«Privatizzare avvicina banca-impresa»

«Privatizzare «Privatizzare avvicina banca-impresa» L'Espresso cancella i debiti ROMA. L'esercizio 1993 del gruppo «Editoriale l'Espresso» si chiude con un utile netto di 36,2 miliardi (dividendo invariato di 100 lire), grazie anche a proventi straordinari. La sola capogruppo ha segnato un utiledi 11,5 miliardi. Sono stati annunciati anche i risultati dell'«Editorialc la Repubblica», che presenta un utile consolidato di 13,7 miliardi (dividendo di 80 lire contro 150 nel 1992). Il bilancio consolidato dell'Editoriale l'Espresso mostra che l'indebitamento finanziario netto è stato praticamente azzerato, riducendosi da 66,6 miliardi a fine 1992 agli attuali 2,7 miliardi (contro un patrimonio di oltre 520 miliardi). Il fatturato consolidato è ammontato nel 1993 a 939,1 miliardi di lire, contro 1004,3 miliardi del 1992, con una riduzione che risente - si legge in una nota dell'andamento recessivo del mercato pubblicitario. ROMA. Le privatizzazioni rappresentano uno dei trampolini di lancio per un rapporto ravvicinato tra banca e impresa. La scarsa partecipazione delle istituzioni finanziarie negli assetti di controllo e nella riallocazione della proprietà delle imprese rappresenta una delle anomalie italiane rispetto agli altri Paesi industrializzati. Tuttavia recentemente per favorire il matrimonio tra banca e impresa sul piano normativo i passi avanti sono stati rilevanti. Nell'ambito del convegno promosso dalla Banca d'Italia per la presentazione di una ricerca sull'assetto proprietario delle imprese italiane, il vicedirettore generale dell'istituto di emissione, Vincenzo Desario, ha rilevato come «il nuovo quadro normativo offra agli intermediari, sia pure entro il rispetto delle necessarie regole prudenziali, un vasto insieme di nuove opportunità».

Persone citate: Vincenzo Desario

Luoghi citati: Roma