Tangenti Pinerolo Scattano manette di Claudio Cerasuolo

Tangenti Pinerolo Scattano manette Cento milioni per l'ospedale Tangenti Pinerolo Scattano manette Cinque ordini di custodia cautelare per una mazzetta di cento milioni sull'appalto per i lavori di ampliamento dell'ospedale Agnelli di Pinerolo. Nell'ultimo capitolo dei giudici di mani pulite ci sono nuovi personaggi della malasanità: come il consigliere provinciale de Francesco Camusso, ex sindaco ed ex presidente dell'Usi di Pinerolo; come Mario Mauro, sindaco di Prarostino (un piccolo comune del Pinerolese) ed ex vicepresidente dell'Usi di Pinerolo. Ma ci sono anche imputati già coinvolti in precedenti inchieste: l'ex assessore regionale alla Sanità, il socialista Eugenio Maccari, per cui era stato firmato il quarto ordine di custodia cautelare in carcere; Fabrizio Fabbri, ex amministratore straordinario dell'Usi di Pinerolo ed ex membro del comitato di gestione dell'Usi 4 Maria Vittoria; e Ezio Magnano, amministratore straordinario dell'Usi 9 (ospedali Sant'Anna, Cto e Regina Margherita). Fabbri e Magnano sono al secondo arresto per corruzione. A dare il via alle indagini del sostituto procuratore Vittorio Corsi sono state le dichiarazioni dell'ex proprietario del Torino Calcio, Gian Mauro Borsano, ex parlamentare socialista, anch'egli pesantemente coinvolto in numerose inchieste. Borsano ha scelto di collaborare con i magistrati e ha raccontato: «Pagai una mazzetta di cento milioni perché la ditta di costruzioni Astrid, assorbita dalla Gima (la capofila delle società del parlamentare, n.d.r.), ottenesse i lavori di ampliamento e della nuova piastra servizi dell'ospedale di Pinerolo. Consegnai i soldi all'architetto Antonio Savoino, che distribuì i due terzi alla de locale, un terzo ai socialisti». L'architetto Savoino, grande manovratore degli appalti della sanità in Piemonte, è un personaggio centrale nelle inchieste dei giudici di mani pulite. I soldi per i lavori di ampliamento dell'ospedale, che provenivano dalla finanziaria dell'88, furono consegnati a Torino. Borsano e Savoino sono entrambi indagati per corruzione in questa inchiesta. Ieri Maccari si è presentato alle 15 in Procura, è entrato nell'ufficio del pm Corsi con il difensore Rossomando ed ha ammesso di aver preso quei soldi ottenendo la revoca della misu¬ ra cautelare. Maccari era finito la prima volta in manette nell'inchiesta sulle tangenti promesse per la costruzione dell'ospedale di Asti. Dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, nel novembre del '93 era stato nuovamente catturato per una tangente di 650 milioni pagata per l'Elisoccorso. E il 15 gennaio scorso era finito ancora alle Vallette per una tangente pagata per appalti nel Verbano e a Domodossola. Anche Mario Mauro ha scelto di collaborare con gli inquirenti: avrebbe fatto ampie ammissioni e ottenuto la revoca dell'ordine di cattura. Sono invece finiti alle Vallette Magnano e Fabbri. Manca ancora all'appello Francesco Camusso. Pare che intenda presentarsi oggi nell'ufficio del dottor Corsi. Claudio Cerasuolo Francesco Camusso (a sin.) ex sindaco di Pinerolo e Mario Mauro sindaco di Prarostino coinvolti nell'inchiesta

Luoghi citati: Domodossola, Piemonte, Pinerolo, Prarostino, Torino