I Vescovi e il Cavaliere di R. I.

I Vescovi e il Cavaliere I Vescovi e il Cavaliere Bettazzi: libertà dell'egoismo Riboldi: non sa nulla del Sud ROMA. Che l'unità politica dei cattolici non fosse un «dogma di fede» lo aveva ricordato il segretario della Cei, mons. Dionigi Tettamanzi a chiusura dell'ultimo incontro dei vescovi italiani. E l'elettorato, anche cattolico, sembra aver preso in parola il prelato spostando gran parte dei suoi consensi verso la destra. Un effetto previsto, questo, dal veitice episcopale italiano? Forse, ma la Chiesa in Italia punta ancora sul centro e su un partito che raggruppi i cattolici. Attendismo, invece, per quanto riguarda Berlusconi. Un personaggio, ha tenuto a sottolineare il commentatore della Civiltà Catto lica, Padre Angelo Macchi, che rappresenta il «fenomeno nuovo, più appariscente di questa tornata elettorale. Ma per lui non sarà tanto facile riuscire a fare un governo, mettendo d'accordo Bossi e Fini». Per Padre Federico Lombardi, direttore dei programmi della Radio Vaticana, «se in futuro vorremo di meglio, dovremo parzial¬ mente costruirlo, rimettendo in gioco nella vita politica, anche come credenti, competenze, capacità e risorse morali che, come sappiamo, ne erano rimaste lontane per troppo tempo». «E' singolare - dice polemico il vescovo di Ivrea, Mons. Bettazzi - che progresso e solidarietà siano stati visti in questa campagna elettorale contrapposti alla libertà. Una libertà di fare quello che si vuole, che in realtà favorisce chi ha a disposizione maggiori beni». Preoccupato «per un Sud che non riesce a decollare e per uomini poltici che del nostro Mezzogiorno non ne sanno nulla, come Berlusconi e Bossi», è poi il vescovo anti-camorra, Mons. Antonio Riboldi. Infine il Sir, il Servizio di informazione religiosa del Vaticano, scrive: «Quel che è certo, è che il Paese richiede oggi da parte della rappresentanza politica una chiara assunzione di responsabilità. 11 primo problema da risolvere è un saldo accordo di governo», [r. i.]

Luoghi citati: Ivrea, Roma