La santità? Si può pure respingere
La santità? Si può pure respingere RISPONDE GIULIETTA La santità? Si può pure respingere «Risponde Giulietta Masina» si intitolava la rubrica settimanale che l'attrice tenne su «La Stampa» dal 72 al 75. Ogni lettera diventava pretesto per un'ampia meditazione di costume. Ne riportiamo un esempio. LA signorina Maria H. è stata onorata (sono parole testuali, ed è certamente così) dalla visione della «Madonna che tra i rami di una magnolia» le sorrideva. Maria ricorda perfettamente un acuto odore di rose, e le parole dette dalla Signora: «Cammina e spargi pace». Ora, Maria camminerebbe volentieri, ma non è certa che la Signora (anche Bernadette chiamava la sua Madonna di Lourdes in tal guisa) si rivolgesse proprio a lei. In sostanza, chi mi scrive prevede un possibile errore, che lei, cioè, abbia intercettato un ordine, un invito, un mandato, che non la riguardava. «Io sono medium, una specie di paragnostica, ed è possibile che abbia canalizzato (captato?) una voce sublime» peraltro indirizzata ad altro destinatario. E, immantinente, ponendo in rilievo alcuni suoi dati biografici, in virtù e difetto di essi, mi accerta del sicuro errore di persona. Tutto secondo tradizione: chi ascolta «voci» per prima cosa si affretta a negare di esserne oggetto, soggetto e causa. Soltanto i bambini, Bernadette appunto, hanno la temerarietà innocente di firmare la ricevuta del messaggio. Oppure Paolo di Tarso che dall'emozione, sulla strada di Damasco, ne rimane cieco. Gli altri, nessun santo escluso, con modestia e ritegno respingono la chiamata. Ma il caso di Maria H. è speciale: lei parla di intercettazioni occasionali, tanto da concludere l'irriverente paragone con l'inchiesta in corso sui telefoni. Una tesi che s'innesta con l'attuale interesse che la psicologia nutre per i fenomeni extrasensoriali, e pertanto ritengo dove- la p: i norr I che roso rimettere alla riflessione del mio amico Emilio Servadio. Ammetta, l'amabile professore, che il «caso», così come si prospetta, merita qualcosa di più di una battuta di spirito. Generalmente, non sottovaluto nulla che succeda nel misterioso spazio di nessuno, quello che si distende, se esiste, tra i fenomeni noti e quelli ignoti dell'universo. Chiunque può essere trascinato in cose più grandi di lui; e non saranno certo i poveri peccati di Maria H. a impedirle, se questa è la volontà di chi tutto può, di accedere alla ristretta categoria privilegiata di quelli che «sentono». La questione mi sembra un'altra, ed è la riluttanza a «camminare e a spargere pace»: un compito abbastanza gravoso, conveniamone. Ma (a prescindere, si intende, da Maria H.) la santità è gravosissima. Non è uno stato di tutto riposo, bensì il più drammatico impegno personale che si richieda a una creatura. C'è ben poco da prendere, tutto da dare. Il potere che si acquista è quello di rinunciare al potere. La temporale gioia-dolore dell'esistenza gravita allora verso ciò che gli americani chiamano «il centro del nulla». Sia detto senza ironia, oggi il «chiamato» può perfino opporre l'intercettazione tipo telefonica, e non so se mi spiego. Una volta, era l'umiltà che obbligava il prescelto ad arretrare nell'ascoltare la voce; nel 1973, l'eventuale opposizione fa capo a pretesti di ordine elettronico, a derivazioni di fili, a errori di selezione nelle trame sonore dell'infinito. Senza scherzo. Maria H. di Napoli è (ammessa e non concessa la «voce») la più dialettica tra le scansafatiche che abbia mai conosciuto. Non avremo, dunque, nessuna Maria H. viandante per le vie del mondo a predicare pace. C'è stato un difetto di trasmissione, sostiene la ragazza: e lei è pronta a restituire al mittente quanto ha ascoltato Giulietta Masina
Persone citate: Emilio Servadio, Giulietta Masina, Maria H., Signora
Luoghi citati: Napoli
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