Vademecum per un mafìoso
il caso. I codici di Cosa Nostra: un dizionario dai verbali della Commissione parlamentare il caso. I codici di Cosa Nostra: un dizionario dai verbali della Commissione parlamentare Vademecum per un^mafìqso «E'peccato ammazzare il venerdì» CI OSA Nostra dal bambino apprendista al boss: luyfii, corruzioni, collusioni politiche e «sentenze» in cen toventotto pagine di «dizionario del mafioso» da cui emerge che l'Antistato continua a seminare i suoi campi, investendo sul futuro. Giuseppe Caldarola, vicedirettore vicario de l'Unità, pubblica una Autobiografia di Cosa Nostra (Theoria). Dopo un'intervista con Luciano Violante, presidente (dimissionario) della Commissione antimafia, Caldarola attinge alle dichiarazioni ad essa rilasciate da quattro pentiti: Tommaso Buscetta, Antonio Calderone, Leonardo Messina, Gaspare Mutolo. Il materiale ò selezionato e ricomposto per temi: struttura, riti, legge mafiosa, latitanti, giudici e poliziotti amici, carcere, eroi dello Stato da uccidere. Sono interrogatori, frasi secche e altre più discorsive, botta e risposta con i pentiti, in un incalzare di realtà in parte note e in parte sconosciute, feroci nella loro semplicità. Con un cupo avvertimento di Buscetta: «Cosa Nostra indosserà una nuova veste». Messina conferma: «Gli uomini d'onore già sono stati individuati dai pentiti. Stanno creando un'altra struttura che sostituirà Cosa Nostra. Una Cosa Nostra parallela». Sfilano qui le «cariche»: soldati, capidecina, vicerappresentanti, consiglieri, rappresentanti, capimandamento, i quali eleggono un rappresentante provinciale, un vice e uno o più consiglieri. Tanto che Messina commenta: «La mafia ò uno dei più importanti organismi democratici: si vota per alzata di mano, davanti a tutti». Democratici e «pii» : «Tra di noi ci sono molti cattolici: una regola vieta di uccidere il venerdì, perché per noi è giorno di lutto. Sembrerà strano, ma tutti noi uomini d'onore abbiamo la Bibbia». 11 che non va frainteso. Chiede il presidente: «La Chiesa in che rapporti ò con voi?». Messina: «La Chiesa ha capito prima dello Stato che doveva prendere le distanze da Cosa Nostra. Prima in un certo senso sembrava che Cosa Nostra aiutasse la gente e la Chiesa si prestava a questo ruolo. Da alcuni anni la Chiesa non vuole avere alcun contatto». Come si entra nella mafia? Ci si cresce: «Non ò che uno si alza la mattina e dice: da oggi faccio parte di Cosa Nostra. Ti seguono fin da bambino, ti crescono, ti allevano, ti insegnano a sparare, a uccidere, a mettere le bombe, sei un robot: sei destinato». Esistono anche «servizi segreti». Ammette Messina: «Rivestono cariche politiche o sono uomini pubblici e pochissimi devono sapere chi sono». Dai verbali escono i Liggio, i Riina, i Provenzano. Ma esce anche il rapporto con la piccola delinquenza. Piccoli estorsori sono segnalati a Nitto Santapaola, che li «convoca». Loro dicono: rinunciamo ai soldi. Lui li convince a prenderli. Tre giorni dopo manda il fratello ad ammazzarli. E camorra? e stidda? e 'ndrangheta? Buscetta ò quasi infastidito: «Signori, vogliamo smetterla? C'è la Cosa Nostra. La 'ndrangheta esiste ancora, ma a livello di servire la Cosa Nostra, non come entità che fa quello che le pare e piace. Cosa Nostra dalla Sicilia, insieme ai napoletani, distrusse Cutolo». Si raccontano qui i processi «aggiustati», case e cortesie a magistrati (dall'appartamento gratis alla pulizia dei pavimenti per la moglie pignola), di elementi corrotti nelle forze dell'ordine, che consegnano in anticipo gli elenchi dei «catturandi», fino ai casi più clamorosi come quello che racconta Calderone: «Nel 1979 ho fatto avere il porto d'armi a Nitto Santapaola». Fa rabbrividire il capitolo sui latitanti. Presidente: «I suoi figli frequentavano la scuola con il suo nome?». Mutolo: «Sì. Quando mio figlio andava a scuola, lo lasciavo lì e andavo io a riprenderlo in macchina». Domanda: «Che indirizzo dava alla scuola? Quello di via Catalano o quello giusto?». Risposta: «Quello giusto. Anche perché se il bambino si sentiva male e la maestra doveva telefonare, dove chiamava? All'indirizzo sbagliato?». Marco Neirotti Messina: Siamo uno dei più grandi organi democratici Immagini di mafia. Nella foto sotto, il pentito Tommaso Buscetta: il 16 luglio 1984 cominciò a parlare e cambiò la sorte delle indagini Qui accanto: Leonardo Messina e, a sinistra, Antonio Calderone, collaboratori della giustizia con Gaspare Mutolo
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