Trapianti operazione trasparenza

Decreto del ministro, la destinazione degli organi coordinata a livello nazionale Decreto del ministro, la destinazione degli organi coordinata a livello nazionale Trapianti, operazione trasparenza Una «banca dati» impedirà i favoritismi ROMA. Tutte le liste dei pazienti che in Italia attendono il trapianto d'organi confluiranno in un'unica banca dati presso l'Istituto Superiore della Sanità: con questo sistema sarà possibile avere in tempo reale un quadro globale dell'intera situazione nazionale, e garantire un maggiore grado di sicurezza nella gestione delle emergenze e nell'assegnazione di organi. E' questo uno degli obiettivi concreti più rilevanti che avrà il decreto firmato ieri dal ministro Maria Pia Garavaglia, che istituisce, appunto, presso l'Istituto superiore della Sanità, il Centro unico nazionale di riferimento, che coordinerà tutte le attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti. Al Centro di riferimento nazionale spetterà inoltre definire i protocolli comuni a tutto il territorio nazionale per le modalità di donazione, con particolare riferimento al prelievo e all'assegnazione degli organi; la definizione dei criteri per l'inserimento dei pazienti nelle liste delle urgenze; la segnalazione dei potenziali donatori, sulla base delle indicazio- ni dei centri periferici; il contatto con i centri di coordinamento stranieri; l'impostazione di campagne nazionali di educazione degli operatori sanitari e della popolazione, per diffondere la cultura della donazione. Presso il centro sarà operativa una Consulta tecnica permanente che dovrà sovrintendere alle attività di prelie- vo e trapianto. Il decreto messo a punto dopo una serie di incontri con i rappresentanti dei centri regionali e interregionali che coordinano localmente l'attività di prelievo e trapianto di organi, è stato predisposto sulla base della recente intesa Stato e Regioni per la definizione del Piano sanitario nazionale 94-96 che prevede un'aggregazione tra le Regioni al fine di costituire centri di riferimento interregionali in numero non superiore a tre coordinati da un Centro nazionale di coordinamento operante come controllore della gestione e della qualità. Lo stesso decreto costituisce una prima tappa per l'attuazione e lo svilup¬ po di un programma nazionale unico dei trapianti. Il dramma dei trapianti si evince dalle cifre che sono state diffuse in occasione dell'annuale congresso della Società internazionale per i trapianti di cuore che si tiene oggi alla Fondazione Cini di Venezia. Secondo Ugo Livi, aiuto di cardiochirurgia all'Università di Padova e «referente» della Società stessa, «in Italia - dove si fanno circa 250 trapianti di cuore ogni anno (ma bisognerebbe farne 400-500) - le donazioni di organi sono assolutamente insufficienti». Livi spiega che «la nuova normativa sembrerebbe facilitare questo tipo di interventi. Vedremo i risultati». Secondo i dati della Nord Italia Transplant, il fabbisogno annuo di cuori in Italia è di 500 unità, altrettante per il fegato, 2.300 per i reni e 150 per il pancreas. E nel 1993 i pazienti in lista di attesa erano 7 mila per i reni, 400 per il cuore, 350 per il fegato, 50 per cuore-polmone e 15 per il polmone. Paolo Querio

Persone citate: Livi, Maria Pia Garavaglia, Paolo Querio, Ugo Livi

Luoghi citati: Italia, Nord Italia, Roma, Venezia