Galgani l'azzurro peggiore
Il tonfo in Davis riaccende le critiche alla gestione del tennis Il tonfo in Davis riaccende le critiche alla gestione del tennis Guigoni, l'azzurro peggiore Dal 76 al timone, la barca affonda madrid DAL NOSTRO INVIATO Un mese fa l'Italia della neve e del ghiaccio tornava da Lillehammer con un forziere pieno di medaglie. Ieri l'Italia della racchetta è rientrata da Madrid con un'altra sconfitta da mettere in bacheca, dove lo spazio comincia ormai a mancare. C'è un'Italia che vince e un'Italia che perde. Meglio, ci sono federazioni che vincono e federazioni che perdono. Quella del tennis le batte tutte. Non esiste uno sport, nel nostro Paese, dove il giocatore migliore è il numero 37 nelle classifiche mondiali. Abbiamo solo tre uomini nei primi cento, e la colpa non sta nell'indole un po' troppo latina dei nostri giovani, come vogliono far credere i padroni del vapore. La colpa è di quanti stanno affossando il tennis mentre dicono di volergli bene. Meno di un anno fa, dopo la sconfitta di Firenze con l'Australia, Mario Pescante, presidente del Coni, scese in campo per richiamare all'ordine, diciamo così, i responsabili della federazione. La quale, fra l'altro, è più ricca di tante altre che magari meriterebbero di più. E che cosa è successo? Che cosa è cambiato? Paolo Galgani, presidente e avvocato, ha assunto Tomas Smid per dare una parvenza di organizzazione al settore tecnico, ma in realtà le funzioni dell'allenatore ceko (ingaggiato per 300 milioni l'anno) erano e sono alquanto misteriose. Smid dovrebbe preparare al professionismo, con tutto quel che comporta, un gruppo ristretto di giovani promettenti, il che di per sé non è compito di poco conto. Ma l'errore, se così si può chiamare, è di credere che l'ingaggio di Smid possa chiudere la questione e risolvere il problema. Di Smid ce ne vorrebbero dieci, tanto per incominciare, e tutti con obiettivi chiari, disponibilità di denaro e libertà di decisione, cosa che Galgani, dicono, non pare molto disposto a concedere. Galgani è presidente della federazione tennis da oltre 17 anni. Si sedette sulla poltrona nel 1976, poco prima di vincere la Coppa Davis in Cile, e da allora, a parte qualche successo a livello giovanile, l'Italia della racchetta è andata via via affondando nella palude. Galgani ha molti amici, che gli permettono di vincere sempre le elezioni, ma anche qualche nemico, che cifre alla mano lo accusa di parecchie colpe: a parte i risultati, che sono sotto gli occhi di tutti, i critici parlano di gestione clientelare dell'attività, di organizzazione geopolitica del settore tecnico, di scarsa propensio¬ ne alla delega. Può essere che Galgani non si sia mai macchiato di simili colpe, e che queste siano solo malignità dei suoi avversari: resta tuttavia il fatto che il tennis italiano, per dirla in una parola, è finito nel guano. Dal 1981, cioè da quando sono stati formati i nuovi tabelloni della Coppa Davis, l'Italia non è mai retrocessa in serie B. Come Australia, Cecoslovacchia e Svezia. Però questo significa poco o niente. Ci sono nazioni che sono finite in B e che sono molto più forti di noi, tipo Stati Uniti e Spagna, Germania e via di seguito. In cinque occasioni la nostra piccola nazionale si è salvata con gli spareggi, che dovrà affrontare anche stavolta, dal 23 al 25 settembre: gli esami di riparazione. Nel tabellone a 16 squadre sarà in compagnia di India, Belgio, Danimarca, Ungheria, Israele, Australia e Austria, che sono state sconfitte al primo turno, e di al- tre otto formazioni che usciranno dai raggruppamenti della zona euro-africana (dove si è già qualificato il Sudafrica), della zona americana e della zona Asia-Oceania. Gli incontri di qualificazione non si sono ancora conclusi, lo saranno la prima settimana di maggio. Alla fine dello stesso mese avverrà il sorteggio, e che il Dio del tennis ce la mandi buona. Partiamo con un vantaggio: saremo una delle otto teste di serie, il che significa che non avremo gli avversari più forti. Ma i pericoli non mancano lo stesso, si capisce, e molto dipenderà se giocheremo in casa o in trasferta. La regola è la seguente: in caso di squadra già affrontata, vale la norma dell'alternanza, bisogna dunque vedere dove si è svolto l'ultimo incontro; in caso contrario, tutto è affidato al sorteggio. Carlo Coscia I8 TURNO 2* TURNO ì SEMIFINALI FINALI 25/27 MARZO INDIA 0 statiuniti 5 r 0landa 5 BELGI0 0 [ svezia 5 DANIMARCA 0 h francia 4 UNGHERIA 1 r ISRAELE 1 rep. ceca 4 [ russia 4 AUSTRALIA 1 h spagna 4 ITALIA 1 [ AUSTRIA 2 germania 3 \ 15/17 LUGLIO 23/25 SETTEMBRE 2/4 DICEMBRE stati uniti COPPA DAVIS 1994 'olanda svezia •francia rep. ceca •russia spagna 'germania Le squadre con l'asterisco giocano in casa Paolo Galgani è sotto accusa
Persone citate: Carlo Coscia, Galgani, Mario Pescante, Paolo Galgani, Tomas Smid
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