GRAND TOUR LETTERARIO SULLE VIE DEL PIEMONTE di Bruno Quaranta

GRAND TOUR LETTERARIO SULLE VIE DEL PIEMONTE GRAND TOUR LETTERARIO SULLE VIE DEL PIEMONTE Paresi'. Regione e Centro Studi Piemontesi varano il progetto «1 luoghi delle putoh» passaggio, ciascuno omaggiato di un ritratto (biografia e bibliografia) e di uno spazio antologico. Né mancano le «immagini» (volti e paesaggi) con didascalie d'autore. «Se mai torni a veder lo dolce piano / che da Vercelli a Marcabò dichina». La locale anima dantesca è Virginia GaLnte Garrone, sorella di Alessandro, storico e giurista, e di Carlo, l'avvocato che «ereditò» lo studio di Dante Livio Bianco. I suoi romanzi ciascuno deve il titolo alla Commedia - vanno a comporre la saga di una famiglia dell'Italia civile, dominanti le figure di Giuseppe e Eugenio, gli zii caduti nella Grande Guerra. Come scenario principe, la casa deir«Omino di ferro», sul limitare di piazza Cavour. L'«omino», ricetto di memorie, passioni, galatei potrebbe essere l'ex libris della biblioteca cresciuta nella Piana. Nomi & opere? Gli «scapigliati» Giovanni Faldella (Le figurine) e Achille Giovanni Cagna {Alpinisti ciabattoni), amatissimo da Contini, Gadda, Montale. I dialettali Ettore Ara e Giuseppe De Maria. Il comunista storico Battista Santhià, cantore del gramsciano «Ordine Nuovo». Il risorgimentale Salvator Gotta, «cronista» della battaglia di Palestra. Il lirico Joyce (un omaggio poetico alla risaia). Il futuro giornalista Francesco Rosso, «regista» d'una romanzesca confraternita di indifferenti {Il ponte della solitudine, correva il 1940). E Cesare Pavese (insegnò nel liceo classico di Vercelli fra il '33 e il '35), che in Ciau Masino accoglie un racconto dove pulsano le bianche casacche paflonare. E Paolo Conte, che sospinge il «mitico» Gerbi, il Diavolo Rosso: «risale le risaie / fa 0 verso alle ra¬ ne...». E le streghe di Vassalli. E Guido Ceronetti, che nel Viaggio in Italia si arrende all'Alighieri: «Dolce piano? Se Dante lo dice lo è; è una dolcezza di cripta, da scoprire per iniziazione, per sufismo; non l'ho potuta scoprire, sotto tanti strati d'acre...». Esplorata la Piana Vercellese, il periscopio della Regione e del Centro Studi Piemontesi «fotograferà» Novara (Bonfantini, Emanuelli, la Marchesa Colombi), Alessandria (Umberto Eco), l'Astigiano (Guido Artom), il Biellese dì Gustavo Buratti, il Canavese («questo verde Canavese», intercalerebbe Carlo Trabucco) di Gozzano e Giacosa, le Langhe di Pavese e Fenoglio, Torino (con i fantasmi e le golose - rieccoli di Pavese e Gozzano, i «travet» di Bersezio, i sogni e le ironie di Chiaves, gli scrutatori di Calvino, le armi improprie di Cremona, i commissari e le pallide borghesi di Frutterò & Lucentini, le anime perse di Arpino, i «tipi» di Ceronetti...: davvero un gran mare di gente). Bruno Quaranta