La sorpresa si chiama Porcu di Re. Ri.

La sorpresa si chiama Porcu La sorpresa si chiama Porcu A Sassari il candidato diAn supera Mariotto di 4 mila voti SASSARI DAL NOSTRO INVIATO L'uomo che ha appena ucciso il re ride compiaciuto: non con iattanza, ma con l'espressione di chi si sente braccio del destino. Carmelo Porcu, 39 anni, candidato di Alleanza Nazionale ha sbaragliato Mario Segni nella sua città: 30.623 voti contro 26.776, una sconfitta inattesa e cocente che ha costretto il leader del Patto ad aggrapparsi al ripescaggio nella quota proporzionale per entrare in Parlamento. «Battendo Segni - commenta il vincitore - ho dimostrato che si è conclusa un'epoca, quella del notabilato sassarese di cui lui è esponente di spicco». Nello stanzone spoglio che è sede di Forza Italia, Porcu guarda le bottiglie di spumante, ormai vuote, con cui l'altra sera si è brindato al successo. E dice: «Il mio merito principale? Forse quello d'essere stato il candidato giusto al momento giusto». Afflitto da una forma di paralisi spastica, quest'uomo che non ha potuto sostenere l'esame da procuratore legale perché non era in grado di scrivere, è stato, come si legge nel suo volantino elettorale, «il primo disabile grave a prendere posto tra i banchi di importanti assemblee elettive». «Segni l'ho battuto grazie ai voti dei quartieri popolari - dice con orgoglio -. E tutto ciò conferma una realtà cui ho sempre, fortemente creduto: la Destra ha una chiara vocazione sociale e la gente più povera è la prima a rendersene conto». Quando ha incominciato a pensare che avrebbe potuto vincere il duello con Segni? «Nelle ultime settimane, perché sentivo sempre più forte il calore della spinta popolare». In Sardegna, i sassaresi, sono definiti «impiccababbu», disposti a non fermarsi neppure di fronte al proprio padre. Lei si sente in qualche modo un «impiccababbu» nei confronti di un mito politico come Segni? «Il leader del Patto sembrava un monumento che non si poteva scardinare. E questo rende ancor più significativa la sua caduta. I tempi cambiano». Da Sassari lo sguardo del neo-eletto si sposta a Roma e si appunta sugli alleati. «Il rapporto con Berlusconi potrà non essere facile: bisognerà verificare se è possibile la convivenza con una forza liberal-capitalista». E la Lega, onorevole? Porcu ha un moto di fastidio: «Io mi sento lontano da questa forza politica. In particolare sul terreno della solidarietà nazionale. Non posso dimenticare che l'unità d'Italia è costata anche tanto sangue sardo». Torniamo a Mario Segni e alla vostra lotta che qualcuno ha paragonato a quella tra Davide e Golia... «Tutti parlavano del grande duello tra il leader del Patto e il rappresentante del pds, Gavino Angius. Io sono stato il terzo incomodo». Le cifre uscite dalle urne disegnano i contorni di questo exploit: se Mariotto è stato distanziato di quattromila voti, Angius è rimasto indietro di ben 13 mila. Perché, secondo lei, Segni ha subito questa sconfitta che, per una notte l'ha addirittura spinto all'idea d'abbandonare la politica? «Lui non viene quasi mai a Sassari e questo non piace alla vecchia de locale che, quindi, ha guidato la rivolta». Sul piedistallo di questo «monumento» abbattuto, Carmelo Porcu vedrebbe di buon occhio un'altra statua storica: Francesco Cossiga. «Sarebbe importante che rientrasse nell'agone politico per traghettare nella Destra una parte dei Popolari». [re. ri.]

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