la fantasia di Asprilla fa paura al Benfica

la fantasia di Asprilla fa paura al Benfica COPPA DELLE COPPE Il Parma recupera Minotti, Brolin e Crippa stasera a Lisbona per il primo match di semifinale la fantasia di Asprilla fa paura al Benfica Ma Scala ammonisce: guai a strafare, rischieremmo bastonate LISBONA DAL NOSTRO INVIATO Da Eusebio, la perla nera del Mozambico, ad Asprilla, la pantera nera della Colombia: il passato e il presente a confronto nella sfida di stasera tra Benfica e Parma, andata per le semifinali di Coppa delle Coppe. Adesso ò Asprilla a incutere timore ai portoghesi (anche se Mozer, il suo controllore, dice che non ò il più forte attaccante del mondo, in Brasile ce ne sono di migliori), come un quarto di secolo fa era Eusebio a terrorizzare gli avversari. Faustino si schermisce: «Non gioco da solo». E il paragone con Eusebio lo lascia indifferente: «Altri tempi, altro calcio. Io sono qui per vincere. Voglio disputare la mia prima finale europea, dopo aver saltato quella di Wembley». Arriva Zola e gli grida: «Dai Kalimero». E, dopo averlo ribattezzato con il nome del simpatico pulcino, gli stampa un bacio sulla pelata, con amicizia e riconoscenza. Prima di congedarsi. Asprilla fa una considerazione: «Mi entusiasma giocare nel mitico stadio Da Luz, davanti a tanta gente. E il campo, largo 72 metri, offrirà spazi per il nostro contropiede». Tre eurogol la scorsa stagione, due in quella attuale. Asprilla ha aspettato le semifinali per scatenarsi? Se lo augura anche Scala, in gran forma dialettica dopo il week-end a Lisbona dove saba¬ to ha spiato un Benfica in maschera: «Un po' come il Parma con l'Atalanta. Il vero Benfica lo vedremo contro di noi». Ed ai gialloblù ha mostrato il filmato di Bayer Leverkusen-Benfica, spiegando che non va sottovalutata la rapidità di Joao Pinto, Iuran, Kulkov e Bui Costa, che sanno dare vita ad una girandola di offensive. Il recupero di Minotti (naso fratturato) e quello di Brolin e Crippa danno tranquillità al tecnico: «Nessuna paura del Benfica, una squadra al nostro livello. E non ci fa impressione l'antico splendore dei lusitani né l'ambiente, che potrà emozionare qualcuno dei miei solo per un paio di minuti. Però, se vorremo strafare, se non applicheremo il solito gioco, prenderemo delle bastonate. Dovremo puntare sul collettivo per esaltare la fantasia di Zola e Asprilla». Scala sogna la finalissima di Copenaghen e il bis in Coppa delle Coppe, anche se sa che ci sarà da soffrire, proprio come è capitato alla Juve nella scorsa stagione: «Comunque finirà, questo Parma merita un applauso per quello che ha fatto in Europa, anche se, in campionato, ci sono state prestazioni scellerate e abbiamo perso punti incredibili per mancanza di maturità. Se cresceremo, lo stesso organico potrà in futuro puntare allo scudetto, con minimi ritocchi, magari attraverso qualche scambio. Grun è l'unico a fine contratto e sarà lui a scegliere se restare o tornare in Belgio. Tra due settimane cominceremo a pensare al futuro». Sicuro il divorzio da Melli. A differenza di altri club italiani, il Panna non ha bisogno di vendere per questioni di bilancio. E Scala dice con orgoglio: «Più tranquilli di noi non c'è nessuno al mondo». Molti suoi colleghi lo invidiano. Tra questi Toni, che guida con la collabora¬ zione del leggendario Eusebio il Benfica: la società più prestigiosa del Portogallo si avvia a conquistare il 30° titolo ma ha rischiato la bancarotta con un deficit di oltre 50 miliardi di lire, pur avendo aumentato i soci da 90 mila a 140 mila nel gennaio scorso. Club polisportivo, da sei mesi non pagava i suoi atleti: quelli dell'hockey a rotelle avevano addirittura acquistato di tasca propria i bastoni e le divise. E, pur avendo sottoscritto con la Parmalat un contratto di sponsorizzazione per 5 miliardi di lire, più una percentuale sulla vendita dei prodotti dell'industria parmigiana, e incassando altri due miliardi dalla gara di stasera (grazie ai 72 mila spettatori ufficiali, secondo le disposizioni Uefa, ma in realtà oltre 100 mila), non ha risolto tutti i suoi problemi. Bruno Bernardi Asprilla (foto): «Voglio disputare la mia prima finale europea dopo aver saltato quella di Wembley E lo stadio Da Luz, largo 72 metri, ci offrirà spazi per il contropiede» Scala: «Il Parma merita già applausi per quanto ha saputo fare in Europa»