Un posto alla Farnesina, ecco il sogno di Pannella di Maria Corbi

Un posto allo Farnesina, ecco il sogno di Pannella Un posto allo Farnesina, ecco il sogno di Pannella ROMA. «Sono pronto a fare il ministro». Il giorno dopo la grande virata a destra dell'Italia, il leader storico dei radicali detta le sue regole e non nasconde le proprie ambizioni. I primi tam tam post elettorali indicano nella poltrona di ministro degli Esteri il desiderio nascosto, almeno per ora, di Marco Pannella. Lui non conferma né smentisce: «E' una vecchia storia, inventata da alcune parti poltiche. In linea di principio comunque non vedo cosa possa ostare ad una mia assunzione di responsabilità di governo». «Magari anche come sottosegretario», si sbilancia il leader radicale secondo cui comunque è ancora troppo presto per poter disegnare l'assetto del futuro governo del Paese. Una pennellata al quadro istituzionale comunque Pannella la dà, prevedendo l'arrivo dell'ex libera- le, adesso unione di centro, Alfredo Biondi alla presidenza della Camera, al posto di Giorgio Napolitano. Pannella apre poi la porta all'ipotesi di Silvio Berlusconi premier: «Per quanto mi riguarda Berlusconi ò un cittadi no che ha sempre votato i nostri referendum, e la stessa cosa non si può dire dei suoi accusatori». «Comunque - aggiunge - ha ragione Berlusconi quando dice che questa cosa è davvero competenza, e nella fattispecie anche capacità, del presidente della Repubblica». Ma più che dei futuri inquilini di palazzo Chigi Pannella vuole parlare delle elezioni, dei nemici progressisti sconfitti e della vittoria delle forze di destra. Una vittoria a cui i suoi uomini e la sua lista hanno contribuito. «Nei collegi dove c'è stato un accordo tra noi e il polo delle libertà l'elettore ha gradito», ricorda. E grazie a questo accordo in Parlamento saranno presenti sei onorevoli e due senatori che provengono dalla sua lista. Sono Emma Bonino, Peppino Caiderisi, Marco Taradash, Lorenzo Strik Lievers, Elio Vito e Paolo Vigevano per la Camera. Sergio Stanzani e Francesca Scopelliti, l'ex compagna di Enzo Tortora, perii Senato. E questo risultato insieme ai consensi ottenuti dalla Lista, che ha visto sfumare per pochi voti la rappresentanza in Parlamento, per Pannella «rappresenta un grande successo politico». Lo aveva già detto lunedì sera, dopo la prima doccia di dati usciti dai sondaggi, per rinfrancare il morale a terra delle sue truppe. E ha continuato a ripeterlo ieri aggiungendo a questo refrain note di soddisfazione per la sconfitta dei progressisti penalizzati «da una campagna elettorale arrogante». «Con questo voto - ha detto - gli italiani hanno detto "no" all'intolleranza, alla criminalizzazione e alla demonizzazione degli avversari politici. Ha detto "no" a quella coscienza a buon mercato di chi ha partecipato a poteri, nel mondo, che hanno provocato tragedie più grandi del nazismo e che oggi improvvisamente si sentono legittimati a costituirsi a maestri di democrazia, di tolleranza, di vita civile». Pannella e i suoi si preparano alla seconda fase dell'attacco ai progressisti: «Dimostreremo che non esiste altra alternativa se non una sinistra liberale, liberista e federalista». Vinta una battaglia il leader radicale assicura che si prepara a combatterne altre. Fuori dal Parlamento - anche se forse dentro a Palazzo Chigi - si batterà contro la «minaccia» dell'introduzione del doppio turno nelle regole elettorali. «L'attuale legge elettorale è brutta, l'ultimo stolto lascito della de. Andrà dunque corretta». «Ma - promette - se da parte della nuova maggioranza si dovesse giungere ad un accordo, sia pure tendenziale, per il doppio turno alla francese, cercherò subito di animare nel Paese la più dura e la più feroce delle opposizioni». Maria Corbi «Il polo progressista è stato punito per una campagna intollerante» Marco Pannella

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