Con Mussolini a teatro si infrange un tabù di Osvaldo Guerrieri

22 Lo spettacolo di Prosperi allojuvarra Con Mussolini a teatro si infrange un tabù La storia delVentennio è raccontata senza cadute nell'invettiva retorica TORINO. Allora è possibile fare uno spettacolo su Mussolini, assumere la storia del Ventennio e trasformarla in materia teatrale senza cadere nell'invettiva retorica, nel pamphlet, o nel sarcasmo cabarettistico, superficiale e battutista. Con il «Mussolini» in scena fino a questo pomeriggio allo Juvarra per la rassegna «Follia a teatro», Mario Prosperi infrange una sorta di paralizzante tabù e ci dimostra che il capo del fascismo e l'Italia di quegli anni possono essere riconsiderati con quel distacco e con quella favolosità, che rendono possibile la reinvenzione teatrale. Dunque eccolo qui il Mussolini Benito, maestro elementare che ha una sola fede: quella socialista, anzi «sozialista». Va per le campagne della Bassa in bicicletta, amoreggia con le contadine, tiene comizi infuocati. Poi s'avventura nella marcia su Roma, diventa capo del Governo, ordina l'assassinio di Matteotti, sogna fasti imperiali, stringe il patto con Hitler, pronuncia tagliente quelle frasi che, purtroppo, sono diventate storiche: «Mi servono diecimila morti da gettare sul tavolo della pace», «Spezzeremo le reni alla Grecia» ecc. Il merito di Prosperi non Mario Prosper Mussolini sta soltanto nel modo in cui ci ha raccontato il personaggio di Mussolini (racconto epico, scandito in rapide scene, amaro e buffonesco, ferito e delirante); il merito grande di Prosperi sta nell'aver messo intorno al capo del fascismo donne, gregari, vittime, e nel farci vedere in trasparenza l'Italia di quegli anni con le sue canzonette, i suoi inni minacciosi, i suoi conformismi, le sue paure. E Prosperi è bravissimo anche come interprete. Diretto da Gian Marco Montesano, stabilisce col personaggio una somiglianza fisica strabiliante, si sdoppia in un dibattito interiore spesso buffonesco, sa essere luciferino e patetico. Accanto a lui l'ineccepibile Carla Cassola, che ha il compito di incarnare tutte le donne dello spettacolo, dalla moglie di Matteotti, a Edda Ciano, a Claretta Petacci: e per tutte ha una variante psicologica, oltre che fisica. Completano il cast Danilo di Gianvittorio, Milo Vallone, Alfonso Mandia. La voce di Matteotti appartiene a Renzo Giovampiet.ro. Applausi convinti per uno spettacolo non ovvio, che meriterebbe un pubblico molto più numeroso. Osvaldo Guerrieri Mario Prosperi-Mussolini

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