Dimenticato 4 giorni in carcere

Per la lentezza e negligenza della burocrazia un documento non è arrivato alle Vallette Per la lentezza e negligenza della burocrazia un documento non è arrivato alle Vallette Dimenticato 4 giorni in carcere Arresti domiciliari scaduti, la polizia non lo sapeva Serafino Gervasi, 35 anni, è finito in carcere, innocente, per quattro giorni. «La polizia mi credeva agli arresti domiciliari, scaduti invece il 22 dicembre '93 quando un giudice mi aveva condannato con la condizionale per truffa e ricettazione. L'errore è stato commesso in qualche ufficio della pretura e in qualche stazione dei carabinieri. Come appurato dal mio difensore, non hanno trasmesso subito la nuova posizione». La sua vicenda l'abbiamo pubblicata il 18 marzo. Gervasi si riteneva a posto, quando ha letto un annuncio su un giornale di quartiere. La signora Laura Longhi cercava un coinquilino. Dopo essersi messo d'accordo ha avvertito il commissariato che avrebbe cambiato indirizzo. Ha dormito tre notti in quella casa, consegnando alla signora i documenti per la registrazione antimafia in questura. Le aveva anche proposto di fare il baby-sitter per dimezzare le spese. Martedì mattina quando la Longhi è andata in questura le hanno detto: «Ospita un evaso». Da sinistra Serafino Gervasi che si era offerto come baby-sitter e abitava in casa di Laura Longhi Gli agenti sono arrivati che stava pulendo la stanza. Dice Gervasi: «Invece del gip si ostinavano a cercare il giudice che mi aveva condannato. Non si trovava e in pretura risultavo agli arresti. Altra telefonata, forse al giudice di turno, e in breve arriva la decisione: in carcere». Si è mosso il difensore, avvocato Geo Dal Fiume. Al terzo giorno, giovedì mattina portano Gervasi davanti al giudice Casalbore. L'equivoco è palese, c'è l'ordine dell'immediata scarcerazione. Viene riaccompagnato in carcere, in attesa che arrivi dalla pretura il fonogramma. Ancora Gervasi: «Non potevo essere trattenuto oltre mezzanotte, se no scattava il sequestro di persona. Le guardie mi hanno ribattuto di non avere colpe. Il giorno dopo, alle 8, ho comunicato al nuovo turno il mio stato di libertà. Nulla. Allora comincio lo sciopero della fame. Alle 11 il responsabile matricola promette che chiederà lui notizie in pretura. Finalmente rispondono. E vengo scarcerato a mezzanotte meno cinque». [iv. bar.l Animalisti in piazza Acquistati regolarmente in Germania e «tradotti» in piazza Vittorio LA LIBERTA' APPESAAUNFAX Appello al ministro Ci sono situazioni in cui alcuni uomini si fanno guidare dal coraggio, dal gusto per la sfida con se stessi, dal desiderio di dimostrare quali ostacoli sono capaci di superare con la grande forza della volontà. Sono queste le occasioni in cui Kodak si sente particolarmente vicina a quello spirito di avventura che è lo spunto della ricerca di ogni miglioramento. Ecco la ragione per cui la barca a vela dello skipper Giovanni Soldini, che partecipa al giro del mondo in solitaria nel periodo Settembre 1994 Aprile 1995, è stata battezzata «Kodak». L'operazione non si limita alla sola sponsorizzazione ma implica un più ampio coinvolgimento nell'iniziativa che ha già visto la collaborazione nel lavoro di costruzione dei ragazzi di una comunità terapeutica. Alla sfida contro la solitudine e i propri limiti fisici e psicologici implicita in ogni traversata in solitaria, si somma quindi una scommessa altrettanto importante, quella sul recupero di alcuni giovani. Nella fase più difficile, quella che va dal varo dell'imbarcazione alla messa a punto prima della partenza, Kodak sarà dunque a fianco dell'equipe di Soldini sia per aiutarlo che per promuovere l'impresa di questa barca a vela anche presso ulteriori partner che. come Kodak, vogliano credere nell'ineguagliabile fascino che deriva dalle iniziative più coraggiose e audaci in cui gli uomini sanno scommettere sulle proprie doti migliori. : ■■ ■■ : : : In alcune costituzioni europee (prima della seconda guerra mondiale) non si parlava neppure di diritto alle libertà tanto era dato per scontato. La nostra Costituzione, dopo l'esperienza fascista, ha preferito precisare quel diritto riconoscendo che «la libertà personale è inviolabile» e che «non è ammessa forma alcuna di detenzione (...) se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria». Un cittadino è stato dimenticato in carcere 4 giorni. Dicono per un fax non arrivato. Non vorremmo che la negligenza fosse giustificata dalla considerazione che tanto era un pregiudicato. La legge non è eguale per tutti?

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