CINESCRITTORI

CINESCRITTORI CINESCRITTORI Le prime risposte al nostro referendum^ Come si traduce un romanzo in film COME il minerale dalla ganga. Bisogna separare, togliere, aggiungere, tradire, schivare difficoltà per distillare in celluloide le parole di un romanzo. Un'alchimia non sempre facile. Abbiamo chiesto ad alcuni registi, particolarmente familiari con la frequentazione romanzesca, di raccontarci come è stato il loro lavoro. Cominciano, intanto, ad arrivare numerose le schede dei nostri lettori. Dal drappello dei «migliori» tenta la fuga II Gattopardo di Tornasi di Lampedusa-Visconti («rende molto bene l'atmosfera del libro», «ambienti e personaggi come me li ero immaginati», «ritrae con fedeltà un'epoca che muore e le inquietudini dei tipi nuovi che verranno»), lo tallona The Dead di Joyce-Huston. Tra i peggiori, tutti ancora in ordine sparso, le bocciature sono ad ampio raggio, da La città della gioia a Quel che resta del giorno. Alberto Bevilacqua, scrittore e cineasta, adattatore di se stesso e di un classico come Boccaccio (Bosco d'amore) ci spiega che il modello d'azione è quello offerto dal «miniaturista». «Non si può tradurre una narrazione completa - dice, bisogna isolare sequenze, particolari; bisogna ridurre. Gli esempi di trasposizione più riuscita avvengono, infatti, da testi brevi. Il romanzo possiede il tempo di chi si beve un bicchiere e pensa ad altro; il cinema ha i ritmi precisi, scanditi. Un lettore impone la sua fantasia al libro, scrive gli spazi bianchi tra le righe; guardando un film, invece, la fantasia risulta sottomessa». Il miglior film? Ali 'Ovest niente di nuovo di Milestone, da Remarque. Il peggiore? Il giardino dei Finzi Contini. «Mi dispiace dirlo perché De Sica era un caro amico. Il film è senz'altro seducente, ma non riproduce affatto l'atmosfera del romanzo di Bassani». Tinto Brass grande esploratore di eros nei classici della letteratura internazionale spiega che la traduzione non è sempre operazione scevra da intoppi. «Con alcuni scrittori le cose sono chiare immediatamente. Moravia, per esempio, non aveva remore, sapeva che romanzo e film sono due cose indipendenti, e che la firma sulla pellicola era mia. Per l'Uomo che guarda parlammo a lungo, mi fornì di consigli e di una fotografia da un Playmen dell'83 per suggerire il tipo della Fausta, del tosone pubblico, con un gran vello rigoglioso in mezzo alle gambe e un broncio da imberbe teppista. Con altri scrittori, presi dall'ossessione di avallare la sceneggiatura, invece, è più difficile lavorare. Ho avuto problemi con Soldati per Lettere da Capri, lui non era d'accordo con ciò che avevo fatto, e così poi ho cambiato il titolo in Capriccio. I romanzi um^ Dall'alto, Suso Cc.cchi D'Amico, Brass, Villi, Bevilacqua Le espedi BevilSuso CeDi Giame Miche Le esperienze di Bevilacqua, Brass, Suso Cecchi D'Amico, Di Giammalleo, LaUuada e Michele Soavi genialmente, fedele a Fowles». Il peggio? «Tutti i film tratti da Fitzgerald, che è sempre stato trattato malissimo da Hollywood. Ma il peggiore in assoluto è Addio alle armi di Charles Vidor. Ha rappresentato l'Italia in maniera ridicola, vizio comune a molti americani di fronte a Paesi stranieri». Fernaldo Di Giammatteo, storico del cinema e autore di alcuni bellissimi documentari come La lunga marcia per Pechino o Gott mit uns gioca al nostro referendum e sceglie coLme migliore e peggiore due film di uno stesso regista: Visconti. «Ha compiuto un'operazione ottima con Au bord du Ut di Maupassant, diventato un episodio straordinario, garbatissimo, "Il lavoro", di Boccaccio 70. Il peggiore è Lo straniero. In questo caso Visconti si è messo in testa di tradurre un romanzo intraducibile come quello di Camus, è venuto fuori un obbrobrio incomprensibile. E' emblematico di come un regista straordinario, che si è misurato con la grande letteratura, possa cadere nella trappola di opere letterarie inutilizzabili per lo schermo. Il rovello intellettuale del protagonista di Camus non può trovare il contatto con le immagini. Il povero Mastroianni faceva di tutto ma riusciva a essere solo penoso, lo schermo restava drammaticamente vuoto». Alberto Lattuada è uno dei registi italiani che si sono cimentati maggiormente con opere letterarie, da D'Annunzio a Verga. «Da una pagina può nascere una sequenza visiva anche di cento metri, mentre un capitolo descrittivo può risolversi in pochi fotogrammi. Nel ridurre II cappotto di Gogol che è il ritratto crudele