E Forza Italia sorpassa il Carroccio anche a Milano

E Fona Italia sorpassa il Carroccio anche a Milano E Fona Italia sorpassa il Carroccio anche a Milano la guerra m famìglia CMILANO OME siamo andati con la scheda grigia?». Solo le sette del mattino, quando lascia la pizzeria Patrizia e se ne torna a Gemonio, Bossi si ricorda (o finge di) la sua scommessa da Piazza Duomo: «La sera del 29 marzo, quando si aprirà il pentolone del voto, uscirà potentissimo il Rombo di Tuono della Lega!». Non c'è stato, un rombettino appena. E Forza Italia, nella padania lumbarda, nel veneto di Franco Rocchetta, nel Piemonte dello sconfortato Gipo Farassino, ha battuto la Lega Nord. Sconfitta pesante soprattutto nelle città. Di poco, e per questo peggiore, nella provincia dei duri e puri. E' stato Silvio Berlusconi, a metà mattina, con tono piuttosto fermo, a far notare a Bossi il risultato della scheda grigia. Bossi ha incassato, e non ha preso sonno fino alle due del pomeriggio. Telefonate a Milano, a Venezia, Trento, Trieste, Genova, Torino. Ovunque la stessa risposta: «Ci hanno sorpassato di brutto». Berlusconi, in questa prima telefonata nel dopo-voto, ha ricordato a Bossi quella che si chiama «pari dignità del voto»: i tuoi sono stati eletti con una maggioranza di voti miei. Bossi incassa ancora: «Forza Italia non è una forza politica - si consola - la forza politica vera siamo noi». Parola d'ordine: non parlate della scheda grigia. Solo un accenno da Bossi, in conferenza stampa: «Certo che il Nord dorme dalla grossa se non si accorge che gli vogliono portar via il portafoglio». 50 comizi, 22 mila chilometri in campagna elettorale, sempre con lo stesso imperativo categorico: convincere gli elettori, ex leghisti o potenziali, a non mettere su Forza Italia quella croce, a metterla invece sulla scheda grigia del proporzionale con simbolo Lega Nord: «Questo sarà il nostro Rombo di Tuono! Ci mancherebbe altro che il primato nel Nord l'avesse l'amico di quel Crapùn di Bettino Craxi!». Nell'Italia settentrionale la Lega è ferma al 17 per cento, Forza Italia passa il 23. A Mila- no Lega al 16 e Forza Italia al 28,6. «Io non ci farei su un romanzo - tenta di sdrammatizzare Maroni -. Vuol dire che non siamo riusciti a far capire a tutti quel che è successo. Non ci fossimo alleati avremmo fatto una brutta fine». Marco For- mentini, il sindaco di Milano, legge le percentuali e non si stupisce: «Forza Italia è portatrice di obiettivi simili ai nostri, ma più accessibili al pubblico. Un messaggio rigoroso come quello della Lega, che ha in sè passaggi obbligati come quello di cambiare lo Stato, è più difficile da cogliere». Ma proprio su Milano i risultati dicono che la Lega nel '92 aveva il 18 per cento e adesso è al 17, un punto in meno, mentre Forza Italia salta al 28. Alle amministrative di giugno '93, quelle dell'elezione di Formentini, il futuro sindaco al primo turno aveva raggiunto il 40 per cento: «Domenica e lunedì spiega il neodeputato Boberto Ronchi, che è riuscito nel miracolo di battere Nando dalla Chiesa, dato per favorito da tutti i sondaggi - noi e i berlusconiani abbiamo preso il 45 per cento. E' un buon segnale per il sindaco». E per la Lega? Ronchi non risponde, sarà la stamehezza, sarà quella parola d'ordine». A sentire i leghisti Forza Italia non sarebbe un problema. Restano convinti, Bossi dixit, che Forza Italia si è presentata a queste elezioni politiche e non si ripresenterà più. «E' come una di quelle fidanzatine che sai benissimo che non sposerai mai - è la spiegazione di Ronchi -. Magari è pure bruttina, piena di difetti, ci esci una volta e sai già che te la dimenticherai in fretta». Come ha detto Bossi, se Berlusconi non va a Palazzo Chigi, se Forza Italia non entra nel governo, tutto si squaglia in fretta, no? Maroni, indirettamente, conferma: «Oggi Forza Italia c'è, domani ci sarà ancora. E dopodomani?». Ma i dati restano implacabili, Berlusconi li farà pesare. Lombardia 1, Lega 17,4 e Forza Italia 28,2. Lombardia 3, 18,7 contro 26,7. Piemonte 1, 11,9 contro 25,8. Veneto 1, 20,8 contro 23,2 e così via. Resistono imperterrite solo le fortezze della bergamasca, presidiate dal neosenatore Massimo Dolazza. Luigi Negri, il segretario dei lumbard, nonostante la legnata esulta: «Dedico la grande vittoria leghista lombarda ai militanti che hanno lavorato giorno e notte con umiltà e dedizione». Facile consolarsi: in Lombardia hanno lasciato alle sinistre un solo collegio. [gio. cer.] ■::,■:::,:::.::■.■.,::.:::■.■:,. :■ . ■ :' ,■ :. ...::.:::.:.:/:: ,::. : '.... .. ' .-. ' . ■ . ■ : . . . ; .: :::■.■:■::■:::■::■■ .. .: . ■ ■ 1 : ■:■ ■: : . 11 ■ : :.■■■:■■:■■■:■■ ■ :■:■■:■:■:■:■: ■:■:■: ■■■ ■■■■■■:■■ ■ . ■■:■■■■■::■■■: ■:■::■::■:■:■:■:■: ■ ■ ■::■:■:■:■:■:■■■:■■:■:■ : IL DUELLO alnord LEGA FORZA ITALIA ITALIA SETTENTRIONALE * 17,0 23,5 MILAN0 CITTA' 16,0 28,6 L0MBARDIA1 17,4 28,2 L0MBARDIA 3 18,7 26,7 PIEM0NTE1 11,9 25,8 PIEM0NTE 2 19,8 27,4 VENET01 20,8 23,2 VENET0 2 22,9 24,3 TRENTIN0 7,5 15,6 EMILIA-ROMAGNA 6,4 16,5 PERCENTUALI SUL VOTO PROPORZIONALE.