Rispetterò il nuovo budget

Ronconi a Roma Ronconi a Roma Rispetterò il nuovo budget ROMA. La prima uscita pubblica di Luca Ronconi - in veste di direttore del Teatro di Roma - ha richiamato nel Foyer dell'Argentina una folla di attori, da Anna Proclemer a Umberto Orsini, da Paola Quattrini ad Alessandro Haber, da Claudia Giannotti a Gabriele Lavia. C'erano anche i giovani aspiranti al corso di specializzazione e perfezionamento (riservato ad attori professionisti) che Ronconi ha inserito nel suo programma triennale. «Una iniziativa - sottolinea - che non intende entrare in conflitto con le scuole che già esistono a Roma, essendo un corso esclusivamente rivolto ad attori professionisti. Nel mio progetto, già approvato dal consiglio d'amministrazione, c'è inoltre la costituzione di una compagnia stabile, la possibilità di mantenere in repertorio gli spettacoli allestiti, garantire maggiori tenute agli spettacoli che riscuotono successo e infine la creazione di un laboratorio di ricerca finalizzato alla drammaturgia contemporanea». «Oggi - aggiunge - è ancora prematuro chiedermi il cartellone, tuttavia con passione, serietà e anche... divertimento cercherò di far crescere il Teatro di Roma. Una cosa è certa: i miei programmi saranno sostanzialmente diversi da quelli finora realizzati qui all'Argentina». Prima di anticipare a grandi linee il suo programma romano, Luca Ronconi aveva rivolto un saluto cordiale a quanti avevano collaborato con lui allo Stabile di Torino. «Ho lasciato molti amici - ha detto che ringrazio per aver reso "morbido" il mio trasferimento nella capitale. Nonostante gli impegni romani porterò a termine personalmente il corso di formazione per attori che ho avviato a Torino, così come nella prossima stagione curerò al Carignano la ripresa dell'Affare Makropulos. E non escludo nuove forme di collaborazione tra il Teatro di Roma e lo Stabile di Torino». Nonostante le insistenze, il neodirettore non si è sbilanciato sui titoli della stagione 1994-'95; ha ribadito di voler intensificare l'attività sul territorio romano e di voler migliorare qualitativamente - più che quantitativamente - l'interesse e la partecipazione del pubblico alle iniziative dello Stabile. «La crisi della creatività - afferma Ronconi tanto declamata negli Anni 80 e 90 è da attribuire al fatto che negli anni precedenti si era dato alla creatività un valore e un impegno eccessivi; se si contiene questo concetto si ridimensiona anche la crisi della drammaturgia nazionale». Ronconi ha respinto le accuse di essere un regista da spettacoli miliardari: «Non sono uno scialacquatore. L'Aminta che sto adesso allestendo per il 4° centenario della morte di Torquato Tasso può essere considerata faraonica soltanto per l'ampiezza del palcoscenico». E precisa: «Ho sempre rispettato il budget. Se ho a disposizione quattrini cerco di utilizzarli al meglio, altrimenti, come nel caso dell'Aminta, contengo le spese. La povertà non dev'essere un'ideologia, ma una necessità. C'è qualcuno, invece, che ricorre ai soldi per riempire i vuoti della fantasia». «Basta che Ronconi non spenda più della centesima parte degli sprechi del Teatro dell'Opera di Roma», aggiunge ironicamente Gianni Borgna, assessore alla Cultura del Comune di Roma. Ernesto Baldo Luca Ronconi promette un cartellone fatto di passione, serietà e divertimento

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