Ecco come ha scelto la «nuova» Italia

L'ondata di Forza Italia ha attraversato tutta la Penisola. Tengono le zone «rosse» del Centro L'ondata di Forza Italia ha attraversato tutta la Penisola. Tengono le zone «rosse» del Centro Ecco come ha scelto la «nuova» Italia Regione per regione, tutte le sfumature del voto VALLE D'AOSTA L'Uv conferma i due parlamentari uscenti AOSTA. Il senatore Cesare Dujany e il deputato Luciano Caveri, entrambi della lista «Vallèe d'Aoste» (una formazione autonomista che ha il suo punto di forza nell'Union Valdótaine) si sono confermati nel collegio maggioritario della Valle d'Aosta. Caveri, 36 anni, giornalista della Rai in aspettativa, ha ottenuto il 54,1 dei consensi. E' alla terza elezione consecutiva a Montecitorio. Dujany, 64 anni, ex presidente della Regione Valle d'Aosta, due volte deputato, entra per la terza volta a Palazzo Madama. PIEMONTE Vince la destra ma Farassino è fuori TORINO. Vince il polo della Libertà, ma la sinistra si difende bene nel capoluogo. Molte le sorprese e i battuti illustri: la destra ottiene 13 seggi al Senato, ma lascia al palo il leader della Lega in Piemonte, Gipo Farassino, battuto dall'imprenditore progressista Franco Debenedetti, fratello del presidente dell'Olivetti Carlo. Bocciato anche Valerio Zanone, ex ministro ed ex sindaco liberale di Torino, in corsa con il Patto. Gli altri seggi a Palazzo Madama vanno ai progressisti (7), al Patto per l'Italia (2) e ad Alleanza Nazionale (1). Alla Camera, i 36 seggi uninominali sono andati in grande maggioranza al Polo della Libertà (31). I progressisti conquistano gli altri 5, quattro dei quali a Torino. Luciano Violante batte Mariella Scirea (che «rimedia» aggiudicandosi un seggio proporzionale). Bene i leader in corsa in Piemonte: Diego Novelli, Gino Giugni, Fausto Bertinotti. Sorprendente la sconfitta di Sergio Chiamparino, segretario locale del pds, battuto dallo psichiatra di Forza Italia Alessandro Meluzzi. Tra i vincitori di un seggio alla Camera con il sistema proporzionale anche il pattista Alberto Monticone, ex presidente dell'Azione Cattolica. LOMBARDIA Per Bossi e Berlusconi è quasi un «en plein» MILANO. Il Polo delle libertà fa il pieno nel voto uninominale: 35 seggi su 35 al Senato, 73 su 74 alla Camera. L'unico «intruso» ò il progressista Willer Bordon, primo nel collegio di Suzzara. Il voto lombardo nasconde però una novità: Forza Italia scalza la Lega sul trono del primo partito locale (25,9 per cento nel voto proporzionale, contro il 22 per cento dei lumbard). Tutti «promossi», quindi, i leader schierati in Lombardia: Umberto Bossi, Giuseppe Leoni, Gianfranco Miglio, Roberto Maroni, Francesco Speroni, Gianni Pilo. Passano anche l'ex pattista Adriano Teso, il magistrato Tiziana Parenti e l'ex campione olimpico dei 10 mila metri Alberto Cova, nonché i candidati della Lista Pannella schierati con i colori del Polo della libertà: Marco Taradash e Lorenzo Strik Livers. Conferma alla Camera anche per Luca Leoni Orsenigo, noto per aver sventolato un cappio nell'aula di Montecitorio. TRENTINO AJL Forza Italia e Svp sorpresa e conferma TRENTO. Anche nel Trentino il voto vincente è quello di destra: i quattro deputati della provincia di Trento appartengono tutti all'alleanza tra Bossi e Berlusconi. Un quinto esponente di Forza Italia, Giancarlo Innocenzi, andrà a Montecitorio con la quota proporzionale. In Alto Adige, tre deputati sono della Svp e uno di Alleanza nazionale (Pietro Mitolo, eletto a Bolzano città). Completa lo schieramento Aldo De Gaudenzi per il Patto per l'Italia, promosso dal voto proporzionale. Per il Senato (6 seggi in palio), Bolzano premia tre autonomisti della Svp. Trento tre candidati del polo della