Siemens e Italtel nozze vicine di Valeria Sacchi

Economia Alla stretta finale le trattative per la nascita di una nuova società paritetica Siemens e Italtel, nozze vicine Le aziende interessate non confermano né smentiscono I tedeschi darebbero un conguaglio in contanti alla Stet MILANO. Italici e Siemens presto insieme? La notizia trova conforme tra gli addetti ai lavori, ma si scontra contro un muro da parte delle due aziende interessate. Sia in Italtel sia in Siemens, la consegna, rigorosa, è infatti quella del silenzio su qualsiasi eventuale accordo. «No commento, è tutto quello che si ricava da Italtel, con una ulteriore precisazione: «Le trattative sono sempre in corso con più soggetti». Nemmeno dai vertici delle due capogruppo esce la minima conferma. «La Siemens non conferma e non smentisce, i colloqui sono ancora in corso», recita il portavoce del colosso tedesco a Monaco di Baviera. «Nulla ò ancora concluso, proseguono tutte le trattative aperte per la ricerca di un partner internazionale per Italtel» fanno sapere a Roma, alla Stet. In barba a questo silenzio, e nonostante l'estrema prudenza, fonti del mercato insistono che ormai la scelta è fatta: Italtel e Siemens hanno raggiunto un accordo di massima, mancano solo le ultime firme. Tra i pretendenti in lizza, che comprendevano anche l'americana At&t, la francese Alcatel e la svedese Ericsson, la scelta di Stet ò dunque caduta sui cugini tedeschi, il secondo gruppo mondiale del settore delle telecomunicazioni, dopo l'Alcatel. Lo schema dell'accordo, che verrà siglato tra le due capogruppo Stet e Siemens, prevede la costituzione di una nuova società paritetica, nella quale verranno apportate, e successivamente fuse, Italtel e Siemens Telecomunicazioni Italiana. Della nuova società, di cui ciascuno avrà il 50%, la guida e la scelta dell'amministratore delegato spetterà ad Italtel. E poiché le dimensioni di Italtel e Siemens Telecomunicazioni Italiana sono assai diverse, essendo il fatturato della prima quasi quattro volte superiore a quello della seconda, va da sé che dall'operazione la Stet ricaverà anche del danaro liquido. Anticipando 1' intesa, ieri il Sole 24 Ore parlava di un ricavo per Stet oscillante tra i 2000 e i 2500 miliardi, una cifra che tuttavia qualcuno ritiene eccessiva. L'operazione, che si inquadra nel più ampio spazio delle mega-alleanze che mettono ormai a soqquadro quotidianamente il mondo delle telecomunicazioni, si fonda anche su ragioni specifiche. Italtel ha una dimensione troppo grande per potersi difendere in un ruolo di nicchia, ma è troppo piccola per tener testa a confronti internazionali. Di qui la necessità di un matrimonio con un grande produttore, la Siemens appunto. L'accordo consentirà ad Italtel di ripartire i costi della ricerca, che per le tecnologie delle comunicazioni sono ormai siderali e, fatto altrettanto importante, di aprirsi spazi sui mercati internazionali. E vediamo le cifre dei due promessi sposi. Italtel, la maggiore azienda manifatturiera italiana nelle telecomunicazioni, ha un fatturato che sfiora i 2700 miliardi, o 15.000 dipendenti, 3000 dei quali nella ricerca. Nel 1993, il gruppo guidato da Salvatore Randi ha raddoppiato l'export che è salito al 20% del giro d'affari, ma ha visto nell'utile netto un drastico ridimensionamento: dai 133 miliardi del 1992 a 40 miliardi. La Siemens Telecomunicazioni Italiana fattura quasi 700 miliardi (il 30% dei quali all'export) con 4200 dipendenti, 800 dei quali impiegati nella ricerca. Ha duo poli produttivi, uno in provincia di Milano e uno nel Mezzogiorno. Già oggi la società fabbrica su licenza di Italtel le centrali Ut per la commutazione, e produce poi sistemi di trasmissione. Ecco perché si può dire che la Siemens sia sostanzialmente complementare ad Italtel. Il gruppo che uscirà dall'accordo partirà quindi con un fatturato vicino ai 3500 miliardi, produzioni sinergiche e un impatto ben diverso sui mercati esteri. Tenuto conto dei tempi tecnici, è probabile che la fusione non sarà operativa prima del 1995. Sulla data dell'annuncio ufficiale si ipotizzano invece tempi stretti, addirittura i prossimi giorni. Ieri, intanto, Italtel ha annunciato di essersi aggiudicata una nuova commessa in Cina per sistemi di trasmissione in fibra ottica da lei prodotti, destinati alla rete telefonica che collegherà Pechino alle città di Taiyuan e Xian. Sul fronte Siemen, invece, il gruppo tedesco ha ottenuto dall'Antitrust italiana il via ad acquistare il 70% della Teleco Cavi dalla Gcr. L'Antitrust ha infatti riconosciuto che Siemens Ag e Teleco Cavi, con una quota pari al 16% in Italia, non rappresentano posizione dominante, dal momento che sullo stesso mercato operano altri produttori importanti come Pirelli, Alcatel e Bice. Valeria Sacchi Salvatore Randi, amministratore delegato dell'Italie!

Persone citate: Salvatore Randi, Siemens Telecomunicazioni, Siemens Telecomunicazioni Italiana, Xian

Luoghi citati: Cina, Italia, Italtel, Milano, Monaco Di Baviera, Pechino, Roma