Scalfaro «Addesso l'Italia risorga»

Chiusa la campagna elettorale. Martinazzoli attacca Berlusconi: «Narcotizzati dalle sue tv» Chiusa la campagna elettorale. Martinazzoli attacca Berlusconi: «Narcotizzati dalle sue tv» Scalfaro: «Allessa l'Italia risorga» Il Presidente invita a non gettare fango sugli altri berto Bossi, che invano Silvio Berlusconi ha tentato di sedare. Ora c'è Fini che si è convinto di potere ottenere successi anche al Nord oltre che al Sud e che non è disposto a donare i voti dei suoi candidati a quelli della Lega. Una mossa dell'ultimissima ora che mette in difficoltà i candidati del Polo delle libertà, specie al Nord, dove Berlusconi pensava di aver risolto i suoi problemi trattando la ripartizione dei seggi con Bossi. Comunque, ieri, Berlusconi ha chiuso la sua campagna elettorale accentuando la linea di drammatizzazione: «La MROMA ANCA solo il filo spinato: il fortino Rai di Saxa Rubra, per un'intera giornata, si è trasformato in «zona militare», e l'accesso è «severamente vietato» ai giornalisti che non fanno parte dell'azienda. Misure precauzionali imposte dalla direzione generale: si registrano gli appelli elettorali dei partiti. E non è un bene che i cronisti assistano allo spettacolo dei leader che si imbellettano, e, soprattutto, si impappinano, incespicano su una parola, provano e riprovano. Come capita, ad esempio, a Silvio Berlusconi. Che incorre in un infortunio mica male: «... scegliete l'Italia che ruba contro quella della gente». E' chiaro che voleva dire esattamente l'opposto, gli tocca ricominciare daccapo. Un incidente, che il suo staff cerca opportunamente di occultare, senza però riuscirvi. Berlusconi è il leader più atteso a Saxa Rubra. Arriva seguito da uno stuolo di collaboratori, con la fedele segretaria Marinella, che porta il beauty personale di Sua Emittenza. Dentro c'è tutto l'occorrente per il trucco. L'operazione è piuttosto laboriosa. Il Cavaliere viene pettinato capello per capello, e l'incipiente calvizie nascosta con l'aiuto di un pennello. Ma prima di sottomettersi al supplizio, Berlusconi incrocia Achille Occhetto, che ha appena finito di registrare il suo appello. Affabile come sempre gli augura «In bocca al lupo». Il leader del pds, però, non risponde e si arrabbia per l'imprevisto incontro. «Che organizzazione del cavolo», sbraita con il suo addetto stampa, Massimo De Angelis, e, immusonito, si allontana in tutta fretta. L'altro, invece, dopo aver recitato per i tre minuti canonici, si ferma volentieri a chiacchierare, attorniato da una folla che dovrebbe essergli ostile, ma che lo guarda ammirata. E quando lui si infila in macchina, alcuni dipendenti Rai gli fanno «ciao ciao» con la manina. Non si sa mai... Ma Berlusconi, si vede, non fa parte della compagnia di giro. Composta dagli altri protagonisti della giornata, che a furia di incontrarsi tra una registrazione e l'altra, hanno finito per diventare amici. Come lo sono gli attori. E perciò si amano e si odiano, si fanno i dispetti e i convenevoli. E sparlano l'uno dell'altro. Anche per fare la prova voce, ad esempio, Mario Segni non rinuncia a dare una stoccata agli avversari: «Ma che polo della libertà, tre facce, tre duci», dice mentre aggiusta il microfono. Occhetto, invece, le battutale preferisce farle ai compa- Da sinistra il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro e il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi Martinazzoli avvisa che i voti dei suoi non confluiranno né sui candidati di destra né su quelli di sinistra lì dove sono assenti i pattisti. Ma, poi, Martinazzoli attacca frontalmente Berlusconi per «l'utilizzo scandalosamente sregolato dei mezzi di informazione di massa. Sembra di stare in una fumeria di oppio. Tra poco saremo tutti narcotizzati». Non è piaciuto a Martinazzoli che Berlusconi abbia chiesto udienza a Scalfaro a tre giorni dal voto, così come non ha apprezzato che Scalfaro lo abbia ricevuto: «Dovrebbe essere più sobrio nel concedersi». E, ancora una volta, gli occhi sono puntati sul presidente della Repubblica dal quale tutti pretendono imparzialità. Anche la Lega critica Scalfaro perché ha ricevuto Berlusconi. «Evidentemente Scalfaro ha deciso che noi vinciamo e che questa sua tripla capriola gli consentirà di rimanere presidente fino al 1999» ha sostenuto il leghista Maroni. Per la Lega Scalfaro deve dimettersi dopo le elezioni. Ma Maroni, ieri, ha dato una versione più moderata: prima Scalfaro faccia nascere il nuovo governo e poi si dimetta, «magari per essere rieletto. Ma noi non lo voteremo». Alberto Rapisarda salamelecchi», ridacchia. E intanto prende la sua ventiquattr'ore. Vorrà ripassare l'appello? No, tira fuori una spazzola e si lucida le scarpe. Poi inizia a smaniare. Alla quarta prova di Celentano si alza, batte i piedi per terra e urla: «lo ho un comizio a Ostia, vabbè che ci saranno quattro gatti, però...». Mentre Ripa di Meana si agita, arriva Ferdinando Adornato. Passa al trucco e dopo immani sforzi riesce a non farsi mettere il rossetto. Il leader di Ad è tranquillo. Cede addirittura il posto a Gianfranco Fini, che ha poco tempo perché deve parlare a piazza del Popolo. E scambia quattro chiacchiere con lui. «Finisce con un pareggio», si sbilancia Adornato. Ma il segretario missino tace. La truccatrice ha abbondato con il collirio e gli occhi lacrimano. «Oh, guardate che al contrario di quello che pensa Martinazzoli agli italiani non piace chi piange», sbotta, nominando il grande assente. «Beato lui che non va in tv. Sono lussi che può permettersi solo un nobile decaduto», mormora Adornato. «Grazie a Dio con oggi abbiamo quasi chiuso», gli fa eco Fini. E tra i sospiri cala il sipario su Saxa Rubra: la cittadella si smilitarizza. Fino alla prossima puntata: lunedì notte la compagnia di giro torna in tv. Maria Teresa Meli

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