Una calibro 38 porta il Messico nel caos

Appello di De Gortari: state calmi. Ma i suoi seguaci accusano il partito di opposizione Appello di De Gortari: state calmi. Ma i suoi seguaci accusano il partito di opposizione Una calibro 38 porta il Messico nel caos Ucciso il delfino del Presidente, destinato a succedergli La polizia salva l'assassino dalla folla. Un complotto? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A cinque mesi dalle elezioni presidenziali, il Messico è precipitato in una grave crisi in seguito all'assassinio del candidato favorito alla successione dell'attuale presidente Carlos Salinas de Gortari. Luis Donaldo Colosio, 44 anni, ò morto nella tarda serata di mercoledì in un ospedale vicino al confine con gli Stati Uniti, dopo che due proiettili calibro 38 lo avevano raggiunto alla testa e all'addome. A sparargli, al termine di un comizio tenuto a Tijuana, è stato Mario Aburto Martinez, un meccanico di 23 anni di tendenze - ha detto lui stesso - pacifiste. Anche se per il momento prevale la convinzione che si sia trattato di un atto di violenza individuale, non legato a alcun particolare complotto, il processo istituzionale messicano rischia di precipitare nel marasma, mentre ormai molti segnali indicano il rischio crescente che il paese venga risucchiato in una spirale di violenza. E infatti la Borsa di New York, in apertura, alla notizia del delitto, ha fatto segnare una spettacolare caduta di 57 punti. «Mi appello a tutti i mei compatrioti - ha dichiarato alla televisione uno scosso e preoccupato De Gortari - perché vivano la loro indignazione con calma e serenità». L'attentato è scattato improvviso alle 5 del pomeriggio nel quartiere di Colonia Lorna Taurinas, un sobborgo di Tijuana vicino all'aeroporto internazionale. Colosio aveva appena finito di parlare a una folla di 3000 persone, in gran parte povera gente che vive in baracche costruite sulle pendici di un canyon. Martinez si è fatto largo attraverso le gente che si era stretta attorno a Colosio per stringergli la mano e ha fatto semplicemente fuoco. «L'hanno colpito in testa, l'hanno colpito in testa», si sentiva urlare, mentre la folla tentava di linciare Martinez, salvato all'intervento della polizia. Assieme a lui è stato arrestato anche Vicentc Mayoral Valenzuela, di circa 40 anni, e in un primo momento era sembrato che l'attentato fosse stato compiuto congiuntamente dai due uomini. Più tardi, però, la polizia ha precisato che Valenzuela era trattenutocome testimone. Nel frattempo Colosio era stato trasportato in un ospedale della Zona Rio, sul confine con gli Stati Uniti, dopo che era stata scartata l'ipotesi di trasferirlo a San Diego, in California. La speranza che Colosio potesse sopravvivere all'attentato è durata per circa tre ore. Ma poi è stata data la notizia che Colosio era morto durante un intervento di emergenza al cervello. Subito dopo il presidente De Gortari ha proclamato il lutto nazionale, mentre attivisti del Partito Rivoluzionario Istituzionale, nonostante l'appello alla calma, organizzavano manifestazioni per accusare la principale forza di opposizione, il Partito di Azione Nazionale, di orientamento con- CITTA' DEL MESSICO. L'attentato di cui è rimasto vittima il candidato alla presidenza del Messico Louis Donaldo Colosio riapre un fascicolo doloroso della storia del paese. Nel febbraio del 1913 l'allora presidente Francisco Madero, considerato 'il padre della democrazia' in Messico fu assassinato nella capitale insieme con il vice presidente José Maria Pino Suarez dal generale Vicotriano Huerta, a sua volta rivesciato da Venustiano Carranza. Madero, un liberale educato in Francia e il cui motto fu 'voto effettivo e mandato unico', si pronunciò apertamente contro il governo del generale Porfirio Diaz che governò il paese con pugno di ferro per trent'anni. servatore, di essere indirettamente responsabile per la morte di Colosio. E' il Partito di Azione Nazionale che controlla lo Stato di Baja California, dove si è svolto l'attentato. L'accusa è quella di non aver garantito la necessaria sicurezza attorno a Colosio. Secondo la costituzione messicana, spetta al presidente uscente dopo un termine unico di 6 anni, indicare il candidato a succedergli per il suo stesso partito. Da 65 anni, cioè dalle elezioni del '29, il Partito Rivoluzionario Istituzionale ha portato un suo uomo nella residenza presidenziale di Los Pinos, a Città del Messico. L'attuale presidente, De Gortari, aveva scelto Colosio poche settimane fa, preferendolo a Manuel Camacho SORRIDEVA felice, il presidente messicano Carlos Salinas. Nel novembre 1993, dopo anni di interminabili discussioni, il Congresso statunitense aveva infine approvato il Nafta, il trattato di libero commercio che avrebbe creato un unico, enorme mercato senza restrizioni doganali in tutto il Nord America. Sorrideva e ripeteva ai giornalisti: «Siamo arrivati in serie A». Nel salotto buono del capitalismo «vero», nel Primo mondo che odora di hamburger McDonald's e non puzza di fogne a cielo aperto, di fame, di morte. Un entusiasmo condiviso dai grandi giornali economici internazionali. Il Messico scrivevano - non è più la patria dei sombreri e della siesta, il Paese dove tutto, sempre, sarà fatto solo «manana», domani: è il nuovo «latin dragon», il dragone economico latino americano. Tutto sembrava filare per il meglio, nell'ultimo anno del mandato di Salinas, giovane economista formato ad Harvard e carismatico leader di un gruppo di giovani tecnocrati inten¬ Chiedono la verità su centinaia di bambini spariti durante la fuga in Israele: sono stati venduti UNA SCIA DI SANGUE * La Balla ndi beSi tela gu Colosio subito dopo l'attentato A fianco la vittima in una recente immagine |foto reuter]