Valanghe e tifoni ultime piaghe dell'ex Urss di Cesare Martinetti
Valanghe e tifoni, ultime piaghe dell'ex Urss Valanghe e tifoni, ultime piaghe dell'ex Urss Già decine di morti per il maltempo in Asia centrale e a Sakhalin MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un ciclone sull'isola di Sakhalin, Estremo Oriente; valanghe in Kyrghyzstan e Tatarstan. La primavera russa, lenta e per ora freddissima (ieri a Mosca c'erano 5 gradi sottozero) si annuncia con disastri che fanno temere il peggio. L'inverno infatti è stato inclemente, su tutto l'immenso continente russo è caduta una quantità di neve come da anni non si vedeva, e il disgelo sarà tremendo. Le previsioni più ottimistiche parlano di inondazioni. Ma è probabile che accadrà di peggio, specie nelle zone montuose. La sciagura più grave, per ora, ha avuto luogo in Kyrghyzstan dove migliaia di abitanti vivono nel terrore delle valanghe nelle zone meridionali del Paese. Domenica ventotto persone sono morte sepolte da un mare di neve e fango sceso dalle montagne. E' accaduto nel villaggio di Komsomol, nella regione di Osh. Con queste ultime ventotto, sono salite a più di cento le vittime di slavine e valanghe solo nell'ultimo mese in Kyrghyzstan. Le operazioni di salvataggio e soccorso alla popolazione sono in corso tra mille difficoltà. Solo nel corso dell'ultimo mese si sono verificate dieci grosse valanghe. Tre di queste hanno provocato vittime. La situazione è molto grave. Il presidente Askar Akaev s'è recato sul posto. La sciagura più grave è avvenuta il 9 marzo, quando cinquanta persone sono morte nel villaggio di Tusoi, sempre nella regione di Osh. Le valanghe sono dovute al disgelo sulle altissime pendici del Pamir: tonnellate di fango, neve, acqua, pietre rovesciano morte e distruzione nelle valli. Sono minacciate oltre 40 mila persone che vivono nei poveri villaggi dell'Asia centrale. Manca anche l'energia elettrica. In Tatarstan, nella Russia europea, dodici persone sono morte e 62 sono rimaste gravemente ferite a causa di una tempesta di neve che ha infuriato per tutta la settimana scorsa. La nevicata - di proporzioni mai viste - è ini¬ ziata domenica 20 marzo. Centinaia di automobili sono rimaste bloccate sulle strade imprigionando i passeggeri. Per abbattere le barriere di neve alte più di due metri sono stati impiegati anche i carri armati. Gli elicotteri hanno evacuato dalle zone bloccate donne, bambini e malati e portato thè e cibo caldo. Ieri quasi tutte le strade sono state riaperte al traffico, ma il Tatarstan si sta preparando a nuove calamità: si temono inondazioni un po' ovunque per lo scioglimento di montagne di neve. Quest'anno in Tatarstan è caduto il doppio della neve che abitualmente cade d'inverno. Sulle rive dell'oceano Pacifico, sulla penisola di Sakhalin, invece s'è abbattuto un ciclone. L'economia della regione è stata danneggiata per più di trenta miliardi di rubli. Secondo i dati ufficiali dell'amministrazione regionale, i morti sarebbero cinque; ma i tecnici e gli specialisti prevedono che il bilancio finale sarà ben più grave perché la maggioranza della strade è tuttora bloccata. Ieri la parte meridionale di Sakhalin è stata colpita da un nuovo ciclone. Cesare Martinetti
Persone citate: Askar Akaev
Luoghi citati: Estremo Oriente, Mosca, Russia, Urss
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