della burocrazia le invenzioni narrative sono numerose. La più efficace da me inventata è la scena del funerale del protagonista. Tutta la città si leva il cappello per salutare una vittima senza nome. Gogol non l'ha scritto ma è, a mio avviso, molto gogoliana. Il suo racconto è come un tronco da cui nascono virgulti pieni di vita che io ho messo nel film. Ho lavorato su molte opere, dalla Tempesta di Puskin a Il mulino del Po di Bacchelli, da Cuore di cane di Bulgakov, a La lupa di Verga. La regola ò quella di una grande libertà di invenzione filmica e di una fedeltà tematica ingigantita da un racconto per lo schermo». Michele Soavi, regista di horror, si è cimentato con Dellamorte Dellamore di Sciavi che uscirà la prossima settimana. «11 romanzo ha la struttura di una sceneggiatura e le trappole più pericolose sono quelle tese dall'abilità del narratore. Sciavi è molto bravo nell'assemblare immagini, citazioni, schegge cinematografiche. Ma per tradurre la sua storia al cinema, bisogna depurarla da ogni citazione. Il nostro sforzo maggiore è stato quello di costruire il film come se fosse una storia autonoma, con un inizio, un centro, una fine, comprensibile anche da chi non conosce il fumetto di Dylan Dog». Il migliore film? «7/ silenzio degli innocenti di Demme, tratto da Harris». L che riescono a essere tradotti meglio nel linguaggio oggettivo dei "24 fotogrammi al secondo" sono quelli con poco grasso letterario, senza divagazioni, con pagine secche ed essenziali, come Moravia, il Tanizaki. Negli altri casi credo nel principio dell'infedeltà, quanto più ti allontani dall'idea dello scrittore, tanto meglio trovi una tua ispirazione forte per rendere il film un'opera artistica. Film e libro sono autonomi, è inutile impegolarsi in fatiche ermeneutiche, posso cogliere la bellezza dell'Annunciazione del Beato Angelico senza rileggermi il Nuovo Testamento e stabilire quanto il pittore sia stato fedele alle Scritture». Suso Cecchi D'Amico, una delle migliori sceneggiatrici del nostro cinema, si è cimentata con molti romanzieri, tra cui il celeberrimo Tornasi di Lampedusa. «Non sempre uno sceneggiatore può scegliere gli scrittori più amati - dice -. Spesso si deve sottostare alle richieste di altri, e si cercano spunti, ambienti. Quando abbiamo lavorato sul Gattopardo ci siamo posti molti problemi per restare fedeli al testo. Abbiamo ignorato i due capitoli finali, la mor¬ te del principe e il triste destino delle figlie. Un taglio necessario per evitare la stravaganza di un doppio salto temporale lungo vent'anni. Se non l'avessimo fatto, il film avrebbe concentrato troppi avvenimenti in poco tempo, avrebbe snaturato il romanzo di Lampedusa, dall'intreccio semplice, in una vicenda d'azione. Da Lampedusa a Fowles «Per restituire l'atmosfera del Gattopardo abbiamo scelto una scena, la scena del ballo, pervasa dal senso della morte. Credo che gli sceneggiatori più fortunati siano gli anglosassoni: hanno a disposizione romanzi molto cinematografici. In Italia il romanzo ha una tradizione più breve, e molti libri subiscono l'influenza troppo marcata del cinema; negli ultimi anni escono romanzi che sembrano veri e propri treatment, e questo li rende difficili da portare sullo schermo». Il miglior film? «La donna del tenente francese di Reisz, Pinter ha inventato completamente una parte di storia per essere, ">i REFERENDUM dal ROMANZO al FILM QUAL E'IL MIGLIORE FILM TRATTO DA UN ROMANZO? TI'mLO: DAL ROMANZO l'KRCI IK1 ALBERTO MELUCCI CREATIVITÀ: MITI, DISCORSI, PROCESSI Con la collaborazione di Anna Fabbrini, Hope Finney Botti, Giampietro Gobo, Lucia Matino, Federico Neresini, Joseph Sassoon, Anna Lisa Tota Che cos'è la creatività? Come ne parla la cultura? Come la sperimentano i "creativi"? Una ricerca che spazia dalle attività artistiche a quelle manageriali, dalla pubblicità alla scienza. L'incontro col limite l ibili di d QIÌAL ir IL PEGGIORE FILM TRATTO DA UN ROMANZO? TITOLO: DAL ROMANZO e la possibilità di trascenderlo. ERNEST GELLNER l'IiKCI ih: Ricostruzione avvincente e densa dei passaggi che hanno condotto l'uomo dalle piccole comunità primitive alle grandi società di oggi ■ secondo scansioni che segnano la transizione dalla biologia alla cultura - il nuovo libro di Gellner delinea una filosofia della storia che ci consente di guardare più a fondo nel nostro passato e nel nostro presente. NOMI'] COCNOMK INDIRIZZO

Luoghi citati: Bevilacqua, Capri, Hollywood, Italia, Lampedusa, Pechino