Pescosolido miracolo a Madrid

Davis, 1-1 con la Spagna: Gaudenzi ko con Bruguera, poi grosso exploit di Stefano Davis, 1-1 con la Spagna: Gaudenzi ko con Bruguera, poi grosso exploit di Stefano Pescosolido, miracolo a Madrid Rimonta due set e batte Costa: ora l'Italia sogna MADRID tita. Pesco ha avuto il merito di sfruttare gli errori altrui, come sovente capita nel tennis, ma non possiamo onestamente dire che il match sia stato un modello di bel gioco. Ci sono stati ben tredici break, tanto per dare un'idea: il servizio era un optional. Resta tuttavia la rarità dell'impresa, degna di passare alla storia della Davis azzurra. Il presidente Galgani distribuiva pacche a tutti, come se avesse vinto lui, anzi come se avesse già passato il turno; Panatta rideva, gli azzurri si abbracciavano. Il più tranquillo, per la verità, ci è parso proprio Pescosolido, incitato dagli spalti dal padre Giuseppe e dagli amici delle Pleiadi guidati dal presidente Bucciero. Panatta aveva detto alla vigilia che la giornata secondo i suoi piani doveva finire in pareggio. Il capitano aveva anche previsto che l'anello debole, nella catena spagnola, era costituito da Costa. E così è stato. Sergi Bruguera si è dimostrato invece troppo forte per Andrea Gaudenzi, che in qualche modo ha pagato lo scotto dell'esordio. «Sono amareggiato perché potevo vincere il secondo set e sull'I-1 mi sarei battuto alla pari con lui», ha detto l'azzurro parlando del suo momento migliore ma esagerando un poco le sue prospettive. Bruguera non era la furia scatenata che ha vinto l'anno scorso il Roland Garros, si capisce, ha mostrato solo sicurezza e buon tennis. Ma il rovescio di Gau- dall'eliminazione ormai certa al ruolo di mezza favorita. Se Nargiso e Cane vinceranno il doppio di oggi (ore 15) contro Costa e Carbonell, come sembra possibile, se non proprio probabile, l'Italia del tennis domani scenderà in campo con i favori del pronostico. Così va il mondo. Costa in ogni caso non è sicuro di giocare. Ha detto che non si sente a posto, e crediamo che il suo capitano sia dello stesso parere. E' perlomeno curioso osservare come l'imprevedibile e gradita rimonta sia stata ottenuta dal giocatore che nelle intenzioni di Panatta non doveva scendere in campo nel singolare. Panatta puntava su Cane, che si è leggermente infortunato alla gamba, e il capitano è stato costretto a cambiare le carte in tavola dando via libera a Pescosolido, sul quale peraltro nei giorni scorsi aveva espresso giudizi non troppo positivi. «Nei primi due set ero molto teso», ha detto Pescosolido. L'abbiamo visto tutti. «Servivo troppo forte e ho commesso undici doppi falli. Poi ho cambiato partita e servizio, ho fatto un passo avanti nel campo, ho cercato i colpi vincenti. Insomma ce l'ho fatta. E adesso eccoci qui». Eccoci qui. Pescosolido, nella fretta di raccontare la sua rimonta, del resto ricca di belle emozioni, si è dimenticato di parlare di Costa e delle sue nefandezze, che a ben vedere, con tutto il rispetto per l'azzurro, sono state la vera chiave della par¬ DAL NOSTRO INVIATO

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