Rapinatore tradito dal codino di Angelo Conti
Cronaca di Torino Brutale aggressione a un orefice gravemente ferito a colpi di pietra in testa Rapinatore tradito dal codino Arrestato con il complice Bestiale la rapina, implacabili le indagini. I carabinieri di Rivoli hanno fermato due giovani malviventi, autori di una brutale aggressione, venerdì sera ad Almese. Uno di loro, il più spietato, è stato tradito dal codino. La vittima, un orefice di 24 anni, è adesso ricoverato all'ospedale di Avigliana: è stato colpito alla testa a colpi di pietra. Il feroce assalto avviene alle 18,30 di venerdì, in piazza Martiri 31, ad Almese. Un giovane, spalleggiato da un complice, entra nell'oreficeria di Alessio Monasterolo: vuole vendere una catenina. Resta nel locale solo pochi minuti, quelli necessari ad una breve trattativa ma soprattutto a prendere visione dell'interno del negozio. Esce, scambia qualche parola con l'amico che lo attende, poi rientra, fingendo di avere dimenticato qualcosa. All'improvviso, minaccioso, affronta l'orefice, gli intima di consegnare i gioielli. Il commerciante reagisce, cerca di spingerlo fuori dal locale, ma l'aggressore estrae dalla tasca una grossa pietra e comincia a colpire. L'orefice cade a terra con la testa spaccata, in un lago di sangue. Il malvivente arraffa i gioielli e fugge. Sulla piazza, mentre cerca di salire su una Thema verde già in moto, perde due rotoli di braccialetti che cadono sull'asfalto. L'insolita scena è notata da un passante che intuisce la rapina e dà l'allarme. Ci sono attimi di panico: l'oreficeria è chiusa dall'interno, con la serratura elettrica, ed i soccorritori vedono distintamente il corpo del Monasterolo, riverso in terra. La porta è blindata e resiste alle spallate dei soccorritori. Ma l'intervento del maresciallo dei carabinieri risolve la situazione: riesce a spaccare la vetrata con un mattone. Alessio Monasterolo è privo di conoscenza. Viene portato in ambulanza all'ospedale di Avigliana e di qui è immediatamente trasferito alle Molinette: si teme anche per la sua vita. Non può essere interrogato perché nei brevi momenti di coscienza non ricorda neppure il suo nome. I carabinieri del capitano Franco Golini intanto cominciano le indagini. C'è un particolare prezioso, riferito dal testimone: il rapinatore che ha agito all'interno del negozio aveva i capelli raccolti in un codino. Partono interrogatori a tappeto, sino a quando ad Alpignano qualcuno ricorda un ragazzo col codino su una Thema verde, proprio la stessa auto usata per la rapina. E' un giovane noto agli investigatori per alcuni precedenti penali di poco conto. I militari del Nucleo operativo di Rivoli, insieme a quelli delle stazioni della zona, arri- vano cosi a Giuseppe Conti, 25 anni, torinese, domiciliato ad Alpignano in via Cavour 43, a casa di un'amica. Il giovane viene pedinato e controllato per molte ore sino a quando, sabato sera, si reca presso il canale irriguo di un prato: qui «ripesca» la refurtiva, che era stata nascosta in quel punto subito dopo la rapina. Subito scattano le manette. Con lui viene fermato anche Matteo Gualano, 25 anni, originario di Bari, residente a Alpignano, in via Pianezza 56/B. Sarebbe il personaggio che ha seguito l'aggressione dall'esterno, facendo da palo. Uno dei due confessa la sua partecipazione all'assalto. Intanto dalle Molinette arrivano notizie più rassicuranti: Monasterolo migliora viene riportato all'ospedale di Avigliana, le lesioni non sono irreversibili. Sulla scrivania della dottoressa Loreto c'è il duro rapporto dei carabinieri: per gli arrestati si ipotizza il tentato omicidio. Hanno colpito l'orefice al capo soltanto per avere via libera verso la cassaforte. Angelo Conti Pedinato e bloccato mentre «ripesca» la refurtiva da un canale Bracciali e gioielli recuperati dai carabinieri dopo la rapina Da sinistra Giuseppe Conti e Matteo Guatano
Persone citate: Alessio Monasterolo, Franco Golini, Giuseppe Conti, Matteo Gualano, Matteo Guatano
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