Scendono in campo 100 città del vino

Ambiente e storia devono entrare nelle nuove politiche di sviluppo del territorio Ambiente e storia devono entrare nelle nuove politiche di sviluppo del territorio Scendono in campo 100 città del vino Proposta di legge per tutelare i vigneti col pedigree SIENA. Un codice di comportamento per celebrare l'anno della civiltà del vino: l'iniziativa è dell'Associazione Nazionale Città del Vino che raggruppa 100 fra i più importanti Comuni nel panorama della vitivinicoltura italiana. Vino-ambiente è il binomio che ispira il nuovo codice di comportamento; si tratta della prima esperienza internazionale del settore, destinata, nelle intenzioni dei firmatari, a condizionare le politiche sul territorio. In sintesi, quattro articoli con un comune denominatore, quello della salvaguardia del1'«Ambiente vino», capace di riassumere tutte le caratteristiche che rendono un terreno particolarmente adatto alla vitivinicoltura e importanti per )a definizione di un rapporto dialettico tra le esigenze dei produttori e le garanzie del consumatore, tra lo sviluppo economico e la tutela delle ricchezze naturali. Un impegno che l'Associazione delle Città del Vino sembra ben intenzionata a concretizzare in effettivi risultati: i referenti sono i sindaci e il Parlamento con la presentazione di una proposta di legge per l'individuazione e la tutela dei vigneti storici e della loro continuità produttiva, in armonia, in ogni caso, con la legislazione sulle Doc. Ma gli obiettivi dell'Associazione vanno oltre, superando i confini nazionali. Gli scopi sono anche quelli di garantire efficaci strumenti di tutela ai produttori in un periodo in cui, a livello mondiale, la leadership dei nostri vini è minacciata anche da nazionalismi e protezionismi con contrasti intemazionali dove in gioco non sono solo identità e immagine ma anche l'affermazione economica delle nostre etichette. E con le vicende del Chianti, che negli Stati Uniti ha dovuto rinunciare al suo famoso appellativo di Gallo Nero e in Australia sopporta¬ re la chiusura del mercato, la storia della nostra vitivinicoltura si allunga con le querelle che vedono parte in causa i nostri prodotti. Gli obiettivi sono ambiziosi ma le Città del Vino guardano al futuro. Il successo di Montpellier e la firma della Carta sul paesaggio mediterraneo rappresentano valide premesse. Un'occasione l'approvazione del «Manifesto» anche per una presa di posizione nei riguardi dei più recenti interventi della Cee. «Le città del vino italiane - dice il presidente Luca Bonechi condividono i provvedimenti per la disciplina e la razionalizzazione della produzione vinicola, come misure finalizzate alla risoluzione del grave problema della sovrapproduzione e delle eccedenze contrapposte ad un generale calo dei consumi. In particolare, i programmi regionali pluriennali di adattamento della vitivinicoltura permetterebbero di controllare e regolare la produzione». Ma sulla distillazione obbligatoria Bonechi prende le distanze: «Si tratta di un capitolo che solleva perplessità». Antonella Leoncini

Persone citate: Antonella Leoncini, Bonechi, Gallo Nero, Luca Bonechi

Luoghi citati: Australia, Città Del Vino, Siena, Stati Uniti