la resa di Balladur non ferma la piazza di Enrico Benedetto

«Sospeso» il provvedimento contestato. Ma gli studenti confermano le manifestazioni «Sospeso» il provvedimento contestato. Ma gli studenti confermano le manifestazioni la resa di Balladur non ferma la piazza Marcia indietro del governo sul salario d'ingresso PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Al trentacinquesimo giorno di crisi governo-studenti, Edouard Balladur getta la spugna: sospende per una settimana l'impopolare Cip (che ribassava i minimi salariali da primo impiego), nomina un mediatore e promette un'agenzia nazionale contro la disoccupazione giovanile. Se entro 7 giorni i partner sociali - sindacati e forze studentesche - troveranno un'intesa sui nuovi meccanismi necessari per uscire dalla crisi, Balladur s'impegna fin d'ora ad annullare il Cip. Che morirà dunque ancora in fasce. Gli studenti gridano vittoria. Anche ieri mattina, vari cortei protestatari a Parigi e in provincia avevano ribadito la loro determinazione. Per giovedì si annunciava inoltre una seconda «giornata nazionale» antiCip. Visto il bilancio della prima - scontri a tappeto, 112 feriti tra «Crs» e «gendarmi mobili», saccheggi e vandalismi il governo non poteva senza inquietudine vedersi profilare un altro rendez-vous sulle piazze francesi. Di qui la retromarcia, una capitolazione che tuttavia ancora non soddisfa i contestatori più radicali. Da Parigi, Nantes, Lione... fioccano mozioni negative sul dialogo offerto dal governo. «Balladur deve annullare il Cip, non sospenderlo. Discuteremo con lui solo quando l'avrà fatto». E' una pregiudiziale dura a cadere: il successo galvanizza i giovani, che vorrebbero tramutarlo in trionfo. Ufficialmente, si confermano le «manif» di dopodomani. Ma forse la base cederà: non capita tutti i giorni di trovare un primo ministro che cede sull'intera linea e null'altro domanda ai suoi interlocutori tranne il lasciargli salvare la faccia. Il cedimento era nell'aria da sabato pomeriggio, quando «Le Monde» evocò in prima pagina il possibile ritiro. Facile immaginare, dietro quell'articolo, confidenze paragovernative. Domenica sera, Edouard Balladur va oltre. «Risponderò all'appello della gioventù», dichiara in televisione, commentando un secondo turno cantonale da cui la sua maggioranza rpr-udf esce corroborata (ma il ps, in buona ascesa, ridiviene la prima forza politica transalpina). La suspense è breve. Ieri mattina, l'Hotel Matignon convoca gli organismi studenteschi in prima linea nella ribellione contro il Cip. Uno dei tre abbandona la riunione dopo neppure un'ora, proclamando che Balladur non intende sacrificare il Cip. Ma alle 13 l'Esecutivo comunica attraverso il portavoce Sarkozy la decisione presa: mettere fra parentesi la controversa misura e riaprire il dibattito. Altri particolari li offre il ministro del Lavoro Giraud, intervenendo - guarda caso su «Teleoccupazione», la tv cerca-trova-impiego che esordiva ieri sul canale lasciato libero dalla berlusconiana «Cinq». Si apprende allora che il governo vorrebbe indire veri e propri Stati Generali sulle prospettive di lavoro giovanile. E sdoppierà il collocamento. Gestiva finora le candidature un organismo pubblico, l'Anpe, accorpando giovani e non. D'ora innanzi avrà una branca per gli under-25. Proprio a Michel Bon, il direttore generale Anpe, Balladur chiede inoltre di mediare fra esigenze studentesche e pubblici poteri, sostituendo il Cip con altri, più efficaci provvedimenti. Per riuscire ha ben poco (una settimana), tuttavia il premier sembrerebbe lasciargli carta bianca. Mollata la zavorra Cip - ammesso i giovani non gli tendano altre trappole, sabotando la «pace» - oggi Edouard Balladur potrà soffiare in pace la sua prima candelina. Saliva a Ma¬ tignon 365 giorni fa, sull'onda della catastrofe ps alle Politiche. Non promise nulla, solo un lavoro serio e accanito per «risollevare» la Francia che i suoi predecessori della Rosa gli lasciavano - disse - in condizioni deplorevoli. L'ex premier Bérégovoy si uccise alcune settimane più tardi. Il Paese solidarizzò umanamente con quel gesto, ma la popolarità balladuriana non ebbe a risentirne. Solo adesso la simpatia verso il premier s'incrina. Per l'anniversario, «Liberation» offre ai suoi lettori un «pool» sul primo ministro. Solo il 50 per cento ne giudica positiva l'azione politica. E tra gli imprenditori, appena il 54: davvero poco per un governo che oscilla fra Centro e Destra. In cambio, sembra crescere intorno a Mitterrand quel consenso ancorché tiepido mancatogli negli ultimi mesi. Parrebbero giovargli le posizioni critiche: nel voler seppellire il «contratto d'inserzione professionale» avrebbe con sé 68 francesi su 100. Ieri Balladur era all'Eliseo. Un incontro fuori protocollo. I due intendevano forse fare il punto su elezioni e clima sociale. Balladur esce dalle prime con un bonus di fiducia. Ma le aspre critiche rivoltegli dagli «amici» Chirac e Giscard sul Cip l'hanno ferito. Già si affilano i coltelli per le Presidenziali '95. Balladur lascia intuire che i francesi lo vedranno in lizza. Motivo ulteriore per aggirare lo scoglio Cip. Sempre che gli studenti non lo obblighino a incagliarsi. Enrico Benedetto Una nuova norma andrà concordata entro sette giorni fra sindacati e ministro del Lavoro Un'immagine dei recenti scontri A destra, Balladur [foto reuterj

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