Italtel e Siemens mutrimonio d'interesse di Valeria Sacchi

Tedeschi ha firmato il pre-accordo per la joint-venture paritetica tra la Stet e il colosso tedesco Tedeschi ha firmato il pre-accordo per la joint-venture paritetica tra la Stet e il colosso tedesco Italtel e Siemens, mutrimonio d'interesse Centrali telefoniche, è nato un leader MILANO. E' ufficiale, Stet ha scelto: il partner per la controllata Italtel sarà Siemens. La notizia, attesa da alcuni giorni, ha avuto ieri conferma. Dopo la firma dell'accordo tra l'amministratore delegato di Stet, Michele Tedeschi, e Erwin Hardt, presidente del gruppo tedesco delle telecomunicazioni. L'intesa, che è stata valutata positivamente anche dai sindacati, prevede la nascita di una nuova società paritetica, nella quale Stet porterà in dote Italtel, e Siemens l'affiliata «Siemens Telecomunicazioni Italiana». Poiché, per giro d'affari, Italtel è quasi quattro volte più grande di Sti, Siemens pagherà a Stet un conguaglio, il cui valore (stabilito sulla base di future perizie) dovrebbe comunque aggirarsi intorno ai 1200/1300 miliardi. Parte di questi quattrini serviranno poi alla Stet per ricomperare dalla At&t il 20% di Italtel, acquistato dalla multinazionale americana nel 1989. Anche qui, difficile azzardare una cifra, ma qualcuno ipotizza un prezzo compreso tra 700 e 800 miliardi. La stessa At&t era stata in lizza come pretendente di Italtel, e proprio un suo recente rilancio aveva ritardato la chiusura della gara. Ma i tedeschi avevano a loro volta migliorato l'offerta sbaragliando i concorrenti che, oltre ad At&t, comprendevano la svedese Ericsson e la francese Alcatel. Tra le clausole dell'accordo, importante quella che assegna ad Italtel la nomina dell'amministratore delegato, il quale dovrà tuttavia avere il gradimento del socio tedesco. Il consiglio di amministrazione della nuova società sarà viceversa paritetico. «L'accordo con Siemens apre per la nostra società, e in generale per l'industria italiana delle telecomunicazioni, nuove prospettive di rafforzamento, di rilancio, di espansione sui mercati esteri, di arricchimento di know-how» ha commentato ieri l'amministratore delegato di Italtel Salvatore Randi, che tutti indica- no come futuro amministratore della nuova società. La scelta è piaciuta ai sindacati. Firn, Fiom e Uilm, nel ricordare i termini del memorandum di intesa, osservano che «viene confermata la scelta del mantenimento e del rafforzamento della presenza industriale italiana nel settore delle telecomunicazioni». Anticipando un possibile riassetto organizzativo, i sindacati sottolineano che esso dovrà essere affrontato «in una logica di sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi mercati». Per questo, i sindacati hanno anticipato che verrà istituito un «Osservatorio stategico». A questo Osservatorio sarà affidato il compito di approfondire i piani di sviluppo che la società elaborerà, e i sindacati aggiungono che il processo «non dovrà esaurirsi nel settore manifatturiero, ma coinvolgere anche l'area dei servizi delle telecomunicazioni». L'intesa Stet-Siemens prevede il mantenimento e lo sviluppo delle produzioni Italtel, in particolare delle centrali numeriche linea Ut, che anche Siemens Telecomunicazioni fabbrica su licenza Italtel. Per la nuova società, che parte con un fatturato di circa 3400 miliardi, si prevede a medio termine un rapido sviluppo, con ottime prospettive so- prattutto all'export che, secondo i piani, dovrebbe salire al 40% del giro d'affari entro il 1997. Di fatto, l'accordo assicura ad Italtel, strangolata da un mercato interno troppo limitato, prospettive di crescita nelle quote di mercato internazionali, essenziali per la sua sopravvivenza. Nel 1993 Italtel aveva già molto aumentato il suo export fino al 20%, ma questo non le aveva impedito di chiudere il bilancio con un drastico calo dell'utile, da 133 a 40 miliardi. A fine anno erano emersi in Italtel 2300 esuberi, un problema risolto con un accordo sindacale che accettava 8400 contratti di solidarietà. Anche sotto questo profilo, sembra che l'intesa con Siemens fosse, tra tutte, quella che garantiva maggiore tranquillità sotto il profilo occupazionale. Un altro risvolto importante dell'operazione riguarda la ricerva e sviluppo. Siemens Telecomunicazioni ha vicino a Milano un centro ricerche con 800 dipendenti, in Italtel i ricercatori sono ben 3000. Ma la ricerca, ormai, costa cifre astronomiche, l'unione con il colosso Siemens è una garanzia. Si legge nella nota diffusa dalla Stet: «Grazie all'importante ruolo esclusivo che verrà affidato alla nuova società nell'ambito dell'intero gruppo Siemens per lo sviluppo di prodotti strategici, le strutture integrate di ricerca e sviluppo di Italtel e Sti saranno fortemente impegnate sia nel settore delle telecomunicazioni pubbliche che in quello privato» Lo stesso Randi ha sottolineato la valorizzazione del know-how e il fatto che questo accordo offre ad Italtel la possibilità di «continuare a svolgere un ruolo di protagonista nel settore manifatturiero delle telecomunicazioni». Valeria Sacchi L'ASSE ROMA-BONN IA SCHEDA TECNICA DEGLI ALLEATI FATTURATO ' UTILE NETTO ' DIPENDENTI 15.800 SIEMENS TELECOMUNICAZIONI 700 IN MILIARDI 4200 • ì -. * * CIFRA INDICATIVA

Persone citate: Erwin Hardt, Michele Tedeschi, Randi, Salvatore Randi, Siemens Telecomunicazioni

Luoghi citati: At&t, Italtel, Milano, Roma