Bankitalia alle imprese ora aprite alla finanza

Via Nazionale chiede norme sul controllo dei gruppi Via Nazionale chiede norme sul controllo dei gruppi Bankitalia alle imprese ora aprite alla finanza o o o o Vendita Imi // 70% delVOpv finito ai fondi Le imprese italiane? Sono giganti o nani, con una struttura complessa, che rischia di penalizzare i piccoli azionisti, e scarsi rapporti con il mondo delle banche e della finanza. Ecco l'identikit del sistema societario tracciato dalla Banca d'Italia in uno studio sul «Mercato della proprietà e il controllo delle imprse» che ha inaugurato ieri un convegno di due giorni su questo tema. La ricerca di Bankitalia, curata da Fabrizio Barca, è la prima nel suo genere. Grazie alla collaborazione con la Consob gli esperti di via Nazionale hanno sezionato centinaia di aziende, spiegandone i rapporti di potere e i meccanismi interni, i legami con il mondo del credito e della finanza. La prima novità che arriva dalla ricerca è che in Italia, a paragone degli altri grandi Paesi, non mancano i grandi gruppi. Il fenomeno però è quello della polarizzazione: ai grandi gruppi si contrappongono cioè solo piccole imprese, quelle con meno di 50 dipendenti, mentre manca una classe di aziende medie, che occupano tra le 50 e le 100 persone. Il motivo? La mancanza o il difficile accesso agli strumenti finanziari, che consentono appunto la crescita dei piccoli. E' qui che possono intervenire le banche. La loro funzione, già tracciata da Carlo Azeglio Ciampi prima e in seguito da Antonio Fazio, è triplice: partecipazione nelle imprese, consulenza e merito sul credito. E che di strada nei rapporti tra finanza e imprese ce ne sia ancora molta da fare lo dimo- ROMA DAL DALLA REDAZIONE Z O V> % O Il ministro dell'Industria Paolo Savona prese italiane con più di 50 addetti è organizzato nella forma di gruppo, mentre il 42,6 per cento delle imprese quotate in Borsa è controllato da un azionista solo che possiede una quota sufficiente a detenere la maggioranza, sopra il 50 per cento. Secondo i dati forniti da Bankitalia e dalla Consob sui maggiori gruppi quotati in Italia è il gruppo Agnelli quello dove la società controllante, l'accomandita Giovanni Agnelli & C, detiene il controllo tramite il possesso della quota minore del capitale complessivo, cioè il 5,28 per cento. Anche nel gruppo De Benedetti la quota di possesso del capitale complessivo da parte del vertice del gruppo è piuttosto bassa, pari al 6,27 per cento, mentre nel caso del gruppo Berlusconi la quota di possesso sale a 38,6 per cento, anche perché tra le società che fanno capo al gruppo molte non sono quotate in Borsa. Ed è proprio la struttura di gruppo che - secondo Bankitalia - va disciplinata giuridicamente per dare maggiore tutela agli azionisti di minoranza. I limiti di questi modelli rendono opportuno "he le istituzioni finanziarie specializzate (banche, assicurazioni, fondi pensione) svolgano il ruolo che compete loro in un moderno mercato di capitali: possedendo rilevanti quote degli assetti societari, possono fare il mestiere di supervisori a garanzia degli altri azionisti di minoranza, rimanendo all'esterno possono agire come consulenti per assistere l'azionariato in presenza di scalate, utilizzando il bagaglio acquisito di informazioni e dati. ROMA. Sono stati i fondi comuni e i fondi pensioni a fare la «parte del leone» nella tranche di 125 milioni di azioni Imi riservata agli investitori istituzionali nella recente offerta pubblica di vendita (Opv) che ha portato alla parziale privatizzazione dell'istituto. Poco meno di 90 milioni di azioni (88,75), pari al 71% della quota riservata agli investitori istituzionali (internazionali, americani e italiani), secondo quanto riferiscono fonti dell'istituto, sono infatti finite in mano alle società specializzate nel risparmio personalizzato (gestioni patrimoniali, fondi comuni e fondi pensione), mentre il settore assicurativo ha «catturato» poco meno di 14 milioni di azioni (T11 %) e il sistema bancario estero poco meno di 9 milioni di azioni (il 7%). Il restante 11% è stato invece acquistato da fiduciarie, brokers, sim ed altri intermediari. L'Opv lanciata dal Tesoro a fine gennaio aveva riservato ai risparmiatori italiani 90 milioni di azioni. Martedì prossimo, intanto, si riunirà il consiglio di amministrazione dell'istituto per l'approvazione dei bilanci consolidati e della capogruppo che, un mese più tardi, saranno sottoposti all'approvazione dell'assemblea che sancirà il «nuovo corso» della «Banca del ponte». 7.728 7.633

Persone citate: Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Fabrizio Barca, Giovanni Agnelli, Paolo Savona

Luoghi citati: Italia, Roma