Cento auguri allo strip-tease di Enrico Benedetto

Storia di scandali e polemiche cominciati nel 1894 al Moulin Rouge Storia di scandali e polemiche cominciati nel 1894 al Moulin Rouge Cento auguri allo strip-tease Parigi celebra il primo spogliarello DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cent'anni di spogliarello. Il Moulin Rouge li celebra con una schietta fedeltà alle origini, svestendo ogni sera per la gioia di un pubblico ormai attempato e nostalgico le sue ballerine. Ma quella che oggi è tranquilla quotidianità erotica, lontana dagli eccessi cui ci abitua l'hard, era in quel remoto 1894 vera provocazione. Così mademoiselle Mona - la prima ad animare gli spettacolini di strip nel Moulin Rouge fece scandalo. Di lei non sappiamo gran cosa. Ma è entrata nella storia. E proprio a titolo di centenario precursore, il quotidiano popolare tedesco «Bild Zeitung» le rendeva omaggio ieri con un lungo inserto sulle fortune dello spogliarello. Che per decenni ha trovato in Parigi la sua peccaminosa capitale planetaria. Come le non lontane Folies Bergères, il Moulin Rouge nacque nella seconda metà del XIX secolo quale tempio dell'avanspettacolo e della rivista. Ma erano, entrambi, generi tutti da inventare. Gli esempi inglese - prima di farsi spodestare dalla Ville Lumière, Londra dettava legge anche nel teatro leggero - e americano (ovvero l'erotismo burlesco, lo stesso che ritroviamo oggi negli incontri di catch in topless) non potevano andare bene per la Parigi che inventò il libertinismo e con Napoleone III aveva riscoperto una società ultragaudente. Così, sulle prime, Moulin e Folies le provarono un po' tutte per far breccia nel pubblico giocando sul corpo femminile. E ci vorranno parecchi anni prima che la nostra PARIGI li padre del calciatore n on anonima ballerina (Mona era un appellativo d'arte) si decida a fare senza mezzi termini o secondi fini quello che in definitiva gli spettatori si attendevano dalle soubrette. Cioè spogliarsi. E a suon di musica, un alibi artistico che in ogni caso prolungava lo spettacolo favorendo quindi il consumo di champagne. Nudo sì, ma integrale solo fra mille riluttanze, per un attimo, in controluce. E per capitolazioni progressive: braccia, gambe, petto, inguine. E con il cache-sex sempre in agguato, un modo di esibire nascondendo. La performance della prima strip-tiseuse fece colare fiumi d'inchiostro (ma, 70 anni dopo, lo spogliarello ne «La Dolce Vita» provocò conseguenze analoghe), poi l'iniziativa estemporanea si trasformò in programma abituale. Sorsero imitatrici, scuole, varianti. Vienna e Londra non tardarono ad appropriarsene. Il nudo in scena, tuttavia, continuava ad avere il marchio doc «made in Paris». E i teatri di Pigalle ne seppero aprofittare, coniugando Venere in ogni possibile «variatio». Magica Belle Epoque. Le paillettes fecero sognare migliaia di ricchi. E ai poveri non restava che acquistare per qualche centesimo le cartoline delle strip-tiseuse, sollevando con un soffio il loro gonnellino in refe. Altri segreti dell'anatomia femminile doveva rivelarceli Toulouse Lautrec. Che frequentò il Moulin Rouge, incontrando - chissà Mona, ma per l'ispirazione più autentica non disdegnava i bordelli. Enrico Benedetto n svolgeva le mansioni c SIENA

Persone citate: Dolce Vita, Moulin, Napoleone Iii, Nudo, Toulouse Lautrec

Luoghi citati: Londra, Parigi, Siena, Vienna