Libertà. Bocciati tutti i progressisti. VENETO La «regione bianca» sceglie il Biscione VENEZIA. Il Veneto non è più bianco. Con 36 eletti su 49 deputati e 17 senatori su 23, il Polo della libertà è di gran lunga il primo partito. Anche qui, stando almeno ai risultati del voto proporzionale, Forza Italia supera la Lega Nord: 23,7 per cento contro 21,8. A Marghera, tradizionale «isola rossa» della regione, il candidato progressista ha dovuto faticare per ottenere il suo seggio alla Camera: Matteo Dorigo, deputato di Rifondazione, si è imposto per appena 389 voti sul «forzitaliano» Michele Devivo. A vele spiegate il presidente della Lega Rocchetta (oltre 47 mila voti a Conegliano), e i riformatori Giuseppe Calderisi, Emma Bonino (che ha sconfitto nettamente la presentatrice tv Elisabetta Gardini) e Sergio Stanzani. Tra i promossi dal voto proporzionale per la Camera Rosy Bindi e l'ex repubblicano, ora progressista, Bruno Visentini. FRIULI V. GIULIA La Lega fa il pieno Magris sì, Hack no TRIESTE. La Lega fa il pieno, e si conferma primo partito della Regione. Alla Camera spariscono i partiti tradizionali, spazzati dall'asse Lega-Forza Italia, che hanno conquistato tutti e 10 i seggi in palio. Un solo «sopravvissuto» a Palazzo Madama: il senatore uscente Diego Carpenedo (partito popolare), nel collegio Carnia. Eletto alla Camera con il sistema proporzionale, ma con molta incertezza, il ministro della Difesa Beniamino Andreatta (ppi). A Trieste, testa a testa per il Senato fra lo scrittore Claudio Magris (candidato di un cartello che vedeva insieme dalla de al pds) e il candidato di Forza Italia. Magris alla fine ce l'ha fatta (in regione la sinistra ha avuto 2 senatori, 5 il centro-destra). Bocciata, infine, la scienziata Margherita Hack, battuta dal leghista Nicolini (ex giornalista del Piccolo). LIGURIA «Pareggiano» sinistra e Polo della libertà GENOVA. Forza Italia entra «prepotentemente» nella scena politica ligure e scavalca la Lega Nord. Leggendo i dati del voto proporzionale, il partito di Berlusconi arriva al 22,5%, contro la Lega che indietreggia all'11,4%, rispetto alle precedenti politiche che la vedevano al 14,3%. Forza Italia emerge dunque, stando ai dati della proporzionale, come il primo partito della Liguria, superando, anche se di pochi decimi, il pds che si attesta sul 22,3%. Dalla tornata elettorale la Liguria esce praticamente «divisa» tra Progressisti e Polo delle libertà. Su 14 deputati eletti con il maggioritario, il polo delle libertà se ne aggiudica sette e altrettanti vanno allo schieramento di sinistra. Stesso qua dro per i senatori: quattro a quattro. Tra i «nomi illustri», passa l'ex liberale Alfredo Biondi (tra i fondatori dell'Unione di centro e in corsa con il Polo della libertà). Resta al palo, invece, l'attore Paolo Villaggio (Lista Pannella), fermo al 6,5 per cento nel collegio 8 di Genova e nettamente battuto dall'uomo di destra, Sergio Castellaneta (39,3 per cento), e da tutti gli altri candidati in corsa. Una curiosità, a Roma le cose sono andate male anche per Augusto Fantozzi, candidato al Senato per il Patto per l'Italia e omonimo del più celebre personaggio creato da Villaggio. EMILIA R. La regione «rossa» non cambia colore BOLOGNA. «Colpo grosso» dei progressisti in Emilia Romagna: su 32 collegi uninominali alla Camera, se ne sono assicurati 29, lasciando gli altri tre al Polo della Libertà. Molti i vip che si sono assicurati un posto a Montecitorio correndo nella regione più «rossa» d'Italia. Tra gli eletti leader come Achille Occhetto, che nel collegio 14 ha vinto largamente il confronto con il bolognese «doc» Casini; il segretario del psi Ottaviano del Turco; il repubblicano Giuseppe Ayala. Eletti