Pentiti accusano Medici nei guai

Pentiti accusano Medici nei guai Pentiti accusano Medici nei guai Ivrea crocevia di un vasto traffico di titoli di Stato falsi e soldi da riciclare? Lo dicono i pentiti della criminalità organizzata. E i giudici salernitani indagano su questa vicenda. Il teorema è semplice. Al Sud agiva un'organizzazione che procurava denaro da ripulire e Bot falsi. Al Nord c'erano gli uomini in grado di condurre in porto le operazioni: gente che aveva buoni agganci con banche estere e ottime attività di copertura. Marco Adriano, 30 anni, cambiavalute con un modesto ufficio in corso Cavour a Ivrea, sarebbe stato uno di questi. I carabinieri lo hanno arrestato su ordine della procura di Salerno. Traffico di titoli e associazione a delinquere i reati ipotizzati. Fino a pochi giorni fa lo accusava un pentito solo di cui si conosce il cognome, Castronovis: «Adriano era uno dei cardini dell'organizzazione». Ora lo accusa anche un altro dei 9 personaggi arrestati negli ultimi giorni: Maurizio Graziani, 53 anni, noto medico anestesista torinese finito alle Vallette. «Mi ha incastrato Marco Adriano; faceva il mio nome per introdursi in ambienti finanziari ad alto livello» avrebbe detto durante il primo interrogatorio. Dal carcere di Ivrea il cambiavalute nega ogni coinvolgimento: «Mai avuto a che fare con quel medico; non ho mai fatto il suo nome per introdurmi in ambienti finanziari. La mia posizione in questa faccenda è destinata a chiarirsi in fretta». Negli ambienti giudiziari si è, però, di diverso avviso. Addirittura si parla di un altro canavesano, amico di Adriano, coinvolto nell'inchiesta di Salerno. Sarebbe un medico di Ivrea che avrebbe fatto da tramite con il primario torinese. Soltanto voci per ora. Nessun commento dei difensori dell'arrestato, gli avvocati Campanale e Napoli che aspettano con fiducia il primo interrogatorio del loro assistito. L'agente di cambio già un mese fa, quando gli avevano notificato l'avviso di garanzia, aveva chiesto al procuratore di Salerno di essere sentito. «Non ho nulla da nascondere; con gli altri indagati ho avuto un solo incontro». In particolare Marco Adriano era pronto a spiegare di essersi incontrato solo con Vincenzo Pepe (all'epoca inda¬ gato ed ora in carcere), nel marzo del 1993. Si sarebbe presentato nel suo ufficio come un avvocato di Salerno, proponendogli una transazione in valuta di titoli mobiliari. Alla «Chase Manhattan Bank» di Ginevra, dove i due si sarebbero recati il giorno sue cessivo, non si era fatto nulla. Insospettito, Marco Adriano si sarebbe tirato indietro dopo un colloquio con il direttore dell'istituto. «Da allora non ho più avuto contatti con nessuno» si difende l'arrestato. Ma i giudici salernitani non sono convinti di queste spiegazioni. Ritengono che Ivrea sarebbe stata per lungo tempo al centro di un consistente traffico di titoli falsi. Preso a Vanchiglia

Persone citate: Campanale, Marco Adriano, Maurizio Graziani, Vincenzo Pepe