Templari appello al Papa

IL CASO. Andreas Beck, massimo specialista, chiede l'annullamento della condanna IL CASO. Andreas Beck, massimo specialista, chiede l'annullamento della condanna Templari, appello al Papa Sterminati nel 300, ora saranno riabilitati? ni ROBABILMENTE l'ati 11 tualc pontificato passerà V alla storia per le riabili' : tazioni e le riparazioni storiche fatte da papa Wojtyla. La lista delle revisioni promosse da Giovanni Paolo II è ormai lunga. Galileo ha avuto addirittura una specie di trionfo, ma il Papa ha riconosciuto anche l'alto valore spirituale di eretici classici come Martin Lutero e Giovanni Hus; in Africa e in America, ha denunciato il peccato dei cristiani per il commercio degli schiavi; in Spagna, ha deplorato gli eccessi dell'Inquisizione; por non parlare dell'abbraccio dato agli ebrei nella sinagoga di Roma. Ora, a un Pontefice così ben disposto a rivedere gli errori della storia cristiana viene chiesto di riparare ufficialmente a un altro obbrobrio dimenticato nei secoli: il processo organizzato contro i Templari dal re Filippo IV il Bello, con un'Inquisizione consenziente e un papa Clemente V debole fino alla complicità. Un processo che vide in Francia, nei primi anni del 1300, un migliaio di cavalieri arrestati, accusati di eresia e di pratiche sacrileghe, molti torturati e molti mandati al rogo. Tutto allo scopo di rendere lecita la confisca degli immensi beni dell'Ordine cavalleresco a favore della monarchia francose. La richiesta al Papa di riabilitare gli infelici cavalieri medioevali viene avanzata, in maniera anche dura, in un libro, «La fine dei Templari», che sta per essere pubblicato dalla Piemme, un'editrice cattolica in genere molto cauta nei confronti degli ambienti ecclesiastici. Ne è autore uno studioso tedesco, Andreas Beck, che ha riordinato una serie di documenti e di ricerche intraprese e non portate a termine da uno specialista dell'argomento, Erwin Helmle. «La responsabilità di quello che fu forse il maggior assassinio giudiziario del Medioevo» Pochi soldi, niente macchina da scrivere A proposito delle dichiarazioni del nostro presidente Scalfaro della necessità che la scuola privata debba essere finanziata dallo Stato italiano voglio fare presente che è ora che lo Stato incominci a saldare le competenze dovute a chi, come me insegnante supplente, ha fatto il commissario agli esami di maturità. Sono passati otto mesi e non ci sono stati ancora dati i soldi che ci spettano. Ogni altra parola penso sia superflua. Mi scuso per non aver scritto a macchina ma le mie tasche non mi permettono questa spesa. Anna Metallo, Biella «Terronia», assurda definizione geografica Nel corso di una trasmissione televisiva su di una emittente privata, ho sentito dire che la cosiddetta «Terronia» inizierebbe immediatamente a mezzogiorno del Po. Secondo me una frase di questo genere, lo dichiaro apertamente, rappresenta la quintessenza della malafede e dell'assurdità! Dato e non concesso che il termine di cui sopra possa considerarsi tollerabile e non insolente, tutti sanno che, nell'Italia centrale, esistono due città, Roma e Firenze, le quali, ciascuna a suo tempo, furono culla di due civiltà importantissime, così come lo fu in seguito Venezia fra le città dell'Italia settentrionale. Se poi ci spostiamo immediatamente a Sud del Po ed ai tempi moderni, riscontriamo la presenza di una città, Bologna, e di una regione, l'EmiliaRomagna, abitate da popolazioni aperte, cordiali e signorili, dalle quali i cittadini di altre parti dell'Italia del Nord hanno veramente tanto ma tanto scrive Beck, «spetta soprattutto al re di Francia. Ma anche il Papa mancò; si lasciò ricattare, divenendo anch'cgli, in tal modo, persecutore dell'Ordine, che in realtà avrebbe dovuto difendere. Clemente V, primo papa di Avignone, i cardinali francesi, i vescovi di corte e gli inquisitori abusarono del loro ufficio, agirono al servizio del re di Francia, anziché aiutare l'Ordine Templare a ottenere giustizia». «I Templari», prosegue l'autore, «erano innocenti; restarono fedeli perfino alla Chiesa che li perseguitava. Martiri della verità, difesero il loro Ordine, malgrado le torture e i roghi. Si rivelarono cristiani migliori, più santi del Papa e dei cardinali che si piegarono vilmente a un'autorità statale iniqua. Ora essi hanno diritto che venga formalmente riconosciuto che il loro Ordine non era colpevole di ciò di cui fu accusato. Non è ammissibile che l'Inquisizione, che tante ingiustizie commise, debba avere l'ultima parola. «La storiografia da decenni ha assolto i Templari. Può la Chiesa perseverare ancor oggi in un giudizio erroneo? Non hanno i Templari un sacrosanto diritto che la loro innocenza venga riconosciuta? Non meritano forse un mea culpa da parte della Chiesa?». Per la verità, la Chiesa ha cominciato a rendere giustizia ai cavalieri del «Supremo ordine militare del Tempio di Gerusalemme» (così è il nome completo e ufficiale), ma un po' lontano da Roma. Sono stati due patriarchi cattolici del Medio Oriente (Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme, e Sfcir, patriarca maronita di Antiochia) a dare un riconoscimento all'Ordine per i territori della loro giurisdizione. Sono le terre in cui i cavalieri del Tempio ebbero ad esercitare la loro azione di protettori dei Luoghi Santi e dei pellegrini cristiani. Una protezione fatta valere con le anni, talvolta con massacri di saraceni, per i quali avevano l'as- LETTERE AL GIORNA Qui accanto e sopra, due miniature antiche che illustrano il giuramento dei templari e un assalto dei cavalieri dell'Ordine del Tempio contro gli infedeli A sinistra, un templare oggi