Fini incorona Berlusconi premier

Alleanza nazionale: nel nuovo governo ci saranno anche nostri «tecnici» Alleanza nazionale: nel nuovo governo ci saranno anche nostri «tecnici» Fini incorona Berlusconi premier Primo incontro ieri con il Cavaliere: è lui il vero vincitore «Bossi deve accettare il verdetto delle urne e rassegnarsi» ROMA. «Dobbiamo scambiare quattro chiacchiere tra di noi, prima di incontrare i rappresentanti dei carabinieri». Mentre parla con il neosenatore Luigi Ramponi, ex coordinatore del Sismi, Maurizio Gasparri, direttore del Secolo d'Italia, non sta più nella pelle. Ha l'occhio lucido. E l'aria di chi avendo già sulle spalle responsabilità di governo si premura di rassicurare l'apparato. Dopo anni di emarginazione, il movimento sociale è giunto a un soffio dall'agognata legittimazione. Che solo Silvio Berlusconi può dargli. Per questo i missini si stringono attorno al Cavaliere. Sono loro i suoi più fedeli alleati. Infatti, se l'ex patron della Fininvest riuscirà a mettere in piedi un esecutivo, gli uomini della Fiamma avranno raggiunto il traguardo: «E la rottura con il passato sarà definitivamente consumata», spiega Publio Fiori, deputato di Alleanza nazionale. La meta, dunque, è vicina e Gianfranco Fini non intende certo lasciarsela sfuggire: il segretario missino incontra Berlusconi e gli rinnova la sua offerta di collaborazione. «E' giusto - gli dice - che sia tu a guidare il nuovo governo perché il responso delle urne è chiaro: Forza Italia è il partito di maggioranza relativa». In cambio, il numero uno del msi chiede che il movimento sociale non sia ridotto al rango di mero sostenitore esterno. Il che non vuol dire che il leader della Fiamma pensi di spedire nella nuova compagine missini di stretta osservanza. «Non sono così ingenui da non capire che politicamente sarebbe impossibile», osserva Ombretta Fumagalli Carulli, dei ccd. E del resto l'è- scamotage c'è. Spiega infatti Gasparri: «Nel governo ci saranno dei "competenti", dei "tecnici", non uomini di partito». Come Domenico Fisichella e Ramponi, tanto per citarne due. Per riuscire nel loro intento i missini sono pronti anche ad accordarsi con l'odiata Lega. Fini, con Berlusconi, si è detto dispostissimo ad un incontro a tre con Umberto Bossi. E se il leader del Carroccio continuerà a far le bizze? «Allora il Cavaliere gli scatenerà contro Rocchetta», risponde ridacchiando Teodoro Buontempo. Mentre il segretario della Fiamma replica serio serio: «Vuol dire che Bossi si assumerà la responsabilità gravissima di tradire il responso delle urne e la volontà del popolo italiano, che ha dato la maggioranza a Forza Italia. Ma io sono convinto che il governo si farà prima di quanto si pensi, e non sarà un esecutivo istituzionale». I missini hanno preso talmente sul serio il loro ruolo che persino Buontempo, detto «er pecora», sembra un uomo nuovo (soltanto l'altro ieri sera, a piazza del Popolo, si è fatto prendere dall'euforia ed è tor- nato quello di un tempo). Certo, qualche malignità nei confronti del Cavaliere tra di loro se la lasciano scappare. Dicono che alla lunga non resisterà, che alla fine in campo resteranno solo gli uomini della Fiamma. Ma le chiacchiere non contano. Contano i gesti, le iniziative, i fatti. Conta la retromarcia di Fini su Scalfaro. Sino a qualche giorno fa ne chiedeva le dimissioni, adesso, invece, si adegua. Berlusconi ha lodato il Presidente? E lui afferma: «La permanenza di Scalfaro al Quirinale è uno dei temi, ma non è il tema dei temi, ci sono cose più importanti, come dare un governo al Paese». C'è sintonia, tra il Cavaliere e il capo della Fiamma. Tanto che quando il primo annulla la conferenza stampa, il secondo parla in sua vece, in un incontro con i giornalisti che era stato già fissato, ma che ora assume un'altra importanza. E' Fini dunque a rassicurare il Centro e a tentare qualche avance in quella direzione, presentandosi come il capo di una forza tran¬ quilla e non della destra forcaiola. E così facendo lascia intendere che Giovanni Spadolini può rimanere al suo posto: «Io spero - dice - che le opposizioni vogliano partecipare alla definizione delle presidenze di Camera e Senato: per queste cariche sarebbe auspicabile una maggioranza più ampia di quella che sosterrà il governo». Del resto, a chi se non a Fini conviene aprire un canale con il Centro? In questo modo la legittimazione della Fiamma diventerebbe un fatto compiuto. Di un possibile allargamento della maggioranza, d'altra parte, il capo del msi e il Cavaliere hanno già discusso. «E non è affatto escluso - sottolinea Gasparri - che alla fine qualcuno nel ppi e nel patto non propenda per questa soluzione». Ma una simile operazione può passare attraverso la presidenza del Consiglio Cossiga? Il leader del msi nega con decisione questa eventualità: «Lui ormai si è defilato e non credo che potrebbe agevolmente rientrare in campo». Per l'ex Capo dello Stato i missini hanno un altro progetto. Come spiega Ignazio La Russa: «In questa legislatura dobbiamo approvare una riforma costituzionale per arrivare all'elezione diretta del Presidente della Repubblica. In questo caso Scalfaro si dimette e al suo posto viene candidato Cossiga». Ma il nome dell'ex inquilino del Colle potrebbe rispuntare. Il suo, o quello di un altro esponente che non fa parte del polo della libertà, nel caso in cui Berlusconi fallisse. Servirebbe ad ammorbidire le perplessità di una parte almeno del Centro. Di quella che sembra già piuttosto propensa a trattare con la destra. Come dimostrano le dichiarazioni di Roberto Formigoni, che dice. «Si apre una fase di confronto: il Paese ha bisogno di un governo. E il governo, nella fase nuova che si è aperta, si fa sulla base dei programmi». E se una fetta del Centro cede, per l'msi si aprirà da subito una nuova era. Maria Teresa Meli «Su Scalfaro non c'è fretta Per le cariche istituzionali trattative con l'opposizione» Teodoro Buontempo Nella foto grande il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini L'ex esponente democristiano Publio Fiori

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