Abete e Trentin da Scalfaro di Gian Carlo Fossi

Abete e Trentin da Scalfaro Abete e Trentin da Scalfaro «Garantisci raccordo sul costo lavoro» «Chiunque vinca non deve stravolgere il cammino fatto» ROMA. Non è un segnale di paura, ma un messaggio di tranquillità e di fiducia delle forze sociali al Paese, in un momento politico caratterizzato da forti tensioni e scontri durissimi. Così Confindustria e Cgil-Cisl-Uil hanno definito l'appello rivolto al presidente della Repubblica Scalfaro di farsi garante della continuità dell'azione del governo e, in particolare, dell'impegno ad applicare integralmente l'accordo del luglio scorso sul costo del lavoro. Subito dopo l'incontro al Quirinale con Scalfaro, imprenditori e sindacati hanno illustrato la loro iniziativa congiunta nella sede della stampa estera, sottolineando l'importanza della stabilità sociale conquistata con l'intesa di luglio, certamente unica in Europa. Scalfaro, hanno rilevato il presidente della Confindustria Abete e il vicepresidente Callieri, ha dato tre assicurazioni di rilievo: in nessun caso si dovrà perdere la «memoria storica» dell'accordo di lu- Da sinistra Luigi Abete e Bruno Trentin Sono saliti assieme al Quirinale Callieri «Noi crediamo nella ripresa» glio; l'attuale governo (finché resterà in carica) dovrà attivarsi per recuperare ritardi nella sua applicazione; qualsiasi governo futuro dovrà accettare l'impegno a realizzare al più presto la completa attuazione dell'intesa, consolidando in tal modo i risultati già molto positivi conseguiti sul piano economico e sociale. «In un momento di passaggio tanto difficile - ha aggiunto il leader della Cgil Trentin - ci sentiamo corresponsabili della gestione dell'accordo, che rappresenta una tappa decisiva per il consolidamento della democrazia nel nostro Paese. Siamo andati dal Presidente della Repubblica perché siamo convinti che possa essere garante non di un fatto episodico, ma di un primo pilastro robusto non solo delle relazioni sindacali, ma anche dei rapporti fra parti sociali, governo e Parlamen¬ to. L'esperimento è giunto in mezzo al guado, ma la seconda metà del percorso si preannuncia più ardua della prima». Ma, in realtà, che cosa c'è dietro questa iniziativa? La paura di quanto potrebbe accadere dopo le elezioni? Abete: «Non abbiamo paura di nessuno. Siamo sicuri che mercoledì e giovedì prossimi saranno giorni normali, quale che sia l'esito della consultazione». Trentin: «Paura? No, anche perché questa esperienza faticosa e complessa ci ha reso più forti, più rappresentativi. Piuttosto preoccupazione che si possa smarrire il filo che abbiamo cominciato a tessere, che ci sia una perdita di memoria, che si svilisca un accordo che segna senza dubbio una svolta straordinaria a favore del Paese». L'intesa è in collisione con il programma di Forza Italia. Che cosa accadrà se vincerà? Trentin: «Non sono profeta, né un osservatore politico. Il mio programma non coincide con quello di nessuna forza politica, ma è certo che qualsiasi futuro governo non potrà prescindere da quanto imprenditori e sindacati hanno concordato a luglio». Callieri: ((Abbiamo voluto comunicare all'interno e all'estero che siamo tranquilli sulle nostre capacità di ripresa». Potrebbe essere interpretato come un ricatto al futuro governo? D'Antoni: «Se alla parola diamo un valore nobile, possiamo dire che abbiamo voluto ricordare la condizione essenziale per andare avanti». Larizza: «Non è un ricatto, non è un'aggressione. E' la conferma di scelte che debbono restare valide a prescindere dal risultato elettorale. Del resto, non è stata una decisione improvvisata. Già da un mese, in una riunione congiunta, avevamo preparato l'iniziativa». Gian Carlo Fossi

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