Splendore e miserie della dittatura perfetta
La Borsa Usa alla notizia crolla di ben 57 punti Si teme si scateni la guerra civile La Borsa Usa alla notizia crolla di ben 57 punti Si teme si scateni la guerra civile Splendore e miserie della dittatura perfetta to ucciso a Tijuana, la grande città sulla frontiera con gli Stati Uniti che forse meglio simboleggia le due anime del Paese. Quella del Messico profondo e poverissimo, in cui sopravvivono alla meno peggio 40 degli 85 milioni di abitanti, per tanti dei quali l'emigrazione clandestina rappresenta tuttora l'unica possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita. E quella della minoranza che si rispecchia con fiducia nella «modernità» al di là del confine: i miliardari, in dollari, moltiplicatisi negli ultimi anni (oggi, secondo la rivista Forbes sono 13, nel 1991 erano appena due), insieme ad alcune decine di migliaia di nuovi yuppies e imprenditori arricchitisi nel boom della borsa seguito al massiccio piano di privatizzazioni varato da Salinas (sono state vendute a privati 940 delle 1155 imprese statali). La contraddizione di fondo della situazione messicana è tutta racchiusa in questa differenza, cui gli zapatisti del Chiapas hanno dato visibilità internazionale sferrando il loro attacco il primo gennaio 1994, proprio il giorno dell'enrata in vigore del Nafta: un accordo che - ha scritto recentemente il New York Times - potrebbe provocare la perdita di milioni di posti di lavoro in Messico (l'economia del Paese già mostra l'affanno, e negli ultimi sei mesi è entrata in recessione dopo anni di crescita ininterrotta). Con la morte di Colosio, anche la sicura vittoria del Pri nelle elezioni di agosto viene rimessa in discussione. Salinas dovrà indicare un nuovo candidato, ma il nome più forte e credibile - Manuel Camacho Solis, ex sindaco di Città del Messico e popolarissimo mediatore del governo nelle trattative con gli zapatisti - sembra ormai in rotta col presidente. E se, d'altra parte, arrivassero in porto le riforme che proprio Camacho ha proposto per rendere finalmente trasparenti le elezioni messicane, la «dittatura perfetta» del Pri, come l'ha definita Mario Vargas Llosa, potrebbe davvero star giungendo alla fine. Gianluca Bevilacqua Diserta: troppe angherie
Persone citate: Camacho, Forbes, Gianluca Bevilacqua, Manuel Camacho, Mario Vargas Llosa, Salinas, Solis
Luoghi citati: Città Del Messico, Messico, Stati Uniti
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