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L'opposizione L'opposizione «In Libia una città in rivolta» IL CAIRO. Incidenti con feriti a Bani Walid (a circa 150 chilometri a Sud-Est di Tripoli): la popolazione ha attaccato edifici governativi, come ha rivelato l'opposizione libica al Cairo. Mohainmed Fayez Jibril, rappresentante del Fronte nazionale di salvezza libico, ha raccontato che gli incidenti sono scoppiati il 19 marzo dopo che la televisione libica ha diffuso «falso confessioni, estorte con la tortura, di quattro ufficiali dell'esercito» coinvolti nella ribellione militare dello scorso ottobre a Bani Walid, nella quale sono implicati «55 ufficiali». Jibril ha aggiunto che gli ufficiali «hanno riconosciuto sotto la tortura di essere agenti degli Usa» e che «agenti del regime» ne hanno chiesto la condanna a morte, scatenando «l'indignazione della popolazione» che ha «saccheggiato e incendiato locali dei comitati rivoluzionari e dei comitati d'informazione, scandendo slogan ostili al colonnello libico Gheddafi». Le forze dei «Comitati rivoluzionari, asserragliate nella loro sede, hanno risposto sparando contro gli assalitori, ferendone un gran numero». Jibril ha aggiunto che una calma precaria è tornata ora nella città dove sono state intensificate le misure di sicurezza. La situazione resta tesa anche in un altro Paese del Maghreb sconvolto dal terrorismo. Per il secondo giorno consecutivo la stampa indipendente algerina è rimasta ieri muta in uno sciopero di protesta contro il terrorismo integralista e l'assassinio di giornalisti. E' la prima volta in 30 anni che tutti i media algerini si astengono dal lavoro: allo sciopero indetto da dieci testate di quotidiani si sono uniti l'agenzia di stampa Aps e la televisione. L'unica rete televisiva statale ha trasmesso con una fascia nera di lutto sull'angolo in alto a sinistra dello schermo e con la scritta «no al terrorismo» e ha interrotto a più riprese le sue emissioni in segno di protesta. [Ansa]