E ora per acchiappare spettatori Canale 5 sguinzaglia anche i cani di Alessandra Comazzi

r TIVÙ'& TIVÙ' E ora per acchiappare spettatori Canale 5 sguinzaglia anche i cani BISOGNA dirlo: Canale 5 non è una rete televisiva, è un Mida tecnologico che trasforma in audience tutto quello che sfiora. Quasi tutto: i programmi elettorali non erano molto seguiti da nessuna parte, ma in questi ultimi giorni stiamo assistendo ad una possente accelerata finale, favorita dai colpi bassi che ci racconta la cronaca. Ma quando si tratta di far brillare la prima serata, la rete ammiraglia della Fininvest non ha rivali. Martedì ha vinto ancora la battaglia delle 20,30 con una serata speciale dedicata ai cani, titolo «Stelle a quattro zampe». Oltre sei milioni di telespettatori, una folla di pubblico che farebbe la felicità di Raiuno, ormai malinconicamente relegata a centro classifica. Mai, di questi tempi, accade che la prima rete si distingua per qualcosa di speciale: non c'è più niente da dare, non c'è più niente da trasmettere, persino Pippo Baudo annaspa; i dirigenti assicurano che bisogna aspettare la tarda primavera (lo dice anche la canzone: «Che fretta c'era, maledetta primavera») per pensare a qualche forma di riscossa. Veramente nessuno ignora che sono le elezioni la vera primavera televisiva. Intanto su Raiuno la prendono larga, è cominciato un nuovo contenitore per i ragazzi, si chiama «Solletico» e lo conduce la figlia di Mara Venier, Elisabetta Ferraccini, insieme con Mauro Serio. E', nel suo piccolo, un modello di nuovo video, un esempio di come intendono lavorare prossimamente con la madre di tutte le televisioni. Vedremo. Così, mentre il direttore di Raiuno Delai studia, mentre il direttore di Raidue Minoli ripete il modello-Mixer, che una sua identità comunque la possiede, mentre il direttore di Raitre Guglielmi manda in onda gli unici programmi veri delle reti, il direttore di Canale 5 Gori fa ascolto. Con la forza di un panzer, non si perde una pole position, nella classifica delle trasmissioni più viste: «Scherzi a parte», «Stranamore», il film di Verdone «Maledetto il giorno che t'ho incontrato». E l'altra sera anche i cani. Belli, alteri, teneri, oppure odiosi con i loro boccoli sulla testa, esemplari pregiati di razze nobili, sfilavano in pedana svettanti (i cani di razza svettano anche se sono nani) sui garretti. Poi una giuria votava, poi alcuni ospiti portavano ad ammirare i loro tesori, poi ancora qualche «stella a quattro zampe» si esibiva in veloci gimcane. Tutto questo per due ore. Dunque, già le serate a tema «normali», quelle con i cantanti e gli attori (che disco/film hai fatto, bravo grazie) sono insopportabili: una mente comune poteva pensare che il «target» (pardon) cui era destinata quella sera di un giorno da cani sarebbe stato esiguo. E invece no, sei milioni di persone lì a vedere quei signorini dai nomi impronunciabili: avevano ragione loro, i signori dei palinsesti. Politica a parte, c'è talmente poco sugli schermi, che il povero «spettatore medio» si butta su quello che trova. Dall'altra parte della barricata televisiva lo sanno, e tirano i loro ossi, mascherati da un po' di carne intorno. Alessandra Comazzi

Persone citate: Delai, Elisabetta Ferraccini, Gori, Guglielmi, Mara Venier, Mauro Serio, Mida, Minoli, Pippo Baudo, Verdone