Un cielo senza uccelli

RAPPORTO WORLD-WATCH RAPPORTO WORLD-WATCH Un cielo senza uccelli Migliaia di specie in estinzione MENTRE la popolazione umana continua a crescere, diminuisce quella degli uccelli, ed è un altro segnale del deterioramento dell'ecosistema in cui viviamo. Su 9600 specie di uccelli conosciute, più di seimila sono in declino e un migliaio sono avviate all'estinzione. Il rapporto del World-Watch Institute di Washington «The global decline of Birds» contiene dati allarmanti nel loro significato ecologico. Sulle stragi di massa compiute dai pesticidi usati in agricoltura, dai cacciatori e persino dagli animali domestici. In Italia, a dispetto delle leggi di tutela, 50 milioni di uccelli vengono abbattuti ogni anno. Una ricerca fatta in Gran Bretagna mette sotto accusa i gatti: uccidono 20 milioni di uccelli all'anno. In Australia, nel solo stato di Victoria, 500 mila gatti sono responsabili dell'estinzione di 67 specie di uccelli originari di quelle terre. Nel giudizio comune le preoccupazioni per il numero di uccelli che volano sulla Terra potrebbero apparire marginali rispetto al grande problema dell'eccessivo numero di creature umane e della difficoltà crescente di nutrirle. J. G. Speth, amministratore dell'Unep (United Nations Development Programme) ha avvertito nei giorni scorsi: «Da 13 a 18 milioni di persone, in maggioranza bambini, muoiono ogni anno di fame o malnutrizione. 40 mila ogni giorno». Il dato spaventoso, indubbiamente fonte di disagio e di sensi di colpa per noi, spettatori dall'osservatorio dei Paesi ricchi, può essere letto anche in relazione alle statistiche sulla popolazione degli uccelli. Infatti all'origine dei due fenomeni troviamo immancabilmente il disordine nello sfruttamento delle risorse naturali, causa di esteso deterioramento e dissesto ambientale: 1 miliardo e 200 milioni di ettari (pari alla superficie dell'India e della Cina) soffrono la desertificazione totale o parziale. Difficile ignorare la catena che lega i piccoli uccelli alla vita vegetale, e rende indispensabile la loro sopravvivenza in specie diverse. Si pensi all'impollinazione o allo spargimento di semi che garantisce la riproduzione degli alberi nelle foreste. Il Rapporto Ww fa il paragone con il canarino che nelle miniere di carbone indicava con la morte la presenza di ossido di carbonio: così la rarefazione delle cicogne bianche in Europa (meno due terzi, dal 1960, quelle provenienti dall'Africa) è un segnale di degrado nella qualità dell'ambiente in cui vivono le popolazioni dall'Africa subsahariana. Degrado dovuto alla desertificazione, all'eccessivo sfruttamento delle foreste, all'inquinamento delle acque. In Europa, oltre alla diminuzione delle cicogne, si registra un vero e proprio crollo nelle popolazioni stagionali di alcune specie di uccelli molto significativi co- CORMORANO DELLE GALAPAGO me indicatori ambientali: capinere e beccafichi sono diminuiti del 75 per cento negli ultimi 25 anni. Alle insidie ambientali nei Paesi d'origine si aggiunge quella dei cacciatori che aspettano ogni anno gli stormi di uccelli in volo dall'Africa, per sterminarli. Nella sola Cipro tre milioni di vittime ogni anno, secondo la Audubon Society. Ma non i soli cacciatori sono responsabili, se persino il Cormorano delle Galapagos è minacciato di estinzione insieme all'Aquila delle Filippine, al Quetzal del Centro America. I tacchini del Nord America: meno 30 per cento in 25 anni. In testa alla classifica dei nemici degli uccelli sono i pesticidi, compresi quelli ritenuti «innocui» e quelli vietati ma ancora largamente in uso come il Ddt messo al bando nei Paesi occidentali da più di vent'anni. In India il Ddt viene ancora usato per combattere la malaria, e così in diversi Paesi africani, contaminando fortemente stagni, lagune, corsi d'acqua, vegetazione. Un pesticida granulare sparso largamente sui campi di grano degli Stati Uniti ha fatto stragi di uccelli da essere incluso tra le sostanze pericolose dalla Us Environmental Protection Agency. Altri nemici sparsi dall'uomo sono il mercurio e il piombo, in parte dovuto alla permanenza sul suolo di pallini da caccia, vietati in Canada e in Danimarca dove sono ammessi soltanto pallini di acciaio. Quasi superfluo ricordare le stragi seguite a spargimento di petrolio; il disastro della nave cisterna «Exxon Valdez» causò la morte di 300 mila uccelli. «Gli uccelli sono vittime di una combinazione di fattori negativi», annota John Terborgh, autore del libro «Where have ali the Bird gone?». Molti fattori sono dovuti ad attività umane svolte senza tener conto degli effetti sull'ecosistema. Ad esempio le bonifiche di paludi e di altre zone umide, ricche di alimenti acquatici. I fattori negativi introdotti dall'uomo si sommano con conseguenze segnalate da fatti troppo a lungo ritenuti irrilevanti, come la scomparsa delle rondini da tante città o le morìe di api. Mario Fazio MALKONA DALLA FACCIA ROSSA m BISOGNO URGENTE DI PROTEZIONE m ALTA MINACCIA DI ESTINZIONE li GOS FORMICARIE DAL PETTO BIANCO AUSÌRAUA

Persone citate: Bird, Mario Fazio, Valdez