Scalfaro quel giudice sbaglia sui tempi di Francesco La Licata

Il Capo dello Stato presiede la riunione d'urgenza del Csm dopo il blitz della Digos a Forza Italia Il Capo dello Stato presiede la riunione d'urgenza del Csm dopo il blitz della Digos a Forza Italia Scalfaro: quel giudice sbaglia sui tempi // magistrato già convocato per oggi ROMA. Il presidente della Repubblica è convinto che l'iniziativa del sostituto procuratore Maria Grazia Omboni - il giudice che ha ordinato la perquisizione nella sede di «Forza Italia» e richiesto l'elenco di presidenti dei club e dei candidati di Camera e Senato preser-t: più di un aspetto da chiarire, per i modi e per i tempi con cui è stata realizzata. Per questo, nella sua qualità di presidente dell'organo di autogoverno dei giudici, ha investito il Csm del compito di convocare il magistrato (convocazione che avverrà oggi stesso) per appurare se il suo comportamento sia stato consono ai principi di correttezza e di autonomia, «patrimonio irrinunciabile della magistratura». Scalfaro ha voluto presiedere un'assemblea plenaria del Csm convocata ai sensi dell'art. 45 da quattro consiglieri - che, per la sola presenza del Capo dello Stato, ha assunto i crismi della solennità. Il clima era teso: il consigliere Mauro Mellini definiva l'iniziativa della Omboni «senza precedenti», «un vero attentato ai dirit- ti politici dei cittadini» e, subito dopo, gli faceva eco Mario Patrono, ricordando i tribunali speciali del Ventennio: «Con quest'ultimo caso - ha concluso - siamo arrivati alla svendita della imparzialità della giurisdizione». Chiara la replica del Presidente: «I magistrati - ha detto analizzando le problematiche poste dall'iniziativa della Omboni - non devono guardare ai tempi nelle loro inchieste, ma non possono essere fuori dal tempo, perché sono un potere dello Stato e se un atto che non riveste carattere di urgenza tale da dover essere fatto comunque viene compiuto lo stesso, non si tiene conto che siamo in un momento molto particolare per la vita del Paese nel quale i cittadini hanno diritto alla maggiore tranquillità possibile». Aprendo il suo intervento, reci¬ tato a braccio e nel silenzio assoluto dell'aula «Bachelet» affollata come nelle grandi occasioni, Scalfaro si era soffermato su una serie di interrogativi sulla linearità dell'iniziativa condotta nei confronti di «Forza Italia». Il Capo dello Stato ha ammesso, in sostanza, che - oltre alla inopportunità temporale - va chiarito perché una simile procedura sia stata indirizzata solo in direzione di quel gruppo politico e perché in quei modi, dato che l'elenco dei candidati è praticamente pubblico e le generalità dei responsabili dei club - peraltro un numero tanto elevato da poter difficilmente essere messo in relazione ad inchieste che riguardano anche centinaia di indagati - sono depositate al ministero dell'Interno. Ma tuttavia questo non vuol dire, ha aggiunto Scalfaro, che bisogna far giustizia sommaria, né del magistrato in questione, né «dell'operato di tutta la magistratura». Anche per questo Scalfaro si è detto convinto che «il Csm deve assumersi delle responsabilità. Un provvedimento che dia l'impressione all'esterno che qui si passi il tempo senza concludere nulla non mi parrebbe decoroso». «Non penso però - ha continuato che un organismo di giudici possa giudicare il fatto senza in qualche modo coinvolgere chi l'ha posto in essere. E non penso che possa allora giudicare in sua assenza». Per Scalfaro, questi sono «principi fondamentali del diritto che toccano norme morali della con¬ vivenza civile». La raccomandazione di Scalfaro è, tuttavia, che si faccia in modo che le procedure non rallentino l'iter. Il Capo dello Stato non si è trovato d'accordo coi consiglieri che avevano invocato l'art.45 («richiesta» però «legittima») e che proponevano l'avvio di un'azione disciplinare nei confronti del sostituto Omboni e la trasmissione degli atti alla procura di Roma per verificare se nell'operato del magistrato fossero ravvisabili gli estremi del reato. Il sostituto è stato dunque convocato per oggi a Palazzo dei Marescialli. Dovrà presentarsi davanti alla prima commissione referente dell'organo di autogoverno dei giudici per spiegare le ragioni della sua iniziativa. La «pratica Omboni» sarà trasmessa alla terza commissione del Consiglio che, a sua volta, dovrà decidere se rinnovare o meno l'«applicazione», in scadenza il 26 marzo prossimo, del magistrato alla procura di Palmi. Maria Grazia Omboni ha già inviato una lettera al procuratore generale di Reggio nella quale afferma che l'acquisizione dei dati «richiesta alla Digos di Roma che sta svolgendo indagini delegate nell'ambito del procedimento n. 732/39, si è resa necessaria in conseguenza di una nota informativa dello stesso organo di polizia nell'ambito delle investigazioni in corso nei confronti di alcuni soggetti sottoposti ad indagine». Francesco La Licata Il Presidente della Repubblica «La magistratura non deve guardare ai tempi delle inchieste ma non può essere fuori dal tempo» M Silvio Berlusconi ha chiesto di incontrare il Capo dello Stato Il presidente Scalfaro al Csm. Sotto, Mauro Mellini Il vicepresidente del Csm Giovanni Galloni (sopra)

Luoghi citati: Palmi, Reggio, Roma