Benetton raddoppia i robot

Sorgerà tra breve sul modello dello stabilimento di Castrette Sorgerà tra breve sul modello dello stabilimento di Castrette Benetton raddoppia i robot In arrivo un 'altra fabbrica automatica MILANO. I primi «capi-spalla» targati Castrette hanno comincialo ad uscire dalla nuovissima fabbrica automatica della Benetton Group nell'agosto scorso e già il gruppo trevigiano ha pronto il «bis». Il progetto è ancora riservato ma ormai sicuro: per produrre altri milioni di capi sorgerà molto presto uno stabilimento-gemello di quello appena terminato. Stessi criteri tecnologici - avanzatissimi - stesse dimensioni, stesso investimento: cinquanta miliardi circa. Dal quarticr generale del gruppo, a Ponzano Veneto, arriva per ora soltanto una conferma di massima: è vero, il piano c'è, sta già andando avanti, i tempi saranno molto brevi. E se la fabbrica automatica di Castrette - la località vicino a Ponzano dove sorge il grande impianto - ha avuto come «mission» quella di produrre giacche e capi-spalla in genere, la nuova fabbrica avrà un'altra mission, ancora top-secret. Perché questo nuovo impianto? Per muovere con ancor maggiore rapidità il flusso di 70-80 milioni di capi all'anno che occorre al gruppo per rifornire una rete di distribuzione intemazionale ormai forte di circa 7000 punti-vendita. La parola d'ordine di Benetton, infatti, è oggi duplice: ridurre i costi, e quindi i prezzi, aumentando la qualità e incrementando i volumi in maniera non soltanto da compensare ma da superare il minor in- troito legato alla riduzione dei prezzi unitari. E nel '93 il «miracolo» è riuscito. Senza neanche penalizzare gli utili. Una specie di quadratura del cerchio, che per verificarsi - come sta riuscendo a Castrette deve necessariamente puntare molto sull'automazione. Cioè sull'unica formula in grado di battere sul fronte dei costi la concorrenza internazionale (anche quella dei Paesi dalla manodopera a basso costo) senza penalizzare la qualità, anzi mantenendola su livelli standard molto più alti. Del nuovo stabilimento si sa ancora poco, se non che ricalcherà, sostanzialmente, quello appena avviato. Per avere una proiezione affidabile di come sarà, basta dunque ricordare com'è concepito il suo predecessore. L'edificio di Castrette è realizzato con un'unica struttura portante, con un telaio centrale in cemento armato, con travi alte 9 metri e lunghe 40. La struttura fa da elemento di sostegno delle funi che a loro volta sorreggono le due ali, anch'esse in acciaio, lunghe 84 metri. In pratica, le strutture portanti interne tradizionali sono del tutto eliminate, per consentire il più libero impiego dello spazio coperto. Dentro, tutti i sistemi di produzione sono robotizzati, dal magazzino ai macchinari. Il complesso è collegato con l'elaboratore centrale di Ponzano Veneto e con la rete di vendita mondiale. A unire l'intero sistema è una rete cablata in fibra ottica, che permette la trasmissione contemporanea di voce, dati, immagini e video. E' tecnologicamente avanzatissimo a Castrette, e controllato elettronicamente, anche il sistema di condizionamento termico e di illuminazione, entrambi collegati alla resa qualitativa del prodotto. Il «bis» ricalcherà questi schemi. E se il primo impianto è stato realizzato in otto mesi, entro la metà del '95 il nuovo dovrebbe a sua volta avviare la produzione. [s. lue] Luciano Benetton

Persone citate: Luciano Benetton

Luoghi citati: Milano, Ponzano Veneto