Pomeriggio tra voto e perizie di R. Ipp.

Pomeriggio tra voto e perizie Pomeriggio tra voto e perizie Per la concessione, offerta di 750 miliardi ROMA. Disarcionato il Cavaliere. Non è stato facile far perdere Silvio Berlusconi. Ma almeno il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi c'è riuscito. Berlusconi con la sua Fininvest, e con i potenti alleati Fiat e Eni, è stato sconfitto (con una offerta da 750 miliardi presentata dal consorzio Omnitel-Pronto Italia) nella gara per scegliere il gestore privato dei telefonini che si affianca alla Sip. E proprio lui è stato il protagonista di un pomeriggio tormentato. La bocciatura è arrivata mentre si moltiplicavano le voci di una possibile vittoria del Berlusca alle elezioni con il suo movimento Forza Italia. Le prime voci sulle proiezioni elettorali, con le votazioni ancora in corso, sono arrivate a Palazzo Chigi quando Ciampi stava dando il via a un delicato vertice di governo, insieme al sottosegretario Antonio Maccanico. Alla presidenza del Consiglio sono arrivati, uno dopo l'altro, i ministri delle Poste Maurizio Pagani (artefice della liberalizzazione), del Tesoro Piero Barucci, dell'Industria Paolo Savona, della Funzione pubblica Sabino Cassese e delle Politiche europee Livio Paladini. La riunione è stata convocata per le 16,30 di ieri per non interferire con la campagna elettorale. Da giorni si sentiva ripetere (e nessuno ha mai smentito) che in realtà la scelta a favore dell'eterno nemico del Cavaliere, Carlo De Benedetti, sarebbe stata compiuta la scorsa settimana. Ma l'annuncio ufficiale sarebbe stato dato solo ieri. Effettivamente la comunicazione del risultato della gara è stata data intorno alle 21 di ieri. Ma quanto c'è voluto per farlo sapere! A un certo punto c'era chi si chiedeva addirittura se il vertice interministeriale era ancora in corso. E più si ingrossavano le voci sul possibile successo elettorale del Berlusca, più si alimentavano i dubbi sull'effettiva chiusura della gara. Si poteva far perdere il Cavaliere, ormai considerato vincito¬ re delle elezioni (anche se i cittadini stavano ancora votando)? E si poteva far salire sul podio De Benedetti, l'avversario di sempre? Ma Ciampi è andato avanti. I voluminosi incartamenti con le proposte dei due contendenti sono stati spulciati, analizzati e studiati. Ma che problema occuparsi di onde radio, copertura del territorio nazionale, nuove frontiere delle telecomunicazioni mentre si stava decidendo il destino dell'Italia. E ai ministri convocati da Ciampi si è posto il dilemma: ha davvero senso prendere subito una decisione? Fra problemi tecnici e valutazioni di carattere economico, la politica ha continuato a tenere banco. Le ore sono passate: due, tre, quattro. Possibile che il vertice sia durato così tanto solo per scegliere uno dei due consorzi in gara? Qualcuno fa presente che non c'è nulla di strano: le offerte indicano differenti soluzioni tecniche da valutare attentamente. Ma c'è anche chi ipotizza che non sia stato agevole chiudere la porta in faccia a Berlusconi nel momento in cui si stava per conoscere il risultato elettorale. Ciampi ci teneva a chiudere la partita. Del resto quasi due settimane fa aveva indicato i criteri per la privatizzazione della Stet, la finanziaria per le telecomunicazioni dell'Iri. In altre parole, per un settore così delicato il presidente del Consiglio ha voluto prendere tutte le decisioni di sua competenza. Il verdetto per i telefonini era quindi nell'aria. Ciampi, Pagani, Barucci e gli altri ministri hanno preferito non lasciare eredità in questo campo. Erano in molti, d'altra parte, a chiedere che il gestore privato dei telefonini venisse indicato dal governo in carica, vista la possibilità che Berlusconi diventasse determinante per la formazione di quello nuovo. Il suo rivale nel collegio di Roma centro, il ministro del Bilancio Luigi Spaventa, aveva ipotizzato una rapida soluzione del giallo. E così è stato. [r. ipp.]

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