Il marzo francese infiamma Parigi di Enrico Benedetto

Il marzo francese infiamma Parigi Il marzo francese infiamma Parigi Ancora guerriglia nelle città tra studenti e polizia Mentre Balladur annuncia la sua candidatura all'Eliseo nel '95 la protesta dilaga e le parole d'ordine ormai riecheggiano lo scontro generazionale del Sessantotto illegale l'espulsione di due adolescenti maghrebini sorpresi a protestare con eccessiva veemenza li galvanizza. Balladur ne è conscio. Sul «Figaro» accusa anzi le cassandre che si nasconderebbero tra le sue file di aizzare da tempo, profetizzandolo, il ribellismo sociale. Sarà pura aneddotica, ma ieri non poche circostanze suggerivano un parallelo con il '68. Sfilando dinnanzi al principale carcere parigino la Sante - i Cinquantamila hanno salutato con foulard e pugno chiuso i reclusi, che ri- tum m per i controlli atomici O LE FIGURE-MITO DEI RIBELLI DEL '94 , erano consci che lo spettro di nuovi torbidi teneva lontani almeno 15-20 mila altri ragazzi, che avrebbero trasformato in successo ancora più vistoso il défilé. Compiacenza zero, quindi. Ma ieri bloccare i provocatori era impresa impossibile. A piccoli gruppi hanno iniziato a cercare la bagarre con la polizia, che li attendeva in kit da '68, démodé però ancora efficace: manganello, casco, scudo di plexiglas e fucile spara-lacrimogeni. Ai sampietrini preferivano bulloni e biglie metalliche. Provenien¬ cambiavano dietro le sbarre. E un quarantenne ha fatto la gioia dei fotografi sfilando come uomo sandwich. «Solidale con mio figlio», diceva il cartello. Meno pindarici e fantasiosi che 24 anni fa, invece, gli slogan. Non mancava, comunque, lo storico «PS = SS», né «Libérez nos camarades» intonato a gran voce lungo i cortei di Nantes e Rennes, ove la cronaca segnalava giovedì sera numerosi fermi. Aggiungiamoci pure i pittoreschi maquillage dei teenagers - la «generazione Mitterrand» come la defini¬ sce non senza qualche dispregio Charles Pasqua - e l'allegria diffusa. Gli incidenti sono esplosi verso le 15, neppure un'ora dopo la partenza della «manif». Ma in fondo nessuno s'illudeva che le misure poliziesche avrebbero tenuto lontani i 1000 «casseur» parigini, vandali di mestiere dalla fedina penale talora sporca. Riconoscerli è difficile, isolarli ancor più. Ci ha provato, invano, il servizio d'ordine studentesco. Nessuno può mettere in dubbio la sua buona volontà. Gli organizzatori GERMANIA « Lievi le conseguenze del lancio di molotov. E' la prima volta nel dopogu , za, alcuni depositi delle ferrovie: la Sncf ne lamentava qualche ora prima la scomparsa. Poi, le depredazioni. Lungo l'itinerario, negozi e boutiques erano chiusi. Nessun commerciante intendeva sfidare l'aggressività o la cupidigia dei «casseurs» dopo gli «espropri» che hanno caratterizzato sin dall'inizio la protesta. Ma il teppismo non disarma. Le vetrine volano in frantumi. E chi può allungare la mano lo fa. Una gioielleria resiste a malapena: quando arriva la Celere, serranda e guerra che viene attaccato un tempio ebraico GLI INOSSIDABILI vetro antiproiettile stavano per cedere. Nessuno scontro frontale. Piuttosto, un continuo «mordi e fuggi». Alla Nation, gli attimi di maggiore tensione. Il percorso è concluso, non rimane che disperdersi. Ma gli irriducibili, fazzoletto sul viso, vogliono far sera azzuffandosi con «Crs» e gendarmi mobili. I quaii, vistisi a malpartito, devono aprirsi una via di fuga con la forza. Ore 21 : torna la calma, ma nessuno può scartare flambée notturne. Un professore universitario - preso dalla calca - si tuffa nella Senna: lo ripescheranno i pompieri. La storica giornata è alla fine. Parigi ritrova la quiete, gli spazzini il superlavoro di ripulitura. Ma per lunghe ore ancora i «flic» attenderanno al varco ragazzi e ragazze nelle stazioncine della banlieue. Chi ha nello zainetto Adidas fiammanti, il montone o qualche altro souvenir di valore, deve poter esibire uno scontrino fiscale. In caso contrario, verrà considerata refurtiva. Il ministro tiene però a distinguere i «bravi ragazzi» dai teppisti. «Gli studenti si dissociano per primi da ruberie che, lo sappiamo, nuocciono alla loro causa». Come un buon padre, lo Stato balladuriano veglia sui giovani del marzo '94. Nella speranza che le sirene sessantottarde non li ammaliino più. Enrico Benedetto

Persone citate: Balladur, Charles Pasqua, Mitterrand

Luoghi citati: Germania, Parigi