anche Ermanno Gorrieri, il docente universitario modenese leader del Centro cristiano democratico; Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari vittime di Ustica. Fra gli altri promossi il leader Verde Gianni Mattioli. Bocciato a Piacenza, il cantautore Pierangelo Bertoli, sconfitto dall'alleanza Bossi-Berlusconi. I progressisti hanno fatto la parte del leone anche per il Senato: in Emilia Romagna i candidati della Sinistra hanno vinto il confronto in 14 seggi su 15. Eletta Aureliana Alberici, moglie di Achille Occhetto. MARCHE Promosso Manconi Bocciato Sgarbi ANCONA. Le Marche sono diventate una regione progressista, gli elettori hanno spostato il baricentro delle preferenze sulla sinistra dopo che fino al '92 si era assistito a una sorta di equilibrio fra la de e il psi-pds. Il Patto per l'Italia ha conservato tuttavia un suo ruolo, e la sua percentuale di voti è migliore della media nazionale. La vittoria dei Progressisti è marcata sia al Senato sia alla Camera dove i suoi rappresentanti hanno conquistato tutti i seggi assegnati con il maggioritario. Fra gli eletti anche il sociologo Luigi Manconi. Nel collegio di San Severino il progressista Luigi Giacco ha prevalso su Vittorio Sgarbi. UMBRIA Trionfo progressista Escluso Enrico Manca PERUGIA. L'Umbria si conferma regione di sinistra, ed elegge tutti i candidati progressisti nei collegi uninominali: 5 al Senato e 7 alla Camera. Con il recupero proporzionale, vanno a Palazzo Madama un candidato di An e uno del Patto per l'Italia, mentre per Montecitorio la spuntano un candidato di An e uno di Forza Italia. Dei dodici nuovi parlamentari progressisti cinque sono giornalisti: Ferdinando Adornato, Walter Veltroni, Giuseppe Giulietti, Leonardo Caponi e Paolo Raffaelli. Fra i bocciati Enrico Manca, capolista psi per la quota proporzionale, l'ex parlamentare de Franco Ciliberti, capolista del ppi per la quota proporzionale, l'ex socialista Andrea Cavicchioli, oggi con il Patto, e il noto penalista perugino Fabio Dean, candidato per il Patto per l'Italia. Bocciati anche Enrico Ferri (psi), Alfredo Galasso (Rete) e Giorgio Bogi (Ad), in corsa per la proporzionale dove i loro partiti non hanno raggiunto il quorum del 4 per cento. TOSCANA Sinistre all'80% Agli altri le briciole FIRENZE. Il cartello progressista fa l'en-plein nei seggi assegnati con il maggioritario: 29 su 29 alla Camera, 14 su 14 al Senato. A questi vanno aggiunti i tre seggi conquistati dal pds con la quota proporzionale e il seggio ottenuto da Armando Cossutta per Rifondazione comunista. Complessivamente l'alleanza delle sinistre rappresenta l'80 per cento della nuova rappresentanza parlamentare Toscana. Forza italia potrà contare su tre eletti alla Camera al proporzionale (tra cui Tina Lagostena Bassi) e su due al Senato. Un seggio alla Camera anche per la Lega e per An, che conquista anche un senatore. Con la quota proporzionale va a Montecitorio anche Alberto Michelini, il pattista battuto nettamente da Berlusconi a Ro¬ ma. Il Patto conquista anche due senatori: Mauro Favilla e il produttore cinematografico e presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori. LAZIO Fini e Berlusconi Roma si scopre «nera» ROMA. Il Lazio non è più una regione tradizionalmente di sinistra. A Roma Alleanza nazionale è il primo partito della città al proporzionale, e il suo segretario Fini è il primo degli eletti con quasi 50 mila voti preferenziali. Anche il secondo eletto a Roma è di Alleanza nazionale, si tratta dell'ex de Publio Fiori. Terzo nella graduatoria Silvio Berlusconi che ha sbaragliato Luigi Spaventa nel collegio di Roma 1. Anche i cittadini della provincia laziale hanno premiato Berlusconi ma senza umiliare il pds (24% contro 23%). I seggi sono comunque in maggioranza per il polo di destra. Il reatino, tradizionalmente di estrema sinistra, è passato in blocco con Rositani, candidato di Alleanza nazionale. ABRUZZO E' diventata la regione più «progressista» L'AQUILA. L'Abruzzo è la regione più progressista d'Italia. Su cinque collegi senatoriali sono stati eletti cinque candidati progressisti; dieci sono stati i candidati della lista progressista eletti all'uninominale della Camera, su un totale di undici collegi. L'Abruzzo, da regione a prevalente elettorato de è ora progressista. L'unico collegio dove i progressisti non sono riusciti a spuntarla è stato in quello di Chieti, patria dell'ex ministro Remo Gaspari, dove ha prevalso il candidato di Alleanza Nazionale. Tra i progressisti eletti figurano i giornalisti Miriam Mafai a Pescara, Alberto La Volpe a Sulmona, il magistrato Giuseppe Di Lello ad Ortona. Tra gli esclusi l'ex direttore del Gr2 , Marco Conti (ppi). MOLISE Bocciati a sorpresa i giudici-candidati CAMPOBASSO. Progressisti in lievissimo vantaggio sul polo della Libertà: su tre seggi per la Camera, due sono andati all'alleanza delle destre, uno al cartello di sinistra. Situazione opposta al Senato: due seggi su due ai progressisti. Molti i candidati eccellenti bocciati in Molise dal responso delle urne. Nella lista figurano il procuratore della Repubblica di Campobasso Oscar Mele, candidato per il Polo del Buon Governo nel collegio del capoluogo, il gip dello stesso tribunale, Enzo Di Giacomo, che rappresentava i Progressisti alla Camera a Isernia. CAMPANIA «Boom» di Mancino Nusco boccia De Vito NAPOLI. La Campania ha decisamente scelto il polo dei progressisti, eleggendo 27 deputati su 47 assegnati nei collegi uninominali e 15 senatori su 30. Al «polo delle libertà» sono andati 17 deputati uninominali e 10 senatori. Il «Patto per l'Italia» è riuscito a piazzare tre deputati e 5 senatori, grazie alle residue forze delle oasi bianche di Avellino, del Cilento e del Sannio, che sono state, viceversa, travolte nella roccaforte dell'alta Irpinia, dove gli ex de passati al ppi avevano un conto in sospeso con Martinazzoli e Segni che avevano negato la canditura a Ciriaco De Mita (il Patto ha eletto Nicola Mancino, con una schiacciante vittoria nel XVII collegio). Ne hanno fatto le spese l'ex ministro per il Mezzogiorno, De Vito, candidato nel collegio di Nusco, ed il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Gargani. Tutti bocciati i candidati che avevano dei conti aperti con la giustizia. Le uniche eccezioni le hanno fatte registrare Umberto Ranieri (pds) e Carmine Mensorio (ex de). Sono solo 4, infine, le donne elette: due alla Camera (Alessandra Mussolini di An ed Annamaria Procacci, progressista), e due al Senato (Graziella Pagano ed Ersilia Salvato, entrambe progressiste). PUGLIA Il «telesindaco» non riesce a ripetersi BARI. Al sindaco teletribuno Giancarlo Cito, eletto primo cittadino a furor di popolo nelle ultime amministrative di tre mesi addietro o leader della lista di At6-Lega di azione meridionale, dichiaratamente di destra, non è riuscita la replica alle politiche. Al Senato nel collegio del capoluogo è risultato vincente il sen. Ippazio Stefano (pds) che ha battuto il braccio destro del sindaco, Gaetano De Cosmo, una vittoria consolidata da quella del sen. Rocco Loreto (pds) sindaco di Castellaneta anche egli riconfermato a Palazzo Madama. Alla Camera se nei tre collegi della provincia si è registrata la vittoria dei candidati del Polo di destra - con la secca sconfitta dell'alleato di Cito con la lista Viva Zapata, il principe «nero» Lillio Sforza Ruspoli, fondatore dei Centri di Azione Agraria - a Taranto città sono