VENTI DI SPERANZA di Michele Fenu
VENTI DI SPERANZA VENTI DI SPERANZA L'Europa, e naturalmente l'Italia, non sono ancora uscite dal tunnel della crisi, ma i venti di primavera cominciano a soffiare sull'auto e ad alimentare qualche speranza. I vip dell'industria hanno lasciato il Salone di Ginevra ostentando un moderato ottimismo e le cifre dicono che nei Paesi della Cee, specie in Francia, affiorano timidi segni di ripresa. Se non altro quella che pareva un'inarrestabile discesa si è interrotta e si può ripartire. La primavera, inoltre, stimola anche gli spiriti e induce ad aumentare i consumi. C'è voglia di novità e di cambiamento. Logico, quindi, che in questo periodo dell'anno si affollino le presentazioni di modelli nuovi o rinnovati. E' anche un segno di vitalità dell'industria dell'auto, che cerca in ogni modo di reagire a questa crisi che ha interrotto brutalmente un lungo periodo d'oro. Le novità, più o meno importanti, più o meno consistenti, sono da sempre una delle ricette usate dai costruttori per attirare l'attenzione del pubblico. Talora sono un fatto di prodotto, talora anche un richiamo d'immagine. Adesso, in questi mesi di sfida commerciale durissima - nel '93 si sono volatilizzate in Europa qualcosa come due milioni di automobili -, costituiscono un'arma promozionale importante come non mai. Anche se, alle spalle, debbono avere un'azienda competitiva. Il che oggi significa essere capaci di conseguire una buona redditività anche in presenza di volumi meno consistenti che in passato. I modelli, le versioni, le nuove gamme presentate in questi giorni hanno, nella loro diversità, alcuni punti in comune. Ad esempio, tutte le auto (compresi i fuoristrada Rover) pongono l'accento sul tema della sicurezza, che si traduce in airbag, cinture con pre-tensionatore, barre nelle porte; ed esaltano l'aspetto del comfort, che si presta a numerose varianti (meno rumori a bordo, sedili più comodi, un'ampia dotazione di accessori, interni gradevoli e moderni). In questo senso non esistono più categorie di vetture. Il lusso abita dovunque e le dimensioni delle macchine non fanno più da spartiacque tra il «ricco» e il «povero». Una tendenza che, anche in questi tempi magri, continua ad affermarsi. Indietro non si torna. Michele Fenu
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