Riina in aula pensa alle nozze di Enzo Laganà

Riinq in aula pensa alle none Reggio Calabria, l'istanza durante il processo per l'omicidio Scopelliti Riinq in aula pensa alle none Vuole sposare anche civilmente la moglie Ninetta REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' realmente intenzionato a sposarsi Totò Faina. Se non riuscirà forse ad apparire agli occhi dei giudici innocente o comunque estraneo ai tanti reati che gli si addebitano, a quelli della gente almeno vuole dimostrare che, per la donna che gli ha dato quattro figli, ha nutrito e nutre ancora amore vero. E magari far godere - meglio di quanto non l'abbia fatto con un legame soltanto religioso - agli stessi figli ed alla moglie tutti gli effetti che un matrimonio civile comporta. Così, anche a Reggio, i suoi avvocati hanno avanzato al gip istanza perché il capo di «Cosa nostra» possa incontrare in carcere un notaio al quale affidare la procura indispensabile per contrarre matrimonio, per suo posto ed a suo nome, con Antonietta Bagarella. Non si sa ancora se il dottor Cisterna accoglierà l'istanza. Ieri il «boss dei boss» è apparso davanti al magistrato reggino. Con una parte del centro storico cittadino inaccessibile e presidiato da centinaia di militari in assetto di guerra, Totò Riina è entrato nel palazzo di giustizia trasformato in un autentico bunker. Con lui erano presenti altri quattro dei 14 componenti la «commissione provinciale palermitana» (Pippo Calò, Bernardo Brusca, Giuseppe Lucchese e Antonino Rotolo), che sono indagati per l'uccisione del sostituto procuratore generale Antonino Scopelliti, avvenuta il 5 agosto di tre anni fa. Il magistrato avrebbe dovuto sostenere dopo qualche mese la pubblica accusa in Cassazione nel primo maxi processo alla mafia palermitana, impostato da Giovanni Falcone e conclusosi con una serie di pesanti condanne sia in primo che in secondo grado. Secondo le rivelazioni di due pentiti calabresi (Giacomo Lauro e Filippo Barrcca) prima, e di due pentiti siciliani dopo (Giuseppe Marchese e Leonardo Messina), invano i clan palermitani avevano cercato di addomesticare Scopelliti offrendogli anche svariati miliardi per un'accusa meno diligente, specialmente dopo che si era saputo che il processo di Cassazione non sarebbe stato «gestito» da Corrado Carnevale. Da qui dunque la decisione della cupola palermitana di eliminare il magistrato con la complicità della 'ndrangheta calabrese: il sostituto del dottor Scopelliti non avrebbe avuto poi il tempo materiale di studiare il voluminosissimo incarto processuale con la conseguente scadenza dei termini di custodia preventiva per gli imputati ima il maxi processo si concluse egualmente in maniera negativa per Riina e soci). La difesa degli imputati ha sollevato una serie di eccezioni sostenendo che negli interrogatori dei pentiti non erano state rispettate le procedure e non erano state riportate le domande o non risultavano presenti gli avvocati dei collaboranti. Ma il gip Cisterna ha respinto tutte le eccezioni. Enzo Laganà

Luoghi citati: Reggio, Reggio Calabria