risultati eletti l'ex sindaco pds Giovanni Battafarano e l'attuale vicesindaco Pietro Cernilo, ex parlamentare msi e «cervello» della formazione politica di Giancarlo Cito. BASILICATA Quasi una rivoluzione cancellato il centro POTENZA. Clamoroso il responso delle urne in Basilicata: con il 40 per cento dei voti, i progressisti hanno ottenuto 8 parlamentari, la stessa forza che fino a sabato aveva la democrazia. Gli altri eletti sono 3 di An, uno dei Ccd e due Pattisti, fra cui l'ex de demitiano Angelo Sanza. Per la prima volta eletta in regione una donna: è la farmacista Magda Cornacchione (progressista, ex psdi). Non ce l'ha fatta invece l'ex sottosegretario al Tesoro socialista Maurizio Sacconi, candidato con Forza Italia nel proporzionale. CALABRIA Tredici uscenti resteranno a casa REGGIO CALABRIA. La destra si aggiudica sette deputati e tre senatori con l'uninominale, i progressisti 7 senatori e 10 deputati. 10 deputati uscenti e tre sottosegretari in carica non ritorneranno a Roma come deputati o senatori. Gli elettori dei collegi uninominali e senatoriali hanno preferito altri candidati. Sandro Principe, sottosegretario al Lavoro, candidato alla Camera nel collegio 5 per il Patto, è stato sconfitto dal candidato dei progressisti Sergio De Julio. Mentre Paolo Bruno, sottosegretario alle Finanze, candidato alla Camera per il Patto nel collegio 2, è stato superato dal candidato dei progressisti. E' stato sconfitto il terzo sottosegretario del governo Ciampi, il senatore Antonino Murmura, candidato per il Patto nel collegio 6 di Vibo, che è stato conquistato dai progressisti. SICILIA Quasi ignorate le liste «fai da te» PALERMO. Le liste fai da te non ce l'hanno fatta. Gli elettori siciliani hanno bocciato senza appello i protagonisti chiacchierati di tante stagioni politiche, uomini potentissimi (e talora plurinquisiti) che, esclusi dalle liste di centro, di destra e da quelle progressiste, avevano messo in piedi proprie formazioni politiche. E' affondato ad Agrigento l'ex de Calogero Mannino e non è andata meglio all'influente ex presidente della Regione Sicilia Rino Nicolosi che, a Catania, con la sua lista «Sicilia futura» si è fermato allo 0,5% dei voti. Bocciato anche l'ex ministro psi Capria, in lizza a Messina. Su 34 parlamentari uscenti, ricandidatisi in Sicilia, gli scontri si sono risolti a tutto svantaggio degli uscenti stessi: 25 sono stati «trombati» e solo 9 sono riusciti a tornare alla Camera o al Senato. Ritorneranno al Senato Carmine Mancuso (Rete, ma non i colleghi Fava e Galasso), Maria Luisa Moltisanti (An) e il pdiessino Concetto Scivoletto e alla Camera dei deputati Salvatore D'Alia e Santino Pagano (ex de) rieletti nel «Polo libertà», il pdiessino Angelo Lauricella, Enzo Tramino, Guido Lo Porto e Domenico Nania di An. SARDEGNA Segni perde in casa rientra col «recupero» CAGLIARI. L'exploit di Forza Italia, che in Sardegna con il 21,8% alla proporzionale per la Camera è il primo partito, è stato uniforme in tutte le zone dell'Isola. Dalle minerarie a quelle industriali. Il pds, nonostante il 19,3% ottenuto nella proporzionale alla Camera, elegge un solo deputato, in quanto gli altri tre eletti dai progressisti sono di Rifondazione, che ha ottenuto il 5,9%. Successo alla proporzionale della Camera anche per il Patto Segni che ha toccato il 17,9% contro il 9,2% del ppi, riscattandosi dalla sconfitta nei Collegi uninominali per la Camera e per il Senato. Cifra record in Sardegna, con il 12,1 per cento, per Alleanza nazionale, ora quarto partito. Il terremoto elettorale ha provocato un profondo rinnovamento nella rappresentanza (18 deputati e 9 senatori) parlamentare dell'isola: solo 7 i superstiti del precedente Parlamento.