo Giuntella sfumazza un sigaro torcendo la schiena per far finta di non vedere. Delnox gli passa alle spalle, con passo elastico e sguardo fiero. Borbotta: «Non saluto chi ha fatto carriera linciando gli altri». Ormai, è in uno stato fra l'estasi e il delirio, pronto per la zampata finale. Si avvicina al collega Lucio Marcatajo e, a voce alta, butta lì: «Grazie per la telefonata di congratulazioni di ieri sera, mi ha fatto proprio piacere, non me l'aspettavo». Marcatajo si guarda intorno, arrossisce, vorrebbe sparire. Giuntella si stacca dal sigaro e lo guarda storto, mentre Del Noce lascia il salone, lieve come un killer che ha compiuto il suo lavoro. Frajese è già sulla porta che lo aspetta, per prenderlo sottobraccio come ai vecchio tempi. La visita pastorale nella Rai berluscona continua in sala trucco, come potete immaginare mai così affollata. Del Noce va a stanarvi Lorenza Foschini. Altri abbracci, e non solo. L'Italoforzuto comincia ad accarezzarle i capelli e non si stacca più. «In certi momenti la chiamo anche Lilli, per farla arrabbiare». Foschini ride, Delnox no: «La Gruber no che non l'abbraccio, quella è oltre Rifondazione. Comunque tranquilli, nessuna epurazione. Certo, gente come Gruber e Santoro dovrà moderare il suo ruolo. Il mio non è un verdetto politico, ma professionale». Altri baci con Francesca Grimaldi, la telegiornalista de las noches, e con Margherita Chinassi, ex-intervistatrice di socialisti. Ha già cambiato pettinatura. Si riparte, verso l'opposizione: il Tg2. Qui sulla porta c'è già il doppiopetto di Masotti, l'ultimo ad arrendersi alla risacca socialista. Alle elezioni del 1992 venne smentito in diretta da Bettino Craxi: «No, caro mio, non abbiamo tenuto, abbiamo perso». Adesso Masotti è abbastanza indignalo: «Molti hanno cambiato casacca un anno fa. Non mi stupirei lo rifacessero ancora». Il collega Paolo Cantore ha smesso anche di stupirsi: «Qui pare di stare al circo di Pechino. C'è gen¬ te che passa da una capriola all'altra, senza manco toccare suolo». Del Noce è già carambolato nella stanza del direttore Garimberti, che i primi pettegolezzi interni danno sulla lista degli epurando Il Garimba non ha l'aria troppo preoccupata. Abbraccia Del Noce, poi si siede in poltrona, a discettare sul vizietto più diffuso nei paraggi: il camaleontismo. «Qui - esordisce - c'è un sacco di gente che è entrata a calci nel sedere. Vorrà dire che ne darò qualcuno anch'io, ai voltagabbana. Un po' di divertimento me lo consentirete, prima...». Prima di cosa? «Scherzavo. Berlusconi non è il tipo che mi manda via. Troppo intelligente. Indebolirà chi è schierato politicamente, non chi ha vera professionalità. Che colpe avrei, io? Di aver assunto Morrione?». Roberto Morrione è il vicedirettore che Emilio Fede considera il più bravo e pericoloso comunista in circolazione. Se ne sta solo nel suo ufficio, mentre Garimberti finisce di abbracciare Del Noce. «Che ne dico di Fede nuovo direttore del Tg2? Vent'anni fa ero nel comitato di redazione del Tgl con lui e Bruno Vespa. Ogni giorno litigavo con Vespa. Fede dava ragione a me, ma poi votava con Vespa e io perdevo sempre 2 a 1». Sembra la storia della sinistra italiana. A proposito, Delnox si sta già avvicinando alla palazzina de! Tg3. Nel bunker, Maurizio Mannoni gira con gli occhiali neri e l'aria esausta: «In fondo, questo Fini, non è così terribile...», ma si vede che gli sta venendo da piangere. Corradino Mineo invece è scatenato. Si vede che le sconfitte gli danno la carica: «Se vinceva Occhetto, per noi era molto peggio. Ci vendeva subito, o ci trasformava nel tg delle regioni. Cosi, invece, l'ultima cosa che Berlusconi toccherà, sarà proprio il Tg3. E poi i fascisti adesso gridano "Santoro cerca lavoro", ma non picchiano più. Noto un'evoluzione democratica. Salve compagno Pirrotta». E' proprio Onofrio, che ricambia: «Sono passato al Tg3 perché per me Mineo è come Greganti. Comunisti tutto d'un pezzo. Non come quelli che adesso dicono che non sono mai stati democristiani o socialisti. Mai dire mai. Io, per quanto mi riguarda, non mi schiererò più. Mai». Massimo Gramellini Il neodeputato di Forza Italia per l'ultimo giorno nel suo ufficio «Non cerco vendette» Da sinistra Lorenza Foschini, del Tg2,e Corradino Mineo, del Tg3 A destra Fabrizio Del Noce sopra il direttore del Tg2 Garimberti

Luoghi citati: Pechino, Roma, Sax