Pistola alla tempia rapina il gioielliere

Bandito fugge con denaro e bracciali Bandito fugge con denaro e bracciali Pistola alla tempia rapina il gioielliere Prima finge di essere un cliente poi lo picchia nel retro del negozio Era interessato a un anello e a un bracciale il cliente che si è presentato ieri mattina verso mezzogiorno in corso Regina Margherita 243 nell'oreficeria di Giovanni Delogu, 52 anni. Così interessato da dire «Vado in banca, prendo i soldi e torno». Quando è tornato ha aggredito l'orefice, picchiato, legato e rapinato. Bottino, 300 mila lire e gioielli per 10 milioni. Il sistema di controllo a circuito chiuso era spento. La vittima aveva già subito una rapina il 28 dicembre '93. L'allarme è stato dato da un cliente. Dopo aver suonato alla porta di cristallo blindato ha intravisto un piede dell'orefice spuntare dal retro. Ha avvisato un elettrauto che ha il negozio a due passi, Mario Caccamo, 28 anni. Racconta l'artigiano: «Ho avuto paura anche per sua moglie. Fortuna che era appena uscita». Il gioielliere, un labbro sanguinante per le percosse, ricorda: «Quell'uomo l'ho visto passare un paio di volte davanti alla vetrina. Sui 35-38 anni, alto circa un metro e settanta, era vestito in modo elegante con una giacca a quadrettini. S'è deciso a entrare verso mezzogiorno. Rina, mia moglie, era appena uscita. Ha chiesto anelli e bracciali. Ne ha osservati molti e a lungo. Poi ha scelto un anello da mezzo milione e un bracciale d'oro. Se ne è andato dicendo"Vado in banca e torno"». E' tornato infatti dopo una decina di minuti. Ha chiesto una confezione regalo per il bracciale e, appena il negoziante si è girato, lo ha aggredito. Una pistola alla tempia. Il click del caricatore. «Era nervoso. Agitato. Gridava: "Apri la cassaforte. Metti le braccia dietro la schiena". Gli tremavano le mani. E quando ho aperto il forziere ha quasi perso la testa. "Dove sono i gioielli?"». L'orefice ha spiegato che a dicembre altri rapinatori si erano presi gioielli per una sessantina di milioni. «S'è infuriato, mi ha trascinato nel retro bottega. Un cerotto sulla bocca e mani legate». Il gioielliere ha osservato la pistola. Voleva capire se era finta. «Per questo mi ha sferrato un pugno sul volto. Poi ha impugnato di nuovo l'arma. "Ti ammazzo, ti ammazzo sul serio"». Dopo ha sfilato al Delogu il portafogli dalla giacca, prendendo 300 mila lire in contanti. Ha svuotato i due plateaux. Prima di uscire, ha tentato di impossessarsi della cassetta custodita nel videoregistratore a circuito chiuso. «Non è riuscito, ma purtroppo l'impianto non era L'orefice rapinato, Giovanni Delogu in funzione. Si è di nuovo chinato su di me, minacciandomi: "Tu non mi conosci, non mi hai mai visto. Hai capito? Quindi, attento a ciò che dici quando arrivano gli agenti"». Ivano Barbiero DOMANI IN CRONACA

Persone citate: Delogu, Giovanni Delogu, Ivano Barbiero, Mario Caccamo