Nada ora è una regina nella stireria-inferno

«Amore e vapore», di e con Messeri «Amore e vapore», di e con Messeri Nuda ora è una regina nella stireria-inferno Una farsa di strampalato buonumore Giochi maliziosi su materia grassoccia Nada in scena LIVORNO. Nella stireria-inferno di un grande albergo, alla grintosa dominatrice del posto - una fumatrice di sigaro detta «la Bruciata» viene affiancato come collega-apprendista un neofita, il professor Giulio, cui la direzione ha promesso una barca a vela in cambio di quattordici mesi di lavoro. La Bruciata detesta subito Giulio, soprattutto perché costui prende il posto del grande Ciabatti, un re degli stiratori morto improvvisamente per una birra troppo fredda. Dal Ciabatti la Bruciata si aspetta anche che torni in sogno per renderla ricca o perlomeno felice, e infatti giungono dall'aldilà messaggi riguardanti una chiave con cui aprire la cassetta blindata rimasta nella stanza di un ex cliente arabo. Ma c'è da fare i conti con una procace cameriera in cerca di marito, e con l'infido direttore dell'hotel... Naturalmente si fa torto alla trama di una farsa sopra le righe come questo «Amore e vapore;», di recente in scena a Livorno, cercando di riassumerla in modo razionale, quello che conta è il buonumore un po' strampalato che le conferisce Marco Messeri, suo autore e interprete nonché regista (in collaborazione con Cario Mazzacurati): buonumore, aggiungiamo, che resiste anche se i meccanismi alla lunga diventano ripetitivi, e le due parti (60' e 50') potrebbero essere vantaggiosamente accorciate. Più che dalle situazioni, ostentatamente paradossali, la comicità nasce dai commenti del protagonista, un personaggio ottimista e un po' incosciente, su quanto gli sta succedendo, e qui la grazia sorniona di Messeri gioca maliziosamente sulla materia spesso grassoccia - si parla molto di costipazione, flatulenze, minzioni (il professore ha inventato e ci mostra un ordigno che consente alle donne di orinare in piedi come gli uomini); e la conversazione è movimentata coi doppi sensi più trucidi. Sono ingredienti grevi, ma porti in chiave di leggerezza, e infatti lo spettacolo si lascia gustare, stavo per scrivere perdonare, grazie alla sua infantile giocosità. Il contorno è accettabile, dalla scena di Scarpa e Basile adeguatamente soffocante con panni e ferri da stiro, alle canzoni arrangiate da Avion Travel e cantate da Messeri e da Nada. Gianna Coletto e Lorenzo Alessandri coadiuvano con spirito i protagonisti, dei quali Messeri sfrutta a buon fine l'agilità della mole rosea e gli occhi azzurri sorpresi. Dal canto suo Nada, sorprendentemente potelée, almeno per chi non la rivedeva da qualche anno, conferma di possedere, innata, la «star quality», quel nonsoché che non la fa passare inosservata sul palcoscenico. Purtroppo però, recita, cosa che ancora le riesce in modo solo discreto. In attesa di impadronirsi di una tecnica raffinata, farebbe meglio a tornare spontanea, fra l'altro recuperando il suo accento livornese, che fa male a reprimere. Masolino d'Amico Nada in scena

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