Il linguaggio di Enrico Deaglio

 Il linguaggio Il linguaggio Le parole chiave sono femminili e il vero boss dev 'essere rauco !■ t| ON sono tanto le parole, A quanto il tono di voce. Il ■ mafioso parla in un falset- ■ to impastato di raucedine, * ™ I quasi un bisbiglio, come quelli resi celebri da Marion Brando e Robert De Niro nel Padrino Uno e Due. Una delle storielle più gustose che mi è capitato di ascoltare a Palermo riguarda quel mafioso che, volendo allevare per bene il figlio, lo faceva dormire con uno straccio bagnato Cu cannavazzu) sui piedi, proprio per provocare una laringite cronica, e dunque quella particolare vocina. Venendo al linguaggio, esso è nello stesso tempo misterioso, semplice e paradossale. I mafiosi, in base alla legge dell'omertà, dovrebbero parlare poco. In realtà, da almeno dieci anni, i «pentiti» di mafia riempiono migliaia di pagine di verbale. Questi atti giudiziari costituiscono ora una «memoria» della mafia, un'organizzazione che proprio sull'assenza di memoria (meglio: sulla distruzione criminale della memoria) ha costituito l'essenzialità del suo potere. I filologi osservano il paradosso di un linguaggio che discende dalla comprensibilità immediata di un aggettivo «mafioso», combina¬ ta con l'ineffabilità del sostantivo «mafia». Gli psicoanalisti fanno osservare la predominanza di parole chiave al femminile: da «cupola» a «mammasantissima», a «lupara», fino a «Riina» che altro non è che «Regina». Vi faranno poi notare che il dialetto siciliano è tra i pochissimi che attribuisce all'organo sessuale maschile una valenza femminile: cfr., la minchia. Per la percezione del linguaggio mafioso quotidiano, insuperabili Daniele Cipri e Franco Maresco, autori e interpreti di Cinico Tv. Per una semantica dell'eufemismo, valgono soprattutto le parole di Tommaso Buscetta. Dove per «entità» si intende Andreotti e per «aggiustare i processi» si intende la corruzione dei giudici e l'intimidazione dei giurati. Tra i maggiori successi del linguaggio mafioso: l'introduzione nel linguaggio corrente (e quindi accettato) dei termini «vendetta trasversale» e soprattutto «professionisti dell'antimafia», quest'ultimo, dispregiativo, applicato a chi svolge, con professionalità, indagini contro la mafia. Enrico Deaglio

Persone citate: Andreotti, Daniele Cipri, Franco Maresco, Marion Brando, Riina, Robert De Niro, Tommaso Buscetta

Luoghi citati: Palermo